Ha quasi dell’incredibile la vittoria di Iga Swiatek contro Ekaterina Alexandrova, che consegna l’ottava finale in stagione alla polacca e la vittoria numero 60 in un 2022 che per lei è fatto di tantissime soddisfazioni.
Ha quasi dell’incredibile perché sta giocando ben lontana dai suoi standard, vista già ieri un po’ in affanno causa malessere e che oggi è sembrata forse ancor più provata, e invece dopo due ore e mezza circa si è imposta per la prima volta in carriera ai danni della russa.
A Ostrava sembrava di assistere a una partita di Billie Jean King Cup, con i polacchi a supportare senza sosta la propria beniamina e crescendo di intensità nelle fasi decisive tanto da spingere Swiatek in più occasioni a dire loro di abbassare i toni: prima durante la partita e poi ai microfoni a bordo campo, quando si è rivolta nella sua lingua alla macchia bianco-rossa presente. In un certo senso, viene normale capirli: il momento è magico e loro sono ormai catturati dalla crescita e dai risultati di quella che molto probabilmente diventerà una dei migliori atleti nella storia di un paese che non è forse in prima linea costante, ma che quando si afferma lo fa in maniera pesante. Il caso Robert Lewandowsky ce lo dimostra una volta di più.
Oggi è finita 7-6(5) 2-6 6-4 per la giocatrice di Varsavia, che è riuscita ad arrivare al traguardo malgrado una condizione generale a tratti davvero bassa, ma resistendo di forza e di testa ai momenti, neppure troppi, dove Alexandrova cercava di prendere il largo. Il primo set è forse l’esempio migliore: Swiatek ha sofferto tantissimo nei propri turni di battuta salvo un paio sul finire di parziale mentre la russa conduceva abbastanza tranquillamente le operazioni. Sul 6-5 per la polacca, però, dal 40-0 Alexandrova si è incartata e ha cominciato il braccio a farsi pesante, perdendo quattro punti di fila. Ha visto il set point volare via per uno dei tanti errori di dritto di Iga oggi, ma da lì a fine set ha vissuto tutto con grande paura e fragilità. Swiatek è andata avanti due volte di un minibreak nel tie-break, si è fatta riprendere sul 5-5 ma lì ha trovato la risposta di dritto che è passata appena sopra il nastro e ha colto impreparata l’avversaria e, col set point a favore, si è presa tutto dopo oltre un’ora.
Quello che succedeva oggi a Swiatek era un generale rallentamento dei propri movimenti. Spingeva poco da fondo campo, tanto che traeva il massimo dal proprio servizio (addirittura 12 punti su 13 con la seconda, molti con servizi non risposti) e si affidava al propri livello per restare lì e approfittare di ogni occasione. Negli spostamenti laterali però era abbastanza in ritardo, priva della solita brillantezza che le appartiene. Così nel secondo set il logico e prevedibile calo ha permesso ad Alexandrova di affondare i colpi più facilmente e salire addirittura 5-0. Una piccola reazione della polacca, ma sul 5-2 la russa si è presa il set con il terzo break della frazione. Nel terzo si è cominciato proprio con Alexandrova al servizio, e Swiatek ancor più a soffrire ma salvando una palla break sull’1-0 con un ace a uscire e tirando su un pesantissimo turno di battuta. Di nuovo sotto pressione sull’1-2 Iga si è salvata in qualche modo da 30-30, mentre addirittura è finita sotto 0-30 sul 3-2 per la russa. Da lì, ha vinto 12 punti di fila. Dal nulla, quasi. Aiutata di nuovo dal servizio, stavolta puntando soprattutto al corpo dell’avversaria e chiudendo gli scambi col dritto.
Sul 3-3 però, pesano tanto gli errori di Ekaterina, che si è proprio sciolta con almeno due gravi punti regalati che hanno facilitato l’allungo. Sotto 3-5 ha reagito, quantomeno cancellando i primi tre match point, ma sul 4-5 non ha avuto chance. Un ace, un quasi ace, e Iga era 30-0 senza faticare (malgrado un accenno di crampi al cambio campo precedente). In quella bolgia, il 40-15 nato da un dritto colpito non benissimo, indietreggiando, finito proprio sulla riga, ha accompagnato l’urlo finale dopo l’ennesima risposta errata di Alexandrova.
Swiatek è sfinita, ha avuto anche poca forza per esultare, ma domani dovrà essere in campo alle 14:30 per sfidare Barbora Krejcikova, che sta approfittando di queste ultime settimane del 2022 per invertire un po’ un’annata che è diventata in singolare molto deludente dopo l’infortunio al gomito di metà febbraio. Forse aveva anticipato il rientro al Roland Garros, dove poi prese anche il covid, forse aveva bisogno di più preparazione, ma dopo tanti stenti si è rivista in queste due settimane una ceca molto competitiva e centrata.
A Tallinn l’exploit era arrivato in semifinale col successo in tre ore e mezza contro Belinda Bencic, in una partita in cui era stata sempre la migliore ma non aveva mai approfittato delle continue chance avute in risposta fino al netto calo dell’elvetica. Arrivata “a casa sua”, a Ostrava, ha proseguito l’ottimo trend centrando oggi la seconda finale consecutiva con una vittoria di grande carattere e qualità contro Elena Rybakina.
3-6 7-6(4) 6-4 il punteggio finale in poco più di due ore vissute sul filo dell’equilibrio. La kazaka dominava al servizio e quando aveva controllo chiudeva i punti in breve, la ceca da fondo campo era migliore, aveva più possibilità con lo scambio che si allungava, ma di fronte a un colpo di inizio gioco come quello di Rybakina oggi c’era soprattutto da avere grande pazienza. Il primo set è scivolato via più per demeriti della campionessa del Roland Garros 2021, che nelle fasi cruciali di metà parziale ha sbagliato troppo col rovescio e ha lasciato tanti punti gratuiti a un’avversaria che dal 4-3 ha preso il largo chiudendo il set. Da lì in poi, però, non ci son più stati break fino allo striscione del traguardo.
Nel secondo parziale le occasioni sono state minime per entrambe, con una sola chance avuta da Rybakina sul 5-5 ma su cui Krejcikova si è comportata molto bene e con la stessa attenzione ha gestito un tie-break dove il primo, fondamentale, minibreak è arrivato sul 5-4 in suo favore quando finalmente ha trovato la palla buona sul suo dritto per accelerare verso il corridoio e piazzare la palla sulla riga. È il colpo che le riesce meglio, quello più efficace, e lo ha ripetuto in grande fiducia nel punto successivo prendendosi il set. Nel parziale decisivo Rybakina a forza di ace (saranno 18 in totale) si è mantenuta avanti fino al 3-3 perdendo appena un punto. Nel quarto gioco ha però perso la prima e si è salvata in qualche modo, ma da quel momento si è rotto il sottile filo che le legava. Krejcikova ha fiutato un po’ di tensione e se da fondo campo non sbagliava un colpo ha poi usato l’astuzia, e la fortuna, per prendersi il break decisivo: sul 30-30 ha bloccato la risposta costringendo Rybakina a scendere a rete e giocando un ottimo passante di rovescio mentre sul punto successivo ha steccato la risposta che però è passata appena di là dalla rete. La kazaka ci è arrivata ma a quel punto la ceca ha alzato un lob fastidioso, forse non impossibile ma che ha mandato fuori tempo l’avversaria che si è poi lamentata delle luci troppo forti come già fatto da almeno un paio di giocatrici prima tra cui Emma Raducanu a inizio settimana.
L’errore, però, è tutto suo e oltre a essere goffo è stato anche grave. Krejcikova è andata a servire e confermando la superiorità maturata si è presa la partita.
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