Un’impresa che rimarrà scolpita nella storia. Con una prestazione straordinaria per il carattere dimostrato ancora più che per il tennis espresso, Jannik Sinner ha centrato la sua seconda finale al “Miami Open”, secondo ATP Masters 1000 stagionale (combined con il terzo WTA 1000 del 2023) dotato di un montepremi di 8.800.000 che si sta avviando alle battute conclusive sui campi in cemento dell’impianto dell’Hard Rock Stadium (la “casa” dei Miami Dolphins di football NFL), in Florida. Il 21enne altoatesino diventa così il primo italiano di sempre a raggiungere due finali in un Masters 1000. Nella notte italiana, nella sua terza semifinale in un Masters 1000 (Miami 2021 ed Indian Wells 2023 le precedenti), il 21enne di Sesto Pusteria, n.11 del ranking e 10 del seeding, ha battuto in rimonta per 6-7(4) 6-4 6-2, dopo oltre tre ore di lotta, lo spagnolo Carlos Alcaraz (che non aveva avuto il giorno di riposo causa pioggia, al contrario di Jannik), tornato in vetta al ranking dopo il trionfo ad Indian Wells e campione in carica a Miami, che a causa di questa sconfitta lunedì restituirà lo scettro mondiale a Djokovic.
Domani, domenica, Sinner si giocherà il titolo proprio con il russo Daniel Medvedev, n.5 del ranking e 4 del seeding, alla sua quinta sfida per il trofeo negli ultimi cinque tornei. Il 27enne moscovita ha vinto tutti e cinque i precedenti con l’altoatesino, l’ultimo in finale a Rotterdam il mese scorso. Se dovesse vincere, l’altoatesino allenato da Simone Vagnozzi e Darren Cahill salirebbe al numero 6 della classifica mondiale, il suo best ranking. E sarebbe il terzo miglior italiano di sempre, ex aequo con Matteo Berrettini, dopo Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta, gli unici italiani che possono vantare di essere arrivati tra i primi cinque del mondo nel tennis maschile.
Per Sinner sarà la decima finale in carriera con l’obiettivo di mettere in bacheca l’ottavo trofeo. “Abbiamo giocato un tennis di altissimo livello – ha ammesso a fine gara l’azzurro, che lunedì tornerà nella top 10 mondiale – Siamo due giocatori che cercano di attaccare, abbiamo un tennis molto aggressivo. Nel terzo set, per un paio di game, Carlos ha fatto fatica dal punto di vista fisico. Vedevo che non stava bene e ho provato ad aggredire di più in quel momento”. Se da questa partita ci si attendevano conferme, sono arrivate. Sinner c’è, tiene da fondo il ritmo di Alcaraz insostenibile per la maggior parte dei suoi avversari. Si può fidare di più del servizio e del diritto, può osare ancora di più con il rovescio lungolinea. Sa attaccare e allargare il campo anche a un fenomeno come Alcaraz, secondo teenager dopo Nadal con tre Masters 1000 all’attivo, più giovane numero 1 Atp di sempre, completo e maturo come nessun altro alla sua età, sorprendente per velocità di corsa e ancor di più di pensiero.
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