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Rune batte ancora Djokovic e vola in semifinale a Roma: troverà Ruud

Alla fine, forse, è sbocciato l’amore. Holger Rune ama Roma, e glielo fa sapere disegnando con il pennarello un cuoricino sotto il suo nome sulla telecamera. Roma, che in un primo momento ne aveva respinto sdegnosa il rude corteggiamento, ricambia d’improvviso il sentimento e gli tributa una meritatissima ovazione al termine del match. Impossibile non cedere, perché sul centrale del Foro Italico il ventenne danese è stato autore di una prestazione magnifica e ha appena battuto per 6-2 4-6 6-2 il numero uno del mondo e campione uscente Novak Djokovic.

Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova… L’assunto di Agatha Christie vale più che mai per il tennista del Nord Europa, che nei confronti diretti con il serbo ha dimostrato fin dall’inizio di essere competitivo.

Si affrontarono per la prima volta agli US Open 2021, con Nole proteso verso una conquista del Grande Slam che sarebbe sfumata solo all’ultimo ostacolo. Ebbene, l’imberbe ragazzino diciottenne gli strappò subito un set, il secondo, al tie-break.

La seconda sfida è ben più nota, disputata a fine 2022 nella finale del Master 1000 di Parigi Bercy, con inatteso successo di Holger per 7-5 al terzo. E oggi è arrivata una nuova affermazione, che lo lancia ancor più come possibile rivale numero uno del coetaneo Carlos Alcaraz negli anni a venire. Sinner permettendo…

La cronaca. Il set iniziale è stato un monologo del danese, che ha pressato in modo incessante e messo a segno anche pregevoli drop-shot, disponendo a proprio piacimento di un Djokovic lento e falloso: del tutto inusuali alcuni errori di misura, specie sul lungolinea. Il primo break è arrivato già in apertura, poi Rune, dopo essersi salvato da 15-40 nel gioco successivo, è salito in un lampo sul 5-1, arrivando a disporre di un set-point sulla battuta del rivale. Nole lo ha annullato, attaccando e chiudendo con lo smash, ma la resa è stata solo rinviata al gioco seguente.

Indicativo della sua personalità il doppio fallo del ventenne di Gentofte sul 5-2 30-0: commesso non per paura ma con la volontà di cercare un ace esterno con la seconda, che avrebbe reso ancor più critica la situazione del rivale.

Nel secondo parziale Djokovic ha tremato, ma è riuscito a non cadere ancora. Sull’uno pari ha salvato una palla break con un servizio vincente e si è mantenuto a galla, in qualche maniera, fino al 3-2 in proprio favore, servizio Rune.

Qui, sul 40-30, il danese ha interrotto lo scambio chiamando out un colpo del serbo, ma, proprio mentre cominciavano a scendere le prime gocce di pioggia, l’arbitro Lahyani è sceso dal seggiolone, indicandogli come, in realtà, fosse buona. La discussione è proseguita per un po’, tra i fischi del pubblico, che si è acceso, schierandosi per ora in massima parte con il sei volte vincitore del torneo.

Sul 40 pari, quest’ultimo si è aggiudicato un gran punto e, sulla palla break, un nervosissimo Rune ha messo lo smash in corridoio. Nole è salito così 5-2, ma non ha potuto sfruttare l’onda positiva, perché lo scandinavo ha deciso di chiamare un medical timeout. Il centrale s’è infiammato sempre più, e i “buu” si sono fatti assordanti. Chi avrebbe mai detto che più tardi si sarebbero trasformati in applausi scroscianti?

Al rientro un Rune ritemprato ha conquistato sette punti consecutivi, ottenendo il controbreak al secondo tentativo. Djokovic ha reagito, aggiudicandosi i primi due quindici nel game seguente, e in quell’istante il giudice di sedia ha sancito l’inevitabile stop per la pioggia, sul 5-4 0-30 servizio Rune, con il tennista di Belgrado, dunque, a due punti dal set.

Sessantotto minuti dopo, Nole non si è distratto e ha completato immediatamente l’opera, chiudendo 6-4 con un break a zero.

In avvio del terzo, però, il numero 7 ATP ha messo a segno l’accelerazione decisiva, innalzando ancor più il proprio livello. Con inesauribile carica agonistica recuperava tutto, disegnava il campo con splendide geometrie, serrava all’avversario qualsiasi varco. Giusto allo scoccare delle due ore effettive di gioco, il danese è salito addirittura 4-0.

Non si può sostenere che Djokovic non ci abbia provato. Pur non celando più il palpabile nervosismo, si è espresso su standard non certo altissimi per lui, ma senz’altro migliori rispetto al principio dell’incontro. Rune, però, gli ha chiuso ogni spiraglio con entusiasmo da ragazzino e autorità da veterano. Nell’ultimo game ha annullato un’insidiosa palla break, che avrebbe riportato sotto il ventidue volte campione Slam, chiudendo poi al primo match point. Cordiale la stretta di mano tra i due, con il serbo che non ha lesinato complimenti.

Rune è poi andato al centro del campo a raccogliere l’applauso degli spettatori, infine convinti e ammirati dalle sue gesta. Impressionante il saldo conclusivo tra vincenti ed errori da lui registrato: + 11 (26-15), a fronte del – 13 (22-35) di Djoko.

In semifinale il nuovo, imprevedibile, beniamino del Foro – che, appena tre giorni fa, all’ingresso sul Grand Stand per il match con Fognini, era stato subissato dai fischi – se la vedrà con Casper Ruud. Il norvegese, accreditato della quarta testa di serie, ha fermato il cammino dell’argentino Francisco Cerundolo (n. 24), il “carnefice” di Sinner, prevalendo con lo score di 7-6(5) 6-4. Pian piano, dopo una stagione fin qui assai sotto tono, Ruud sta ritrovando la condizione in vista del Roland Garros. Dodici mesi or sono, a Parigi, si spinse fino al match clou, arrendendosi solo a un implacabile Nadal.

Fabrizio Fidecaro

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