Nel 2018 Simona Halep perse al primo turno dello US Open contro Kaia Kanepi nel match inaugurale del nuovo stadio Louis Armstrong.
Quattro anni dopo, sempre primo giorno dello Slam, di nuovo la rumena viene sconfitta nel match d’apertura sempre sul Louis Armstrong.
Il dettaglio ancor più simile è che Daria Snigur, numero 124 al mondo e al primo tabellone principale in un Major della carriera, ha qualcosa che può ricordare l’estone, ormai icona e incubo di tante big. L’ucraina, che nel 2019 vinceva il titolo di Wimbledon junior, ha un gioco improntato bene sull’aggressività ma con una tecnica talmente personale soprattutto col dritto che crea un mix per certi versi unico. Un po’ Kanepi, un po’ Tsvetana Pironkova. Una giocatrice molto aggressiva ma dal tennis, appunto, altrettanto personale soprattutto sul lato del dritto, proprio come la bulgara.
Non è stata, nel complesso, una partita spettacolare, ma in qualche modo rivelatrice delle qualità della giovane ucraina che vista da fuori sembra fare il minimo per colpire, negli spostamenti, al servizio. Tennis monocorde come impostazione, poco ragionamento sul punto, ma poi i colpi non sono affatto male e il ritmo elevato che imponeva ha tolto la possibilità all’avversaria di ambientarsi ed entrare nel match. Halep, forse il vero rimpianto oggi al di là delle decine di errori tattici, è nell’essersi fatta sorprendere e non aver mai avuto pazienza a sufficienza da scambiare e spostare più indietro l’avversaria. Finché Snigur teneva la linea di fondo era quasi sempre in controllo dello scambio e quel dritto assolutamente piatto viaggiava che era un piacere, molto profondo, soprattutto in lungolinea e talvolta esaltandosi con il tracciante incrociato in corsa.
Il match è stato ricco di saliscendi, molte volte dettati dall’andamento di Snigur che dall’essere letale nel primo set è passata allo scomparire dal campo nel secondo parziale fino a riprendersi all’inizio del terzo. Un 6-2 0-6 6-4 che per lei, da Kiyv, in questo momento storico, vale quanto il sogno di una vita. Lo ha ricordato visibilmente commossa nell’intervista finale, tenendo tantissimo a ringraziare la famiglia col papà in tribuna che aveva le mani nei capelli, il suo paese, urlando al microfono “slava ucraini”. C’è stato bisogno di coraggio per chiudere un set finale che stava diventando sempre più complicato. Dal 5-1 di vantaggio ha giocato con sempre più tensione, perdendo la battuta sul 5-2 e mancando due match point sul 5-3. Sul 5-4, infine, l’immediato 0-30 di Halep faceva presagire a una rimonta ormai completata, invece due brutti errori tattici col rovescio per la rumena hanno dato un terzo match point all’avversaria, realizzato spingendo bene col rovescio in diagonale.
Tra gli altri risultati, Maria Sakkari ha evitato una nuova sconfitta Slam contro Tatjana Maria vincendo 6-4 3-6 6-0 e così anche Bianca Andreescu ha dovuto rifugiarsi al terzo set per avere la meglio contro Harmony Tan, giustiziera di Serena Williams a Wimbledon. Dopo un netto 6-0 iniziale la campionessa dello US Open 2019 si è smarrita cedendo il secondo set per 6-3 ma recuperando molto bene nel parziale decisivo, chiudendo 6-0 3-6 6-1.
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