In una prima giornata Slam, al di là degli esordi delle big, c’è sempre spazio per le vicende più particolari. Storie normalmente nascoste di protagoniste che vivono un percorso diverso, traiettorie differenti nelle varie carriere.
Maja Chwalinska rientra nel cerchio forse più bello, perché la polacca classe 2001 proprio in questi giorni un anno fa annunciava una pausa a tempo indeterminato a causa della depressione.
Non aveva nemmeno compiuto 20 anni, lei che è coetanea dell’attuale numero 1 del mondo Iga Swiatek e con cui ha condiviso un’enormità di momenti nelle categorie minori. Erano sempre assieme: Swiatek e Chwalinska, Chwalinska e Swiatek. Iga è riuscita a fare passi da gigante, lei aveva trovato qualche difficoltà in più. Ci sono stati problemi fisici continui, oltre a una struttura che le fa perdere tanto margine rispetto a giocatrici più potenti. Il sito WTA la segna alta 160 centimetri, la realtà sembra dire che quel valore è anche abbastanza in eccesso. Non ha grande potenza, in un gioco che basa tutto sul piazzamento della palla e sull’enorme qualità che ha nel braccio destro oltre a grande intelligenza.
Chwalinska non tira forte, ma ha grande padronanza dei colpi in slice sia col dritto che col rovescio, tatticamente ineccepibile nelle tante occasioni quando oggi contro Katerina Siniakova (battuta 6-0 7-5) si è lanciata a rete in controtempo per prendersi il punto. Emblematico, nella sua idea di gioco, il punto che le ha dato lo 0-40 sul 5-0 nel primo set: slice di rovescio profondo, drop shot ben calibrato, lob di rovescio in demivoleè, volèe smorzata di dritto. La ceca, da sempre abbastanza irregolare, non ci ha capito granché nelle prime fasi e solo quando l’avversaria è stata vicinissima al 6-0 6-3 ha trovato due palle che le sono girate bene per tornare (momentaneamente) in partita.
Così, dopo le qualificazioni passate battendo (sempre da sfavorita) Aliona Bolsova, Alexandra Cadantu e soprattutto Coco Vandeweghe, oggi ha raccolto la soddisfazione di un secondo turno a Wimbledon al primo tabellone principale Slam della carriera. Non ci saranno punti in palio, ma quasi 100.000 sterline di montepremi per una ragazzina che fino a oggi aveva messo insieme una cifra di poco superiore (in dollari). Una che il 30 giugno 2021 diceva: “Negli ultimi mesi ho vissuto momenti pessimi dal punto di vista mentale. Sto lottando contro la depressione da fine 2019. Gli infortuni che continuavano ad arrivare non mi hanno aiutato ad affrontare questo problema. Sono al punto che non riesco più ad allenarmi, la mia mente e il mio corpo mi stanno ormai dicendo di fermarmi”.
La pausa non è durata tanto, a livello temporale, essendo Maja tornata in campo già a ottobre. Dal suo punto di vista, però, le giornate saranno sembrate eterne. Dopo i primi incoraggianti risultati, infatti, ha deciso di aprirsi in una lunga intervista rilasciata a inizio dicembre a sport.tvp.pl in cui è andata abbastanza nei dettagli di cosa abbia provato. La risposta forse più significativa è questa: “Al giorno d’oggi noi usiamo molto spesso la parola “depresso”, e le persone non sanno bene cosa sia. È difficile da descrivere. Non penso tu possa comprenderla veramente finché non la vivi. Ma non auguro a nessuno di passarci. Per me è partito tutto dal campo. Qualcosa che amavo è diventata di colpo un luogo di sofferenza. Ho cominciato ad associare il tennis con sofferenza, stress e pianti. Questo ormai era routine in ogni allenamento. E di conseguenza si è tradotto poi nella mia vita fuori dal campo. Non avevo più desiderio per nulla. Non volevo uscire di casa e in molti giorni mi sono trovata a piangere, spaventata, proprio perché dovevo uscire. Avrei tanto desiderato chiudermi nella camera e non parlare con nessuno”. A precisa domanda, invece, se abbia mai avuto pensieri oscuri, Maja ha risposto: “Sì, ci sono stati pensieri bui, ma non voglio dire quali”.
Chwalinska assieme a Swiatek è stata per anni la grande speranza del tennis polacco. Insieme le due hanno vinto la Fed Cup junior, in doppio, con Maja che dopo l’ultimo punto è corsa a saltare in braccio a Iga, in ginocchio. A Stoccolma, in un ITF a fine 2016 (il primo torneo da professionista di Swiatek, vinto) le due scherzavano in un’intervista. Avevano 15 anni, Maja diceva: “Abbiamo un piano (per il futuro, nda): io vinco l’Australian Open, lei il Roland Garros, io Wimbledon, lei lo US Open”. Sogni di un’adolescenza finita male, di fatto, perché gli ultimi anni hanno visto le due staccarsi per diverse ragioni. Maja oggi ha mosso un passo importante, malgrado rimarrà ben lontana dalla top-100 anche dovesse mai vincere il titolo per la questione dei punti non assegnati, ma che finalmente riesca a mettere in luce quel gioco così vario e divertente è una grande rivincita per lei, che ha riabbracciato proprio Iga un paio di mesi fa a Radom durante lo spareggio tra Polonia e Romania. Fu chiamata come quinta, premiata dal capitano Dawid Celt per i buoni risultati a livello ITF della prima parte di stagione. Swiatek era alla prima uscita ufficiale da numero 1 del mondo, ed erano spesso assieme anche nel ‘photoshoot’ di rito della squadra.
Ora, Chwalinska sta provando a recuperare quanto più possibile dei due anni “persi” tra depressione e scarse opportunità, derivate dalla pandemia, per chi come lei non era mai entrata in top-200.
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