Elena Rybakina ieri ha vinto il torneo femminile di Wimbledon al termine di una cavalcata sorprendente.
Non era forse nella prima fascia di favorite, ma si è fatta strada battendo CoCo Vandeweghe, Bianca Andreescu, Zheng Qinwen, Petra Martic, Ajla Tomljanovic, Simona Halep e per ultima Ons Jabeur.
Durante il suo cammino però si è parlato tanto, forse troppo, del suo passaporto. A inizio 2018 Rybakina è divenuta kazaka nel noto mercato che la federazione dell’ex nazione dell’unione sovietica ha effettuato in Russia prendendo diversi giocatori lontani dalla top-100. Con lei, appena diciottenne, ci hanno visto giustissimo. Le hanno dato soldi, possibilità di allenarsi e di avere per la prima volta un allenatore privato con cui girare il circuito (Stefano Vukov, ancora ieri seduto nel suo angolo) dando di fatto il via alla sua carriera.
Rybakina deve tutto al Kazakistan, ma il fatto che sia originaria di Mosca, spenda ancora del tempo lì, con la sua famiglia rimasta nella capitale russa, in questo particolare periodo storico, ha smosso le acque. Ieri, dopo la vittoria in finale, il grande capo della Federazione Russa Shamil Tarpischev, storico capitano della nazionale di Coppa Davis e Fed Cup, ha dichiarato in un’intervista: “Abbiamo vinto Wimbledon!”. Era un passaggio che ci si attendeva, visto soprattutto come funziona la comunicazione da quelle parti. Nel bene o nel male, il governo britannico ha spinto per squalificare russi e bielorussi proprio per non dar voce alla propaganda russa che avrebbe cercato ogni credito dalle prestazioni dei suoi atleti per girarlo a proprio vantaggio nel segno del nazionalismo locale.
Non solo, Tarpishev ha poi aggiunto: “Rybakina è un nostro prodotto”. A queste parole, la giornalista Sofya Tartakova, la stessa che un anno fa circa creò dei videodocumentari sulla vita e sulla storia di vari tennisti russi tra cui Daria Kasatkina e Andrey Rublev, si è lasciata andare su Twitter a un commento molto pesante:
“[…] tu non hai nulla a che fare con il successo di Lena! Quando lei aveva bisogno, nella federazione non c’è stato un solo aiuto per lei. E qui dici: “Rybakina è un nostro prodotto”. È una vergogna. Il budget della federazione va sempre verso un altro, e tu sai di chi sto parlando. La vittoria di Lena è merito della sua famiglia!”.
Tartakova nell’ultimo anno aveva altre volte commentato con amarezza il passaggio di Rybakina dalla Russia al Kazakistan. Quando Elena batté Serena Williams al Roland Garros, twittò che è stato un errore tremendo lasciarla andare perché si vedevano le sue potenzialità ma nessuno ha fatto qualcosa per lei. Pochi giorni fa, di nuovo, un commento sarcastico contro la Federazione Russa per quanto stava accadendo.
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