Per riassumere il match di primo turno tra Iga Swiatek e Jasmine Paolini allo US Open basterebbe probabilmente fare riferimento alle tante categorie che possono esserci in una giornata abbastanza regolare tra le due.
Prima della loro sfida c’era un po’ di curiosità nel vedere che versione della polacca sarebbe scesa in campo dopo l’ultimo periodo poco soddisfacente e se i malumori palesati nell’ambientazione in Nord America potessero in qualche modo riproporsi e favorire una lottatrice come Jasmine, che lo scorso anno sempre sul Louis Armstrong fece un figurone contro Victoria Azarenka. Purtroppo per lei, malgrado tutto, il divario si è rivelato comunque troppo ampio.
La toscana ci ha provato, ha strappato anche diversi applausi vincendo gli scambi più lunghi della partita e provando sempre a darsi chance, ma il punteggio finale recita inesorabilmente 6-3 6-0 per la numero 1 del mondo. E fa specie, come tante altre partite che Swiatek si è aggiudicata in questa stagione con punteggi di fatto netti ma dando la sensazione (per esempio oggi) di non forzare, di avere qualche passaggio a vuoto e ritrovarsi anche a mugugnare tra sé e sé quando si ripresentavano alcuni passaggi delicati su cui sta lavorando tanto in queste settimane.
Probabilmente la qualità migliore per lei è che riesce a far sembrare facili partite dove di fatto c’è lotta, ma comunque ha quelle giocate che riescono poi ad ampliare la forbice e farle vincere sette game consecutivi in risposta. Dopo qualche settimana difficile tra Toronto e Cincinnati è arrivata a New York e ha passato molto tempo in campo. Un’ora o poco più in compagnia di qualche collega, poi almeno un’ora solo col suo allenatore a provare e riprovare soprattutto il dritto per cercare di trovare un feeling migliore con queste palline Regular Duty che proprio non le piacciono. Oggi ha cominciato con tre gratuiti di dritto nei primi tre punti, ma dall’1-0 Paolini ha cominciato ad alzare il proprio ritmo senza però forzare. Al servizio, altro tasto poco regolare, sembra aver trovato continuità con la prima in slice a uscire da destra. Quello è forse la nota migliore della sua giornata perché gioca spesso con grande naturalezza malgrado il suo movimento di preparazione per la battuta sia molto macchinoso. Da sinistra è tornata ad affidarsi al kick a uscire con buona costanza, sfruttando il fatto di un’avversaria che non ha un’altezza sufficiente a colpire con agio traendo spesso risposte docili o errori.
Il passaggio da 0-1 a 4-1 e servizio ha di fatto segnato il primo parziale. In quei momenti si è visto come soprattutto di dritto Swiatek non cercasse tanto un vincente, quanto di colpire la palla in maniera pesante e con tutto il top spin che può darle per rendere veramente difficile la gestione a una Paolini a tratti in apnea. Dopo quei gratuiti iniziali col dritto per Iga sembrava tutto relativamente agevole, ma ha sprecato la chance di 5-1 colpendo male proprio con quel fondamentale e da lì, con l’immediata chance di controbreak ottenuta da Paolini, è cominciata la fase più delicata. Il servizio è diventato altalenante e cominciavano a fioccare alcuni errori di troppo. Il gioco era molto più alternato, buone soluzioni ed errori tiravano fuori scoramento nella numero 1 del mondo che non chiudeva al servizio sul 5-2 anche per due errori abbastanza brutti ma di nuovo si risollevava in risposta rientrando da 30-15 e chiudendo con un punto a rete.
Dal secondo set la situazione per lei si è fatta progressivamente più tranquilla per Iga, che ha progressivamente alzato il ritmo ed è diventata molto più solida da fondo campo. Qualche errore ancora spuntava, Paolini vinceva gli scambi più lunghi e faticosi, ma dimostrava anche purtroppo di non avere la continuità necessaria per mettere insieme più punti di alto livello e trovare soluzioni per scardinare l’avversaria che ormai aveva preso il comando e il doppio fallo per il break del 4-0 ha di fatto spento la partita che si è trascinata poi fino al 6-0 conclusivo.
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