È stata una versione veramente di alto livello quella che Petra Kvitova ha messo in campo in questi ultimi giorni a Eastbourne per prendersi il WTA 500 che aveva sfiorato nel 2011, perdendo in finale contro Marion Bartoli, poco prima del suo primo alloro a Wimbledon.
Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata veramente tanta e il sigillo di Doha dello scorso anno sembrava quasi ormai sbiadito, soprattutto perché in questo 2022 le soddisfazioni erano state pochissime.
Stavolta invece non solo tutto è filato liscio, ma tra semifinale e finale ha messo insieme due partite veramente importanti per battere in due set giocatrici che hanno dimostrato di poter far tanto bene sull’erba. Beatriz Haddad Maia, battuta ieri, è un po’ la sorpresa ma dopo due titoli consecutivi tra Nottingham e Birmingham poteva quasi sognare la clamorosa tripletta. Oggi invece, con un netto 6-3 6-2, la ceca si è presa il titolo battendo Aljona Ostapenko.
Una partita che si è da subito indirizzata a favore della giocatrice classe 1990, scappata avanti 3-0 e poi 4-1, tanto letale quanto in controllo degli scambi. Ostapenko non si è mai scossa, o almeno non riusciva oggi a contrastare l’irruento ed efficace gioco di attacco dell’avversaria. Lo scorso febbraio a Dubai Aljona si impose 5-7 7-5 7-6(9) con una partita veramente dura, lunga, piena di alti e bassi e con Kvitova sfortunatissima quando sul match point a favore il suo passante di rovescio è uscito appena largo. I precedenti, anche, parlavano di una sfida che poteva essere equilibrata (4-4) e invece è scesa in campo la Kvitova formato deluse. Le sue apparizioni, su questi livelli, sono forse più sporadiche di qualche tempo fa, ma quando capita è veramente uno spettacolo.
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