Questo periodo primaverile invoglia proprio tutti a schiacciare un pisolino, soprattutto dopo una mattinata indaffarata o un pranzo abbondante. Lo sanno bene gli orafi del Rinascimento fiorentino da cui deriva questa espressione: mentre gli operosi artigiani aspettavano che la colata d’oro appena tolta dallo stampo si raffreddasse, procedimento chiamato “stiacciata”, ne approfittavano per fare un sonnellino. Se schiacciare un pisolino può davvero considerarsi un’attività rigenerante per il fisico e la mente, forse non è la soluzione migliore da adottare per provare a mitigare le polemiche come ha invece cercato di fare Holger Rune il giorno dopo l’eliminazione dal Madrid Open. Torniamo infatti al match del danese con lo spagnolo Davidovich Fokina. Il giovane Rune è stato preso di mira dal pubblico quando, nel corso di una lunga discussione tra il suo avversario e il giudice di sedia su una palla giudicata dentro dal sistema computerizzato, ma ritenuta fuori dallo spagnolo, il danese ha calpestato la zona incriminata, impedendo che il punto fosse rivalutato. In effetti la decisione arbitrale era già stata presa dal giudice di sedia. Tuttavia il gesto di Rune ha infastidito moltissimo il pubblico che lo ha ricoperto di fischi e reso necessario l’intervento del giudice di sedia. Infatti Carlos Bernardes ha poi redarguito Rune: “Ti dirò una cosa, e vale per tutta la partita. Te l’avevo già detto a Monte-Carlo. Ci sono pubblici che non puoi controllare se continui a comportarti così. Se vai avanti così, faranno sempre peggio. Se invece ti limiti a giocare a tennis non faranno nient’altro“. A scatenare i fischi del suscettibile pubblico spagnolo nei confronti del giovane danese è stato proprio l’atteggiamento polemico del tennista che ha continuato a irritare i tifosi sugli spalti anche quando è uscito sprezzante dal campo. Ecco che, sul suo profilo Instagram, il giorno dopo Rune è tornato sulla questione cercando di spiegare il suo punto di vista: “Si è parlato molto di quanto accaduto ieri e del comportamento dei tifosi spagnoli. Il pubblico non ha capito cosa stava succedendo. Non si può ignorare la chiamata del computer. Il giudice di sedia e il Supervisor hanno impiegato molto tempo per spiegarlo al mio rivale e non si sono preoccupati di dirlo a chi era sugli spalti. La prossima volta farò un pisolino, mentre discutono. Voglio solo dire che personalmente non ho nulla contro il pubblico spagnolo e non vedo l’ora di tornare a giocare a Madrid“. Sarà colpa della sonnolenza tipica della stagione che rende meno perspicaci, eppure il contenuto di questo messaggio sembra aver ben poco di conciliante: insomma, Holger descrive sia l’avversario che il pubblico incapaci di comprendere banali regole, rei di sprecare inutilmente il tempo di gioco, costringendolo così a ripiegare per il futuro in una salvifica pennichella. In verità il sonnellino invocato da Rune non pare quella pausa salutare che rende migliore la routine di ogni atleta. Il giocatore non si riferisce a un momento di relax ma illustra un teatrale e provocatorio disinteresse. Può essere che ai più sfuggano alcune regole tecniche, in particolare a un pubblico che ha allargato in misura esponenziale le proprie fila solo di recente, sull’onda di un rinnovato interesse per il tennis. Ma a quello stesso pubblico tecnicamente acerbo e meno esperto non sfuggono evidenti sfumature caratteriali. I comportamenti sopra le righe di Rune sono ormai ricorrenti, con l’effetto di guastare il potenziale enorme del suo gioco e trasmettere un’immagine del giovane in continua sfida contro la folla. Una debolezza o un’abile strategia? A Montecarlo ne aveva fatto le spese il nostro Jannik, sconfitto in semifinale dal danese, complice l’atteggiamento litigioso rivolto da Holger al pubblico. Stuzzicare ed esasperare gli animi sono comportamenti che possono anche rovesciare il risultato di un match complicato come è successo contro Sinner destabilizzando la lucidità dell’avversario, ma alla lunga l’irritazione che ne deriva potrebbe affibbiare a Rune una pessima reputazione, difficile da scrollarsi poi di dosso. Un gioco formidabile e la giovane età non faranno da scudo alle intemperanze di Rune in eterno, la pazienza di chi lo circonda si esaurirà e tutti i nodi verranno inesorabilmente al pettine. Come direbbero i maestri orafi fiorentini “un po’ va bene poi icchè c’ho scritto in fronte, Giocondo?”
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