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WTA Ostrava: Kontaveit si ritira, abdica la campionessa 2021. Bencic forfait, fuori Sakkari

Il tabellone del WTA 500 di Ostrava è giunto ormai ai quarti di finale e, tra le tante partite intense ed equilibrate continuano, purtroppo, i problemi fisici che stanno minando il torneo.

Ieri Ajla Tomljanovic ha dovuto lasciare a inizio secondo set il match (piuttosto ben giocato) contro Iga Swiatek. Oggi a inizio giornata è arrivato il forfait di Belinda Bencic per un dolore al piede sinistro, permettendo a Barbora Krejcikova di avanzare senza giocare, e in serata Anett Kontaveit si è fermata dopo un set contro Tereza Martincova.

Sfortunatissima l’estone, che abbandona le residue speranze di ripetere la cavalcata dello scorso anno per arrivare alle WTA Finals e perderà così tante posizioni in classifica “garantendosi” una perdita di circa 1000 punti senza possibilità di difesa della finale di Guadalajara quando perse contro Garbine Muguruza, anche lei certa assente.

Non era partita molto bene contro un’avversaria, Martincova, che la scorsa settimana batté 6-2 6-1 nella “sua” Tallinn. La superficie sembrava fare tutta la differenza: in Estonia Anett poteva attuare la sua grande aggressività e mantenere gli scambi entro pochi colpi, qui a Ostrava su una superficie molto lenta quella palla tornava sempre, costringendola a prendersi molti più rischi e sbagliare molto di più. Dal 3-0 però aveva inanellato quattro ottimi game, prima di subire l’ennesimo ribaltone del parziale e cominciare, qua e là, con alcuni errori abbastanza importanti. Il livello è mano a mano sceso, malgrado poi qualche bel servizio o scambio mantenuto sui pochi colpi dove rimaneva avanti nell’inerzia. Dall’1-0 e servizio nel tie-break ha subito 4 punti consecutivi, ha fermato l’emorragia ma dal 3-4 ha perso i punti successivi chiudendo suo malgrado con un doppio fallo. Già nella pausa tra i due set si è vista la massaggiatrice per controllare la zona della schiena, poi dopo un primo game perso ha detto basta.

Martincova, dunque, è ai quarti di finale nella parte alta del tabellone dove affronterà la vincente dell’ultimo match di giornata tra Ekaterina Alexandrova e Daria Kasatkina. Nella parte alta, contro Iga Swiatek, ci sarà la qualificata Caty McNally che si è imposta 6-1 3-6 6-1 contro la wild-card ed ex top-20 Karolina Muchova. Una partita molto piacevole da seguire perché, come ha detto anche l’americana ai microfoni, lei e la ceca hanno un tipo di gioco abbastanza simile. Forse McNally serve meglio, forse i passanti stretti di Muchova sono più efficaci, ma entrambe trattano la palla con buona delicatezza, con tanti slice e discese a rete continui, sacrificando la potenza per puntare agli angoli. La ceca, spinta da un faticoso ma pesante secondo set, aveva aperto con un break di vantaggio la frazione decisiva ma sull’1-0 si è persa con un bruttissimo (per il momento) errore di rovescio a campo vuoto sul 15-15 e con due doppi falli ha subito restituito il vantaggio, scivolando abbastanza velocemente da lì al 6-1 conclusivo.

McNally che, tra l’altro, ancora oggi è l’unica giocatrice ad aver battuto Swiatek nelle sfide della polacca contro giocatrici più giovani di lei. Sono 26 le partite che la numero 1 del mondo ha giocato nella sua carriera dove era la più “anziana” in campo, e il bilancio è 24-2. I confronti contro McNally sono entrambi relativi al pianeta juniores: il primo nel 2015, il secondo al Roland Garros del 2018. In quella semifinale, che Caty vinse rimontando un set di ritardo, la statunitense annullò anche due match point. McNally perse la finale contro Cori Gauff, ma vinse in doppio. Indovinate con chi? Proprio Swiatek, che anche nell’ultimo US Open si è allenata un paio di volte col fratello di Caty, giocatore di college USA, e che ha ricevuto un libro come regalo da Caty e da sua mamma dopo il trionfo in finale.

Sempre parlando di ritiri, invece, il forfait di Bencic ha promosso Barbora Krejcikova ai quarti di finale dandole un giorno di pausa che non avrà proprio disdegnato dopo la lunga settimana di Tallinn e domani non avrà Maria Sakkari ma un’altra statunitense passata dalle qualificazioni: Alycia Parks. La classe 2000 (ieri scrivemmo 1998 per errore) si è presa il secondo scalpo importante della sua settimana con la prima vittoria in carriera contro una top-10: 5-7 7-5 7-5 il punteggio finale maturato con oltre 50 vincenti messi a segno contro i 9 soltanto di Sakkari. La greca non ha giocato una partita terribile, ha dovuto più che altro difendersi e gestire le accelerazioni di un’avversaria che ha pescato la settimana più bella fin qui della sua carriera ed era lei, sistematicamente, a prendere rischi cambiando nel mezzo del palleggio verso il lungolinea. Concedeva qualcosa, Parks, soprattutto nei momenti delicati, ma in generale a parte un break subito a inizio partita ha tenuto inviolati i propri game e messo sempre buona pressione sull’avversaria, capitolata anche a causa di alcuni errori gravi tra fine secondo e terzo set, dove il braccio tremava e i suoi colpi non avevano grande pericolosità.

Diego Barbiani

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