Le ultime settimane, ma in generale quasi l’intero 2022, hanno rappresentato un periodo molto negativo per Maria Sakkari che se a marzo era a una vittoria dal diventare numero 2 del mondo da dopo Indian Wells ha avuto soprattutto delusioni e crolli nel ranking WTA.
A causa di una classifica sempre più “lunga” rispetto alla leader Iga Swiatek e tanti punti perse dalle sue compagne di top-10 non è mai scivolata più in giù del numero 7 del mondo ma da che sfiorava i 5000 punti è arrivata ad averne quasi 2000 in meno e con sconfitte dure da accettare sempre più costanti nel bollettino stagionale.
La più amara tra quelle post-US Open, e forse dell’intera stagione, è stata quella nella finale di Parma quando da stra-favorita ha perso contro Mayar Sherif in due set. Da lì, sconfitta all’esordio a Ostrava e San Diego. A Guadalajara, nell’ultimo 1000 della stagione, era ancora vicina a un posto alle Finals di Fort Worth ma i problemi da registrare erano tanti, soprattutto nell’animo ferito di chi sta per approcciare i 28 anni e l’unico titolo in carriera risale a inizio maggio 2019 a Rabat, in un torneo WTA 250, e sia prima sia dopo ha visto passare tantissimi treni, semifinali e finali perse.
In Messico, come accaduto anche durante le Finals dello scorso anno, ha avuto una scossa e una reazione di carattere. Tra ottavi e quarti di finale ha vinto due partite che la mettevano di fronte ad avversarie dirette per la qualificazione: Danielle Collins e Veronika Kudermetova. Tre set per entrambe le sfide, tanta tensione, furiosa reazione dopo gli ultimi punti. Contro la statunitense ha rimontato un set di ritardo, stanotte ha dovuto portare in volata al terzo set un match che fino al 6-1 5-5 la vedeva intoccabile al servizio. C’è riuscita, col punteggio finale di 6-1 5-7 6-4, passando ancora per un ottovolante di emozioni e un pubblico che era quasi tutto per lei, forse memore delle battaglie di 12 mesi fa contro Aryna Sabalenka, soprattutto, e Anett Kontaveit. Quella volta contro la bielorussa è forse l’esempio più paragonabile, per importanza e peso specifico della vittoria della greca che raramente (purtroppo per lei) ha avuto necessario sangue freddo da prendersi una partita di questo valore e che potrebbe anche sbloccarla per un finale di stagione in cui non solo ha salvato la top-10 ma le darà un’ulteriore chance di riscatto.
Impressionante, alla fine, il numero di occasioni che Sakkari ha dovuto fronteggiare al servizio: Kudermetova ha avuto int tutto 15 palle break, ne ha sfruttata una sola sul 6-5 in suo favore nel secondo parziale. Non ha fatto tanto meglio Maria, che ne ha prese “solo” tre su nove, ma dopo quello scivolone sul finire della seconda frazione il terzo si è aperto come momento cardine della stagione di entrambe e la greca ha subito preso il vantaggio capitalizzandolo poi sul 2-1 quando ha recuperato dallo 0-40 e ha alzato i giri del proprio dritto fino a salvare un’altra palla del controbreak quando serviva per chiudere l’incontro. In semifinale adesso avrà Marie Bouzkova, alla seconda apparizione tra le migliori quattro in un torneo 1000 dopo Toronto 2019 e che in Messico si sente anche lei come a casa: finale a Monterrey nel 2020 e ben quattro semifinali (compresa questa) a Guadalajara tra il WTA 125k del 2019, due volte nel WTA 250 con la finale di quest anno persa contro Sloane Stephens, e ora nell’appuntamento più importante. Nella nottata la sua vittoria è arrivata per ritiro di Anna Kalinskaya quando il punteggio era 5-2 Bouzkova per problemi al piede che sono sorti alla fine del match di ottavi contro Daria Kasatkina.
Nella parte alta del tabellone ci sarà la sfida tra Victoria Azarenka e Jessica Pegula. La bielorussa ha vinto una partita di quasi tre ore contro Cori Gauff. 7-6(2) 4-6 6-3 il punteggio finale dove il livello di entrambe è andato in crescendo dopo il pessimo primo parziale e dove comunque Gauff pagava più dell’avversaria i problemi col dritto, dove spesso arrivava una “stecca” o un colpo più corto. Per l’ex numero 1 del mondo è la prima semifinale stagionale, che la riporterà in top-30. Adesso la sfida a quella che forse è la giocatrice più costante della stagione dopo Iga Swiatek, perché Pegula è a 37 vittorie nei tornei ‘1000’ nelle ultime due stagioni, una in più proprio della polacca e dopo aver ottenuto qui l’ottavo quarto di finale in un 1000/Slam in stagione, uno in più di Swiatek.
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