Se da una parte il risultato sembrava più che prevedibile, dall’altro il 2-0 con cui l’Italia guida sulla Norvegia al termine della prima giornata della serie alla United Cup è arrivato con un percorso estremamente tortuoso.
Ci sono volute quasi cinque ore complessive di gioco a Martina Trevisan e Lorenzo Musetti per avvicinare gli azzurri al playoff del 4 gennaio contro la vincente tra Svizzera e Polonia, distante ora solo una vittoria.
L’impegno più tortuoso è stato il singolare femminile, dove Trevisan ha sì riscattato la brutta uscita all’esordio contro Beatriz Haddad Maia ma ha comunque impiegato oltre tre ore per avere la meglio di Malene Helgo per 7-5 3-6 6-4 in 182 minuti. Si affrontavano la numero 27 contro la numero 321 del mondo, eppure il distacco che segna il ranking non si è mai visto. Una partita molto irregolare nel suo andamento, non sempre caratterizzata da buon gioco e con tanti momenti che potevano girare da una parte o dall’altra.
Brava Trevisan nel primo set a cancellare la serie di cinque giochi consecutivi della norvegese rientrando dal 2-5 e “giocando” sulle tensioni che Helgo ha avuto quando serviva per il set sul 5-3 dove ha diminuito parecchio la spinta e avuto un braccio molto pesante ma, pur concludendo a proprio favore il parziale aiutata anche da un ace al centro non ha saputo costruire da quel momento favorevole ed è scivolata sotto 0-3. Ha ricucito il distacco ma dal 3-3 Helgo è stata più brava al servizio, salvandosi nel settimo game e portando il match al terzo set con un break sul 4-3. Nel set decisivo, con a quel punto molta tensione e un po’ di stanchezza, Trevisan ha giocato molto sull’inesperienza dell’avversaria, cercando sempre di farle giocare colpi scomodi e resi ancor più fastidiosi dalle sue traiettorie mancine. La trama ha funzionato solo nella prima metà del set, perché pur avanti 4-1 però Martina si è vista recuperare lo svantaggio e sul 4-4 ha dovuto addirittura cancellare una palla del 5-4 e servizio per la scandinava, riuscendo ad alzare la resa con la prima e trovando il guizzo decisivo al terzo match point nel decimo game.
Il fondamentale vantaggio azzurro è stato poi raddoppiato da Musetti che si è imposto 7-6(7) 6-3 contro Viktor Durasovic. Anche qui: la classifica racconta una storia che in campo non si è vista. L’azzurro è numero 23 delle classifiche, il norvegese numero 343. Eppure nel primo set l’equilibrio è stato totale, con il giocatore di Carrara che è andato in crescendo con la sua pressione in risposta ma non era centrato: un 15-30 sciupato sul 3-3, un 15-40 mancato sul 4-4. Sul 5-5 ha giocato un game splendido con due vincenti di rovescio lungolinea da applausi e ha fatto il break che sembrava decisivo, ma sul 6-5 ha buttato al vento un 40-0 disturbato un po’ anche dal sole che proprio nei momenti decisivi entrava molto di taglio nello stadio proprio in faccia all’azzurro che ha perso la calma e sbagliato diversi colpi soprattutto col rovescio. Al tie-break Durasovic è rientrato ancora: prima da 2-5, poi da 4-6. Musetti sul quarto set point complessivo è sembrato proprio in confusione, con una palla corta a inizio scambio giocata male. Poi un ace del norvegese per il 6-6, un nuovo ace per il 7-6 e su quel set point è girato gran parte del match. Musetti è tornato ad avere set point, il sesto del set per lui, e stavolta è riuscito a tenere profondo il dritto in contenimento per girare lo scambio e spingere all’errore l’avversario.
Non c’è stata storia nel secondo parziale, con l’azzurro scattato subito avanti nel punteggio con un break per il 2-0 confermato poi con il bel turno di battuta per il 3-0 che ha incanalato la partita e la serie. Domani alla squadra guidata da Vincenzo Santopadre basterà un punto per garantirsi la vittoria. Se è vero che per la Norvegia scenderà in campo Casper Ruud, contro Matteo Berrettini, gli azzurri sono favoriti sia nel singolare femminile con Lucia Bronzetti in campo contro Ulrike Eikkeri, sia nel doppio misto conclusivo.
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