Era fine febbraio, eravamo a Dubai, primo WTA 1000 della stagione. Nei quarti di finale Barbora Krejcikova sconfisse in rimonta Aryna Sabalenka 0-6 7-6 6-1, rientrando dal 0-6 1-3 per la prima sconfitta stagionale della bielorussa.
Poi a marzo, al quarto turno di Indian Wells, con la ceca che stava riuscendo a girare anche quella prima del turno di battuta buttato a inizio terzo set. Infine a Miami, due settimane dopo, di nuovo agli ottavi, di nuovo la numero 2 del mondo vincente, stavolta con un comodo 6-3 6-2.
Mercoledì, a Stoccarda, Krejcikova e Sabalenka saranno di nuovo l’una contro l’altra. I sorteggi sono terribili per la ceca, che sta risalendo la classifica ma che per riuscirci ha dovuto battere a Dubai la numero 3, 2 e 1 del mondo in tre turni consecutivi. Qui in Germania sarà ancora contro Aryna in un ottavo di finale, ma ci dimentichiamo sempre che questo è un 500 e sembra sempre abbastanza strano.
L’ex numero 2 del mondo, intanto, ha aperto il suo torneo imponendosi con facilità contro Liudmila Samsonova, protagonista nel 2022 di un’ottima cavalcata fino alla semifinale dove venne fermata soltanto da Iga Swiatek e che quest anno sta patendo invece tanto nel confermare quel livello che l’aveva portata fin dentro la top-20. Krejcikova di fatto ha temuto solo nel primo game al servizio, dove era salita fino al 40-0 prima di incepparsi e dover pure salvare quattro palle break. Sul 2-1, poi, è scappata e dal 4-2 ha messo definitivamente le marce più alte approfittando anche di un’avversaria crollata molto facilmente alle prime difficoltà. Scena già vista, in questo caso, in diversi altri momenti della sua stagione come a Dubai, quando perse 11 game consecutivi contro Swiatek su una superficie abbastanza veloce e che poteva aiutarla.
Dunque ci risiamo: Krejcikova contro Sabalenka. Barbora è stata anche abbastanza fortunata perché la sua partita è durata relativamente poco (un’ora e 23 minuti per 14 game) ma anche la precedente tra Aljona Ostapenko ed Emma Raducanu è stata piuttosto rapida, con un netto 6-2 6-1 in favore della lettone. Si rischiava di finire piuttosto tardi, visto che in precedenza Tatjana Maria aveva impiegato quasi tre ore per battere Ylena In-Albon, col punteggio di 6-3 4-6 7-6(4). Tanto pubblico sulle tribune per una partita che normalmente non sarebbe di cartello ma che qui, alla Porsche Arena, vale tanto per la loro rappresentante, sospinta fino alla fine e accolta in trionfo con una grande esultanza. La tedesca aveva mancato due match point sul 5-4, e nel tie-break c’è stato anche un momento di pathos quando un suo passante sul 3-3 è stato chiamato fuori dalla giudice di linea, In-Albon aveva segnato la palla e si era allontanata, ma l’arbitro scendendo l’ha data buona. La svizzera non poteva crederci, mani nei capelli e tanta sorpresa mista a rabbia per un giudizio che non si poteva cambiare. Maria ha poi giocato molto bene i punti successivi, non dando chance di rientrare all’avversaria, e sul 6-4 ha chiuso una partita anche piuttosto piacevole malgrado magari i nomi non di primo livello: a entrambe mancava spinta nelle braccia, dotate di un tennis molto leggero, e così hanno passato tutto il tempo a pensare più ad aprirsi il campo e correre a rete.
In precedenza, detto dello sfortunato ritiro di Martina Trevisan contro Beatriz Haddad Maia, c’è stata la netta vittoria di Paula Badosa contro Daria Kasatkina (6-1 6-1) mentre Anastasia Potapova ha piegato solo al tie-break del terzo set la qualificata Petra Martic.
Risultati
A. Ostapenko b. [WC] E. Raducanu 6-2 6-1
B. Haddad Maia b. M. Trevisan 7-5 1-1 ritiro
A. Potapova b. [Q] P. Martic 6-3 3-6 7-6(4)
[WC] T. Maria b. [Q] Y. In-Albon 6-3 4-6 7-6(4)
P. Badosa b. [7] D. Kasatkina 6-1 6-1
B. Krejcikova b. L. Samsonova 6-2 6-0
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