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WTA Indian Wells, eterna Kvitova: 4 match point cancellati a Pegula, prima volta ai quarti

[15] P. Kvitova b. [3] J. Pegula 6-2 3-6 7-6(11)

Petra Kvitova torna a sentirsi grande, nella serata e nel torneo forse meno indicato per lei. 33 anni, una carriera che ha ormai intrapreso il rettilineo finale, un fisico che comincia a sentire il peso di 15 anni di attività ad altissimi livelli, eppure la forza di prendersi una vittoria incredibile contro la numero 3 del mondo Jessica Pegula salvando ben quattro match point, esplodendo di gioia dopo l’ultimo punto, un serve&volley tanto scriteriato quanto riuscito per un capello.

Partita difficile da ripercorrere nelle sue fasi finali, dove era davvero lotta punto a punto fin dal momento in cui Pegula non ha chiuso il match al servizio sul 5-4, mancando il primo della serie di match point grazie però alla sbracciata di dritto della ceca che si è aperta il campo per il suo lungolinea mancino messo appena dentro la linea laterale.

L’altro giorno, nella piccola saletta di interviste, Petra ci diceva dopo l’incredibile vittoria contro Aljona Ostapenko che sperava di avere un po’ di supporto dal pubblico malgrado si aspettava tutti fossero lì presenti per Jessica, e ci fu quel bel momento con le signore anziane del desk della sala stampa che sono intervenute dicendole che le volevano bene e avrebbero fatto il tifo per lei. Alla fine, oggi, buona parte del pubblico sullo Stadium 1 è scattata in piedi dopo il serve&volley conclusivo, un piccolo gruppo di persone quando l’ex numero 2 del mondo ha ringraziato i fan ha cominciato a cantare il suo nome: “PE-TRA! PE-TRA! PE-TRA!”.

Pegula, a onor del vero, non è mai stata ai suoi standard regolari durante tutto il torneo. È stata in affanno fin dalla prima partita, è cresciuta col tempo ma non era abbastanza da rappresentare la “solita” giocatrice capace di resistere alle accelerazioni della rivale per ribaltare lo scambio grazie soprattutto al proprio dritto. Detto ciò, enormi meriti vanno a una Kvitova che ha creduto alla vittoria anche quando sul 5-4 non sembrava più in grado di riprendersi. Aveva cominciato la partita in maniera brillante, scappando sul 5-1 e chiudendo abbastanza comodamente sul 5-2. Nel secondo però, col vento che ha cominciato ad alzarsi, i suoi colpi facevano fatica a rimanere dentro al campo e Pegula, di contro, ha cominciato a muovere meglio la palla, abbastanza da raccogliere più errori gratuiti e prendere il comando del parziale. Perdeva il primo break di vantaggio sul 3-1 ma sul 4-3 scattava di nuovo in avanti per chiudere senza particolari affanni sul 5-3.

Il match stava girando, Kvitova era calata nella brillantezza atletica e molti dei suoi colpi ormai erano errori che favorivano il veleggiare di Pegula fin verso la linea del traguardo. Sul 5-4, però, cominciava un nuovo e inatteso capitolo. Petra cancellava il primo match point con un dritto vincente e agganciava l’avversaria sul 5-5. Ne arriveranno altri tre, nel tiebreak decisivo, e saranno salvati sempre con vincenti: sul 5-6 ha tirato due smash, sul 7-8 si è lanciata a rete chiudendo alla seconda voleè, sul 10-11 ha tirato ancora due dritti dei suoi, prima al centro per far indietreggiare Pegula e poi di nuovo verso il lungolinea sullo spazio non più difendibile. Al suo quarto match point, infine, quel lancio in avanti dopo il servizio: un serve&volley più a effetto sorpresa che altro, dove ha arpionato la risposta di Pegula e la palla è finita nei pressi della riga laterale. Ci si aspettava suonasse la chiamata elettronica a indicare l’out, ma non è arrivata: palla buona, per pochissimi millimetri, e Kvitova a lasciarsi andare alla gioia sfrenata in un’esultanza come ai tempi migliori, con gli occhi che brillavano dalla gioia.

Prima volta ai quarti di finale di Indian Wells, pochi giorni dopo aver compiuto 33 anni. E adesso troverà Maria Sakkari, anche lei oggi impegnata in una maratona durissima contro Karolina Pliskova e che per tutto il torneo ha dovuto spendersi in partite sui tre set. Petra dovrà evitare di entrare in una lotta fisica con la greca, e lanciarsi in una nuova partita di cuore e coraggio.

Diego Barbiani

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