Ons Jabeur da inizio aprile a Charleston, giocando sei tornei, aveva raggiunto in tutto quattro finali e l’unica volta in cui non era arrivata almeno ai quarti è stato nell’appuntamento più pesante: al Roland Garros.
Finale in South Carolina, quarti a Stoccarda, vittoria a Madrid, finale a Roma, primo turno a Parigi, vittoria a Berlino. Preso torneo per torneo, è stato un percorso invidiabile da tante. Però quel neo dell’eliminazione clamorosa nello Slam sul rosso ha fatto tanto male.
Le ambizioni della tunisina, in quell’occasione, erano di chi voleva andare molto avanti. Non era l’assoluta favorita, perché Iga Swiatek era già vista col trofeo in mano da praticamente tutti, ma aveva tutto per arrivare almeno in semifinale. È riuscita a ripartire bene, vincendo il WTA 500 in Germania, e ora a Wimbledon vuole darsi un’altra chance. È testa di serie numero 3 e ha fatto il suo esordio oggi sul Campo 1 come numero 2 del ranking WTA, diventando la miglior tennista africana della storia dopo aver superato la sudafricana Amanda Coetzer, “fermatasi” al numero 3.
Il match odierno non presentava vere velleità, contro la qualificata svedese Mirjan Bjorklund, ma serviva dare un segnale soprattutto a se stessa. Se vuole davvero puntare in alto, occorreva sbarazzarsi abbastanza comodamente della sua avversaria che di fatti è andata immediatamente in affanno. È finita 6-1 6-3 e al prossimo turno avrà un’altra qualificata: la polacca Katarzyna Kawa, che un po’ a sorpresa si è imposta per 6-4 3-6 7-5 contro Rebecca Marino.
Passa al second turno anche la numero 2 del seeding Anett Kontaveit, che si è liberata di Bernarda Pera per 7-5 6-1. Non è affatto un periodo d’oro per l’estone, che dopo i buoni risultati di inizio stagione e l’eccellente finale di 2021 ha visto il rendimento crollare a causa della positività al covid-19 maturata a Stoccarda che le è costata la cancellazione da Madrid e le sconfitte consecutive a Roma e Parigi prima di un nuovo ritiro a Eastbourne, la scorsa settimana. Alla stampa estone aveva rivelato di soffrire ancora di pesanti problemi dovuti a quella positività, tra scarsissima energia e vista annebbiata dopo appena un’ora di attività. Oggi la sua prestazione non è stata male, non fosse per un primo set risultato più difficile del previsto dopo un incoraggiante inizio sul 3-0. Solo un doppio fallo dell’avversaria, sul set point, ha deciso il parziale mentre nel secondo l’immediato scatto in avanti di Kontaveit non ha visto Pera replicare e così il match si è avviato alla conclusione. Per Anett al prossimo turno ci sarà Jule Niemeier.
Emma Raducanu, numero 10 del seeding, ha aperto invece con una buona e non scontata vittoria contro Alison Van Uytvanck. Anzi, in molti la vedevano oggi sconfitta: un po’ i suoi continui problemi fisici, non ultimo quello agli addominali che l’ha costretta a saltare praticamente tutti i tornei di avvicinamento su erba allo Slam di casa, un po’ perché la sua avversaria su erba ha spesso trovato guizzi importanti e nelle settimane di preparazione aveva vinto due titoli e totalizzato un importante 12-1 perdendo solo contro Amanda Anisimova per 7-6 al terzo set.
La campionessa dello US Open, invece, si è imposta per 6-4 6-4 vincendo un importantissimo primo parziale dove ha resistito inizialmente agli attacchi della belga per fare un primo scatto col break del 4-4. Persa la battuta a zero, ha comunque resettato molto bene per tornare avanti e recuperare poi da 15-40 per chiudere il primo parziale. Alison ha un po’ tremato, soprattutto sulla seconda chance quando il suo slice difensivo di rovescio è rimasto troppo basso a causa della rigidità del braccio. Nel secondo però van Uytvanck era partita meglio, salendo avanti 3-1, ma non è riuscita a costruire granché da lì e ha perso cinque dei successivi sei game.
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