[1] I. Swiatek b. [9] O. Jabeur 6-2 6-2
È Scala Reale per Iga Swiatek. Doha, Indian Wells, Miami, Stoccarda e ora Roma. Cinque successi consecutivi, 28 vittorie di fila, un numero 1 del mondo che le sembrava scomodo per come era arrivato all’improvviso, a causa del ritiro sorprendente di Ashleigh Barty, e che invece dopo nemmeno due mesi sembra quantomai giusto e veritiero.
Non avremo mai la controprova di quanto questa Swiatek potesse raccogliere contro la versione scintillante di Barty nell’ultimo anno perché l’australiana era di un altro pianeta, a tratti, proprio nello stile di gioco e nell’intelligenza rispetto a (quasi) la totalità del circuito femminile, ma la polacca sembra ormai un rullo senza pause. Anzi, meglio, sembra capace di affrontare anche le pause e le difficoltà che può trovare. Perché questa vittoria a Roma vede nello score della finale un 6-2 6-2, che fa il paio col 6-2 6-1 di ieri in semifinale ad Aryna Sabalenka, ma la settimana è stata tutta fuorché semplice. Da un lato i punteggi dei turni precedenti: 6-3 6-0 ad Elena Gabriela Ruse all’esordio, 6-4 6-1 a Victoria Azarenka agli ottavi, 7-6 6-0 a Bianca Andreescu ai quarti. Dall’altro il livello basso, nervoso e una giocatrice che lottava molto con se stessa per emergere da qualche impaccio nato durante un allenamento a inizio settimana contro Paula Badosa dove dal doppio break di vantaggio si è bloccato il servizio e non riusciva a ritrovare i meccanismi.
Vederla tra ieri e oggi fa sembrare le fatiche soprattutto degli ottavi un ricordo quasi sbiadito. Si è sempre tirata su, questa settimana, grazie a se stessa e alla forza di navigare in questi momenti. Ha avuto momenti in cui era quasi irriconoscibile e piano piano si è ritrovata, prima poi delle ultime due partite dove è stata quasi perfetta. Oggi aveva di fronte una Jabeur molto provata dalle ultime fatiche, dalla rimonta contro Maria Sakkari e dallo sforzo importante ieri contro Daria Kasatkina, e la chiave era per lei mettere subito distanza perché la tunisina è un gioiello con il suo gioco estremamente istintivo che può variare molto a seconda delle fasi della partita. Così il break immediato, sull’1-0, poi confermato per il 3-0, già dava una chiara idea di come si sarebbe sviluppata la partita.
Iga era sempre tanto solida e senza veri cali, ma Jabeur c’era e sul 4-2 ha anche provato ad attaccare in risposta salendo 0-30. Swiatek ha vinto quel game solo ai vantaggi ma senza concedere palla break, facendo anche due recuperi importanti su altrettante palle corte. La smorzata è stata una soluzione provata e riprovata oggi dalla numero 7 del mondo. Non ha mai funzionato direttamente, e questo è un grande applauso alla condizione fisica della polacca, ma da quella mano uscivano traiettorie spesso decisive, molto strette rispetto alla rete su cui Iga magari rigiocava la palla ma Jabeur poteva comunque avere la chiusura del punto sulla racchetta.
Swiatek ha chiuso il set all’ottavo gioco, ha salvato una palla break a inizio del secondo e da lì si è involata fino al 4-0. Jabeur sembrava aver tirato un po’ i remi in barca, ma quel piccolo e inaspettato passaggio a vuoto della numero 1 del mondo stava quasi per ridare vita alla partita. Non è quasi mai capitato, soprattuto nelle finali, vedere Swiatek calare di intensità, ma qualche errore di dritto di troppo ha concesso uno dei due break e perso a zero il turno di risposta sull’1-4. Ons, a quel punto, ci ha provato caricando anche il pubblico e, di nuovo con la smorzata e una traiettoria impossibile si procurava il passante comodo per lo 0-40 che poteva davvero aprire un nuovo copione. Il settimo game del secondo set è il momento: ci sono stati scambi bellissimi, lunghi, tutti chiusi da vincenti. Il dritto cancellava la prima chance, un recupero su una palla corta seguito da un ottimo lavoro di polso per il rovescio lungolinea vincente portava Iga sul 30-40 e per l’ultima chance c’è servito un nuovo rovescio lungolinea vincente. Sulla parità un piccolo inciampo, leggasi “doppio fallo”, concedeva una quarta opportunità a Jabeur che ha dato tutto in quel punto. Swiatek recuperava l’ennesima palla corta e attaccava col dritto incrociato, lei in allungo pescava la prima riga che costringeva la polacca a uno scomodo recupero di rovescio. Jabeur spingeva di nuovo a tutta col dritto mettendo la palla all’incrocio opposto e Swiatek ancora in allungo riprendeva e la metteva alta e profonda. Altra accelerazione della tunisina, stavolta col rovescio, molto profonda e ancora Iga a salvarsi. A quel punto, sfinita, Ons ha tentato prima l’ennesimo drop shot e poi un passanti stretto di rovescio finendo però sulla racchetta della polacca che ha appoggiato con delicatezza la palla appena al di là della rete.
Ovazione del pubblico per lo scambio più bello della partita e, col servizio, la numero 1 del mondo tirava su un pesantissimo game per il 5-2. Jabeur, senza più tante energie, riusciva a colpire un dritto vincente per il 30-15 nel tentativo di allungare la partita ma una palla steccata la riportava sotto pressione e da lì, 30-30, la spinta col rovescio della giocatrice di Varsavia ha aperto le porte alla conclusione della saga. Sul match point, un rovescio in rete di Jabeur, Iga è crollata a terra forse realizzando per la prima volta cosa è riuscita a fare in una settimana in cui è apparsa a tutti come solidissima ma dove, dentro di sé, ha dovuto lottare parecchio e gestire momenti abbastanza delicati. Per la prima volta in carriera, poi, ha difeso un titolo vinto l’anno precedente. C’è riuscita a Roma, il quinto 1000 della carriera.
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