[16] S. Halep b. [20] A. Anisimova 6-2 6-4
[17] E. Rybakina b. A. Tomljanovic 4-6 6-2 6-3
Dopo il match perfetto contro Paula Badosa al quarto turno, Simona Halep si è quasi ripetuta. La rumena, a questo punto grande favorita per la vittoria finale a Wimbledon, ha dominato la partita contro Amanda Anisimova fino al 6-2 5-1 prima di trovare la parola fine “solo” sul 5-4.
La campionessa 2019, dopo i tanti punti interrogativi nati soprattutto dalle condizioni fisiche poco regolari patite nell’ultimo anno e mezzo, questo sembra forse il primo grande appuntamento dove sta riuscendo non solo a entrare in condizione ma a toccare costanza di rendimento come non la si vedeva da tantissimo. E proprio in quel 2019 lei vinse trasformando il proprio rendimento nella seconda settimana, dal 6-3 6-3 rifilato a Cori Gauff nel quarto turno fino al 6-2 6-2 in finale contro Serena Williams.
Oggi ha fatto un primo set da chi ha messo l’asticella a un livello che Anisimova non poteva proprio arrivare e la sensazione di dominio del campo è stata tale che già tra terzo e quarto game la statunitense è stata senza idee e con l’acqua alla gola, cominciando a fare errori su errori. Da questo punto di vista, Amanda è parsa ancora molto lontana da quello che deve essere il suo atteggiamento contro una grande giocatrice come Halep. Siamo a tre anni da quella giornata a Parigi in cui infierì proprio alla rumena una delle sconfitte più dure in uno Slam. L’anno successivo, proprio al Roland Garros, mise insieme appena un game. Oggi pochi di più. È sembrata poter fare troppo poco per creare problemi all’avversaria perché la sua aggressività non aveva precisione e non bastava a sfondare la resistenza molto solida di Simona.
Sono arrivati errori, Halep di colpo era scattata sul 4-1 e salvava abbastanza bene due chance di controbreak per il 5-1. Chiuso il set, ha riproposto lo stesso livello a inizio del secondo volando di nuovo sul 5-1. Sul 5-2, quando doveva solo raccogliere il frutto dell’ottimo lavoro, ha giocato in maniera un po’ incerta tanto che Anisimova, per la prima volta, ha comiciato a spingere con buona verve riprendendo uno dei break di ritardo e arrivando addirittura fino al 4-5 0-40. Da lì, però, Halep è riuscita a salire immediatamente sul 30-40 e sull’unica vera chance in cui Amanda ha potuto cominciare lo scambio come voleva, ha poi colpito male il dritto finito in rete per la parità. Un servizio vincente e di colpo c’era il match point, realizzato con l’ultimo errore della partita della statunitense.
Giunta così a 12 vittorie di fila a Wimbledon, Halep affronterà giovedì Elena Rybakina. La numero 17 del seeding si è imposta 4-6 6-2 6-3 contro Alja Tomljanovic, perdendo sì il primo set del suo torneo ma di fatto correggendo l’inizio un po’ tentennante salendo di costanza e precisione con la prima di servizio dal termine del primo parziale, mettendo assieme in tutto 15 ace, 2 di questi nel game conclusivo. L’australiana, che per il secondo anno consecutivo si è fermata tra le migliori otto, era partita meglio ma per tutto l’incontro ha avuto difficoltà a far funzionare il servizio come avrebbe dovuto. C’erano poche prime, e se nel set di apertura si è gestita bene anche gli scambi cominciati sulla seconda, alla lunga non ha retto e Rybakina si è sentita sempre meglio in campo prendendo il comando dal 2-2 nel secondo parziale salendo fino al 5-1 in quello decisivo.
Non è riuscita a chiudere subito a causa di tre rovesci finiti in rete, ma dopo aver mancato un match point sul 5-2 è salita rapidamente sul 4-0 nel nono game chiudendo con un ace centrale. Anche per lei, come per Ons Jabeur e Tatjana Maria, è la prima semifinale Slam della carriera.
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