[1] I. Swiatek b. Ka. Pliskova 4-6 6-1 6-2
[3] O. Jabeur b. B. Haddad Maia 6-3 6-0
Da settimane ormai, soprattutto tra i giornalisti, c’erano le curiosità che poi venivano rivolte anche alla diretta interessata: Iga Swiatek non aveva ancora giocato una partita al terzo set nel 2023. Glielo avevano ricordato anche nella conferenza stampa di presentazione: o vittorie, spesso nette, o sconfitte, comunque sempre in due set. Ed eccoci dunque alla giornata che mette fine a questa serie: nel match conclusosi appena oltre le due ore contro Karolina Pliskova, la polacca è dovuta risalire da un set di svantaggio per vincere 4-6 6-1 6-2.
Serata, a parte le curiosità statistiche, poco regolare per la numero 1 del mondo, che oggi ancor più di ieri ha mostrato difficoltà nel gestire la gara partendo (e patendo) per oltre un set problemi soprattutto con la seconda palla che non viaggiava ed era sempre troppo comoda da attaccare per l’avversaria. L’inizio, un po’ come ieri contro Zheng Qinwen, è stato abbastanza negativo alla battuta. Il problema è che oggi non sono arrivati, dall’avversaria, gli errori che ieri poteva darle la cinese e dopo venti minuti circa Swiatek era sotto addirittura 4-0.
Per entrare nel match c’è voluto molto più del previsto, soprattutto se si pensa al precedente di Roma quando volò verso il 6-0 6-0. Oggi i piani non erano ribaltati, perché nello scambio la superiorità di Iga era enorme, ma certo questi problemi al servizio non le davano modo di fare come voleva. E in più, al di là della rete c’era un’avversaria che oltre a qualche buona fiondata da fondo poteva garantirsi in quella fase almeno due punti gratuiti per turno di battuta grazie al proprio servizio. Sul 4-1, però, Pliskova ha cominciato a concedere, soprattutto in termini di doppi falli. Ce ne saranno 11 in totale, due racchiusi in quel sesto game dove Swiatek ha ripreso “aria” e si è riavvicinata poi fino al 3-4. Cominciava da lì una nuova partita e, pur con la ceca che chiudeva il set (ai vantaggi) sul 5-4, la dinamica era già abbastanza cambiata.
A Swiatek, dicevamo, bastava davvero poco per imporsi nello scambio. Alle volte senza nemmeno rischiare, dovendo solo palleggiare e mettere di là la palla alla ricerca di angoli, nemmeno troppo acuti. Tra l’altro, ci sono dei dubbi anche sulle condizioni fisiche di Karolina che è entrata in campo con una importante fasciatura al quadricipite sinistro e l’alto numero di doppi falli, unito a errori abbastanza banali e corse alle volte completamente abortite, faceva pensare che non aveva troppa benzina nel motore per reggere, anche sulla lunga distanza. La partita però non saliva di tono, Iga teneva il primo game del secondo set, si prendeva un break abbastanza regalato dall’avversaria e risaliva da 15-40 dopo essersi beccata diverse risposte vincenti consecutive. Il 3-0 di fatto creava già una spaccatura importante, e col doppio break per il 5-1 di fatto eravamo già proiettati al terzo.
Nel parziale conclusivo, la polacca mancava una palla break già nel primo game in risposta, faceva il break sull’1-1 e sembrava nel momento migliore della sua partita, ma ancora una volta era tutto a corrente troppo alternata. Non era tanto più una questione di servizio, ma in alcune fasi sia il dritto che il rovescio non filavano come voleva. Sembrava abbastanza impaziente, frenetica, desiderosa di fare anche più affannosamente un cambio in lungolinea fuori tempo. Eppure, nei momenti più importanti ha sempre avuto ragione lei, cancellando quattro palle del controbreak tra 2-1 e 3-2 e raddoppiando alla terza chance sul 4-2 per chiudere al primo match point.
Di nuovo in semifinale a Stoccarda, affronterà Ons Jabeur per la prima volta dalla finale dello scorso US Open. La tunisina, in precedenza, aveva battuto agilmente Beatriz Haddad Maia per 6-3 6-0 scappando via dopo una prima metà di set iniziale abbastanza equilibrata.
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