[2] A. Sabalenka b. A. Potapova 6-1 6-2
Per cercare di descrivere la prima semifinale, perché possa avere un senso, possiamo riprendere quanto detto nella presentazione della partita durante il video con i warm up delle due giocatrici. Per Anastasia Potapova sarebbe stato difficilissimo rimanere agganciata ad Aryna Sabalenka, doveva chiedere un grande aiuto alla propria prima di servizio e cercare con il rovescio prima ancora del dritto di darsi una mano nello scambio.
Dice la russa, e in fondo ha anche ragione, di essere una che in campo lotta e non molla mai fino alla stretta di mano, ma nei fatti poi questo può valere in partite contro avversarie di livello abbastanza simile. Non qui, non oggi. La numero 2 del mondo ha nei fatti passeggiato contro di lei, travolgendola e mettendo a nudo tutta la differenza tra una buona giocatrice, in crescita e ormai prossima all’entrare in top-20 per la prima volta in carriera, e una che quel traguardo l’ha tagliato ormai quattro anni fa e pur tra alti e bassi ha continuato a salire fino a proporsi oggi come principale candidata al nuovo numero 1 del mondo dovesse Iga Swiatek perdere sempre più terreno.
6-1 6-2, 58 minuti, stretta di mano. Per il terzo anno consecutivo Sabalenka è in finale a Stoccarda, nel WTA 500 che lei vuole a tutti i costi non tanto per il trofeo da campionessa (dopo quello di finalista) ma perché vuole, a tutti i costi, quella macchina. la Porsche, quest anno la Taycan 4, messa in palio annualmente dall’organizzazione e che, senza girarci intorno troppo, è anche uno dei motivi principali per cui qui arrivano di anno in anno le migliori. Oggi Sabalenka ha recitato quella parte, vincendo qualche game equilibrato in risposta nel primo set e dilagando nei suoi, con una leggera sbavatura solo sul 5-0 quando si è trovata Potapova che, vinto il primo game della sua partita, è poi andata 15-40 in risposta. Con rapidità, però, la numero 2 del seeding ha messo insieme quattro punti consecutivi e chiuso il parziale.
Nel secondo set la bielorussa è subito scappata sul 4-0, gestendo molto bene i game conclusivi al servizio e lasciando all’avversaria almeno la possibilità di sbloccare il punteggio. Ieri Potapova diceva di volere questa partita per capire a che punto fosse la sua scalata, quanta distanza ci fosse da una giocatrice (di gran lunga) superiore. Oggi lo ha testato con mano. Il dritto, come dicevamo guardando il warm up, è troppo debole e le sarebbe servito come il pane una buona percentuale di prime palle, fermatasi invece al 55% complessivo e con appena 4 punti su 19 vinti con la seconda palla. Impossibile, a maggior ragione, rimanere in partita anche mettendoci tanta volontà.
Sabalenka, dopo il 2021 e 2022, è di nuovo in finale a Stoccarda. Potrebbe esserci la rivincita della finale della passata stagione contro Iga Swiatek o potrebbe esserci la ritrovata Ons Jabeur di queste ultime settimane.
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