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WTA: Rybakina perfetta nei momenti chiave, -1 al Sunshine Double. Battuta Pegula, è finale a Miami

[10] E. Rybakina b. [3] J. Pegula 7-6(3) 6-4

Altra vittoria per Elena Rybakina, che pur in una serata non brillante è riuscita spalle al muro a trovare sempre le giuste misure e contromisure per battere Jessica Pegula, trovatasi senza quel di più nel suo sacco per alzare il livello quando era chiamata a prendersi entrambi i set giocati. La kazaka, protagonista ormai di un marzo e in generale di un inizio di 2023 davvero sopra le righe, ha trovato la finale anche nel WTA 1000 di Miami e si trova ora a una sola vittoria dal completare il Sunshine Double, l’accoppiata Indian Wells-Miami riuscita a livello femminile soltanto a Steffi Graf (1994 e 1996), Kim Clijsters (2005), Victoria Azarenka (2016) e, lo scorso anno, a Iga Swiatek.

È stata una semifinale, quella tra lei e Pegula, bella nelle sue fiammate ma nel complesso abbastanza incagliata. È finita 7-6(3) 6-4 per la numero 10 del seeding ma, soprattutto nel primo set, nessuna delle due sembrava davvero sfruttare il proprio servizio per quanto su questa superficie entrambe avrebbero la possibilità di elevare il rendimento con quel colpo. Rybakina in particolare, pur concludendo ancora in doppia cifra con gli ace (saranno 11 in totale) perdeva la battuta tre volte dovendo sempre rincorrere, rischiando addirittura il doppio break di ritardo nelle prime fasi. La risposta, per sua fortuna, la aiutava parecchio nel tenere sotto pressione la statunitense e alla fine, in qualche modo, è riuscita a guadagnare il tie-break.

Pegula, pur riuscendo per lunghi tratti a rimanere avanti, è crollata proprio nel finale di set. Ha servito per il parziale sul 5-4 e sul 6-5, ma ha sempre perso la battuta. Nel primo caso molto brava Rybakina, entrando in risposta col rovescio e cambiando completamente atteggiamento, nel secondo male lei che è andata subito in affanno e ha perso il servizio a zero. Singolare però il break del 5-5, perché ha dato idea dell’atteggiamento diverso che la kazaka metteva in campo rispetto al resto del set. Riusciva a colpire meglio la palla, a trovare profondità, ad attaccare nello spazio vuoto e a conquistare campo. Uno scatto avanti mentale importante a segnare una nuova fase di gara che, malgrado gli inciampi al servizio, la tenevano in una posizione di forza rispetto a un’avversaria scopertasi un po’ fragile in questi frangenti. È lo stesso procedimento che qui a Miami Rybakina ha mostrato anche con Paula Badosa: tanto fallosa per un set e mezzo, poi spalle al muro ha cominciato a giocare quasi solo vincenti finendo addirittura con 60 a referto, in una partita che sembrava segnata e giocata nel complesso male per quasi due set.

Il tie-break, poi. Elena scattava 2-0, veniva recuperata e sul 2-2 il gioco si interrompeva per la pioggia leggera ma insistente che scendeva. In quel momento, diveniva ancor più fondamentale ripartire bene e dopo una decina di minuti di pausa Rybakina perdeva il primo punto ma da lì non sbagliava più: 7-3, set abbastanza “rubato” vedendo i primi 50 minuti ma di nuovo lei a salire in cattedra nella gestione psicologica prima che qualitativa. E sono passi avanti enormi rispetto alla giocatrice dello scorso anno. Anche perché dicevamo di un servizio che non funzionava come doveva, dei tanti break subiti fin lì. Stasera aveva fasciature su entrambe le spalle: non deve sorprendere perché questo blocco (Indian Wells-Miami) è molto dispendioso e pesante, e lei diceva già dopo le prime partite in Florida di essere abbastanza provata. Eppure, nel momento più importante, fin qui non ha mai sbagliato. Come nel secondo set dove viveva una falsa partenza, scivolava sotto 0-3, eppure dall’1-4 ripeteva l’esatto copione dell’ultima parte del parziale precedente.

Sul 2-4 recuperava il break di ritardo facendo correre Pegula lungo il campo, cambiando ancora modo di gestire gli scambi cominciando a comandare il gioco e quasi non sbagliando più, movendosi molto bene e trovando ottime soluzioni soprattutto col dritto incrociato che impediva a Jessica di attaccare grazie a un’ottima profondità. Break recuperato, aggancio sul 4-4 con due ace consecutivi (decimo e undicesimo della sua partita) e nel nono game la numero 3 del seeding crollava definitivamente con due brutti dritti ad aprire il turno di battuta. Scivolata sotto 0-40 riusciva soltanto a cancellare le prime due occasioni, ma alla terza Rybakina faceva centro e, col servizio, chiudeva la pratica. È in finale, la terza dell’anno dopo quella all’Australian Open e Indian Wells. La sesta giocatrice ad apparire in questa serie dopo Monica Seles nel 1991, Steffi Graf nel 1994, Lindsay Davenport e Martina Hingis nel 2000, e Maria Sharapova nel 2012. Adesso aspetta la sfida di domani tra Petra Kvitova e Sorana Cirstea, per capire chi sarà la sua avversaria, consapevole che ha molto a cui affidarsi per cercare un nuovo clamoroso risultato.

Diego Barbiani

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