[1] I. Swiatek b. [2] A. Sabalenka 6-3 6-4
Iga Swiatek è tornata, e sulla terra battuta ha subito dettato legge. Partita perfetta della polacca, nel momento più importante della sua settimana a Stoccarda: nella finale contro Aryna Sabalenka. Come nel 2022, la numero 1 del mondo si è imposta in due set ma la sensazione è che stavolta si sia davvero prestata a una prova priva di sbavature. E serviva questo per prendersi il tredicesimo titolo WTA della carriera.
La vigilia era stata diversa dal solito, col suo rientro in campo dopo oltre un mese, i dubbi sulla condizione un po’ altalenante nelle prime partite contro un’avversaria lanciata fin da inizio anno. E per vincere, oggi, la ventunenne dalla provincia di Varsavia doveva probabilmente fare solo questo genere di partita: super concentrata, cinica, spesso in copertura difensiva, pronta ad aprire gli angoli appena poteva. Dopo la prima partita giocata, contro Zheng Qinwen, avevamo avuto una conversazione con Swiatek su come il servizio non fosse partito con buone percentuali, immaginandoci un po’ di ruggine e volontà sua di non forzare da subito. Iga ci aveva detto che era l’unico aspetto del suo gioco che le era stato proibito per almeno due settimane dal ritiro a Miami.
Qui a Stoccarda ha chiesto e ottenuto di poter giocare di giovedì, il più tardi possibile, per avere quanto più tempo a disposizione per prepararsi e allenarsi con tanta costanza giorno dopo giorno. Dal sabato pomeriggio, giornata di qualificazioni, ha fatto una passata in campo in ogni occasione possibile per allenarsi. Due, anche tre volte se serviva. Anche alle 8 di sera, il martedì. Non aveva giocato particolarmente bene contro Karolina Pliskova ai quarti, poi la semifinale che di fatto non c’è stata contro Ons Jabeur. È un cantiere, ancora, ma nelle finali è praticamente impossibile fin qui che sbagli partita. A Dubai, l’ultima giocata, ha perso 6-4 6-2 contro Barbora Krejcikova, superiore in quasi tutti i settori e lei colpita dall’infezione batterica che l’ha portata poi all’infortunio di Indian Wells.
Oggi, è stata la Swiatek delle grandi occasioni, degna numero 1 del mondo. Un primo set vinto in lotta su ogni turno di servizio, mettendo insieme una percentuale del 78% di prime dove magari non fruttavano punti gratuiti ma le garantivano una discreta tranquillità nell’evitare l’aggressività della bielorussa. Era costretta in un paio di occasioni ai vantaggi, ma non ha mai sbagliato una decisione, affidandosi abbastanza spesso al servizio al corpo per neutralizzare la potenza dell’avversaria e facendo da subito la differenza in risposta dove era rapidissima coi piedi a intercettare prime che viaggiavano parecchio e rispondere ancor più forte. La prima è arrivata già al secondo punto in risposta, nel primo set. Aryna, senza grande costanza con la prima, è andata incontro a una fase da subito delicata con una palla break cancellata già nel primo game. Da lì le opportunità sono state minime per entrambe, in risposta, finché sul 4-3 Swiatek la bielorussa si è portata sotto pressione per un punto clamoroso perso sul 30-30.
Stupenda la difesa estrema della polacca in quel caso, a raccogliere almeno tre colpi che sembravano definitivi, fino a riagganciare anche uno smash ormai sui cartelloni pubblicitari, con una palla talmente alta che per millimetri non ha toccato le luci dello stadio. Sarebbe stato punto per Aryna, invece quel “candelotto” è sceso e nel caos generale di un pubblico ormai pienamente partecipe Sabalenka ha sparato un nuovo smash sotto al nastro. La prima e la seconda palla break concesse in quel game sono state ben annullate, ma sulla terza parità è arrivato il primo doppio fallo della sua partita. Costretta poi a una nuova seconda, si è di fatto consegnata: palla carica di spin, ma troppo docile per la qualità della risposta avversaria. Swiatek, saltando, l’ha agganciata e risposto in lungolinea vincente per chiudere poi il set 6-3.
Il pubblico, con tantissimi polacchi, era impazzito da quello smash sbagliato e Sabalenka ha pagato il momento perdendo subito la battuta nel secondo parziale. Swiatek era ripartita in risposta come meglio non poteva e, cancellata una chance di game ha continuato a mettere enorme pressione in risposta all’avversaria, che col doppio fallo (il secondo) concedeva un altro turno di battuta. È stato però un set molto diverso per la polacca, che è calata al servizio e non è mai andata sopra il 50%. E comunque si è esibita in game chiusi con grande coraggio. Due volte consecutive sotto 0-30, una volta 0-15. Nel primo caso, sull’1-0, addirittura ha messo in campo una prima su sei punti, proprio sulla palla game. Era molto coraggiosa, Swiatek, che sul 30-30 in quell’occasione di nuovo si è superata difensivamente per poi ribaltare il punto col rovescio lungolinea prima di chiudere con l’incrociato. Sul secondo 0-30, invece, ha avuto molta calma nel ricominciare con una prima esterna e poi, sull’unica palla break offerta (30-40) a servire di nuovo al corpo prima di gestire bene le successive seconde aiutandosi tanto col kick, soluzione che frutterà tanto da lì in avanti perché con quel rimbalzo così alto mandava spesso fuori tempo Sabalenka.
Prendiamo il game in cui ha servito per il match: ha cominciato con due seconde, e in entrambi i casi la bielorussa ha colpito palle alte e scariche, difficili da spingere, perdendo la misura del rovescio. Con grande agio Swiatek ha retto alla perfezione in ogni momento in cui era messa sotto pressione e alla fine il punto più facile della vita: prima di servizio al corpo, dritto incrociato a mandare fuori dal campo l’avversaria che si arrendeva, e lei doveva solo mettere di là un rovescio a campo vuoto. Il boato della Porsche Arena ha accompagnato la traiettoria vincente del colpo e lei, con un sorriso enorme, ha subito guardato il suo angolo, lasciato andare la racchetta, e urlato a tutta forza. Voleva subito correre ad abbracciarli, soprattutto papà Tomasz presente fin da inizio settimana, e dopo le formalità con arbitro e avversaria è andata da loro. Felicissima, ha poi raccolto il trofeo come fosse il più importante vinto fin qui.
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