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WTA Dubai: Krejcikova si prende il primo ‘1000’, battuta (ancora) una Swiatek non al meglio

B. Krejcikova b. [1] I. Swiatek 6-4 6-2

Barbora Krejcikova ha portato a termine la settimana che vale a tutti gli effetti la ripartenza verso la top-10, meta che da oggi diventa ampiamente alla sua portata nei mesi successivi dove avrà veramente nulla da difendere a livello di punti in uscita nel suo ranking e da lunedì si vedrà appena al di fuori delle prime 15.

Al di là dei calcoli nudi e crudi, però, la ceca ha completato un torneo trionfante dove si è imposta contro quattro top-10 in sei partite, battendo la numero 3, la numero 2 e la numero 1 del mondo dai quarti di finale in poi, cancellando anche quattro match point nel secondo turno contro Daria Kasatkina, numero 8 del mondo.

Da quel 0-6 1-3 contro Aryna Sabalenka, Krejcikova ha ribaltato tutto. Il ranking di numero 30 non le appartiene, non in questa fase della carriera dove riesce a raggiungere ritmi e livelli dei propri colpi in campo con una facilità disarmante da rendere chiunque fragile e vulnerabile. Ieri non era stata eccellente, contro Jessica Pegula, ma era comunque arrivata una vittoria importante per essere nella seconda finale WTA 1000 della carriera, paradossalmente proprio nello stadio dove giocò la sua prima, nel 2021, perdendo contro Garbine Muguruza.

Oggi è stato tutto abbastanza agevole per lei, tranne in un passaggio di quattro break consecutivi a metà del primo set. Il 6-4 6-2 contro Iga Swiatek, sconfitta per la seconda volta consecutiva in una finale, nasce anche dalla condizione abbastanza scarsa della polacca apparsa con qualche crepa ieri nella semifinale e che oggi non ha potuto fare nulla contro una rivale che era semplicemente più efficace, più alta come livello e più “in palla” nei suoi colpi. Una cosa che spesso, per esempio, riesce bene a Swiatek è mettersi in difesa e sfruttare il suo atletismo per ribaltare lo scambio. Oggi questo le è riuscito pochissimo per tutte le palle profonde e pesanti che ha visto passare negli scambi che si allungavano. I suoi colpi a togliere il tempo all’avversaria subivano l’effetto opposto, il servizio non le offriva sbocchi veri e per quasi tutto il primo set non ha mai trovato fiducia nei suoi colpi.

Per questo, per la differenza nelle reazioni e nel grande nervosismo che la circondava già dai primi passaggi, tutto sembrava girare contro la classica scena di una Swiatek che alzava ulteriormente il livello nelle finali e per batterla, come fece Krejcikova a Ostrava, ci vollero ben oltre le tre ore. Oggi però non ne aveva. È riuscita in due circostanze a riprendere un break di ritardo nel primo set eppure senza strafare Krejcikova ripassava avanti. Le tante occasioni di 5-3 sprecate e il controbreak dopo un paio di brutti errori col rovescio potevano girare l’equilibrio del parziale, invece sul 4-4 Swiatek ha giocato il peggior game della sua partita al servizio non mettendo alcuna prima, scivolando subito sotto 0-30 e commettendo un brutto doppio fallo per lo 0-40.

Perso il set, ha poi rimediato un warning per perdita di tempo dopo essere stata al bagno. Girava tutto storto, eppure quello ha anche rappresentato la scossa per un inizio di secondo set dove la sua palla viaggiava molto diversamente: era pesante, impediva a Krejcikova di comandare il punto, faceva molto più male. Come contro Gauff, però, quando ha avuto la vera chance di chiudere dei punti decisivi ha sbagliato diversi rovesci. Uno tra questi sulla quarta palla break avuta nel secondo set, in questo caso sul 2-1 per lei e 30-40, dove era riuscita per la prima volta a entrare nello scambio per buttare però malamente il rovescio incrociato oltre il corridoio, seguito da uno abbastanza simile ma finito a metà rete.

Oggi proprio non ce n’era, con forti colpi di tosse che si sentivano qua e là e spesso al cambio campo costretta a soffiarsi il naso. Sprecate quelle chance, è arrivato il crollo definitivo. Alla prima occasione concessa, Krejcikova si è presa il nuovo vantaggio e, sul 4-2, ha raddoppiato con un lob incredibile “rubando” un punto a una Swiatek che ha fatto di tutto per perderlo, compreso l’ultimo rovescio giocato a due passi dalla rete al corpo di una Krejcikova ferma dietro la linea di fondo. A suggellare, invece, la sua grande prova, Barbora nel game decisivo ha messo giù due ace consecutivi dal 15-15, chiudendo al primo match point con un dritto vincente in lungolinea.

Bellissimo momento tra le due a rete, con Swiatek abbastanza amareggiata e Krejcikova che proprio come a Ostrava è stata la prima a ricordarle quanto tutto ciò che sta facendo sia straordinario: “Ho veramente enorme rispetto per te, sei eccezionale” le ha detto. Quella volta, in Repubblica Ceca, Barbora si era unita all’applauso ritmato dei sostenitori polacchi che tributavano una lunga ovazione alla loro beniamina cantando prima “Iga, Iga” e poi “Dziekuje, dziekuje” (“grazie” in polacco). E il tennis, oggi, ha ritrovato una delle protagoniste arrivate sulla scena negli ultimi anni e che pur sorprendendo per quel trionfo al Roland Garros ha mostrato di meritare almeno un posto tra le prime 10.

Diego Barbiani

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