È passata la prima settimana del Roland Garros e nel tabellone femminile tra le top-10 è rimasta solo Iga Swiatek.
La numero 1 del mondo e del seeding, dominatrice da fine febbraio a oggi, 102 giorni con 31 vittorie consecutive e il ruolo di grandissima favorita per lo Slam già vinto nel 2020 che ormai da due anni i bookmakers le affibbiano già da prima dell’inizio.
Nel 2021 Iga, da campionessa in carica e col forfait di Simona Halep, era già una delle due grandi favorite assieme ad Ashleigh Barty. Quando poi l’australiana si ritirò al secondo turno, la quota della polacca crollò ulteriormente a valori che ricordavano tanto quelli del suo idolo Rafael Nadal negli anni di dominio vero della terra parigina. Perse ai quarti di finale, un fastidio alla coscia ma soprattutto emerse tutta l’inesperienza di chi per la prima volta si trovava a recitare la parte di campionessa uscente e tra terzo e quarto turno aveva consumato tante energie che, col doppio nei giorni di pausa, non riusciva a recuperare.
Quest anno la situazione sembra diversa: principalmente perché non ha più il doppio impegno, ed è maturata tanto che ha imparato a vincere anche giocando male. Non sempre le riuscirà, la sua straordinaria serie è destinata a concludersi prima o poi, ma il percorso di crescita di questa ragazza catapultata al numero 1 all’improvviso è e rimarrà semplicemente straordinario. Il problema, detto ciò, è che dietro di lei la concorrenza si sta sfaldando da sola. Nella seconda metà del 2021 sono state ben sette le new entry in top-10 (tra cui la stessa Swiatek), il panorama si è completamente rivoluzionato: abbiamo avuto la prima greca, la prima estone e addirittura la prima tunisina. È entrata una ragazza come Barbora Krejcikova, non più giovanissima e che aveva speso quasi tutta la carriera fuori dalle 100 fino ai 24 anni. È entrata Paula Badosa, che aveva cominciato il 2021 fuori dalle prime 60. È cambiato tutto: è finita l’era di Simona Halep che era rimasta tra le 10 per oltre sette anni, è uscita Naomi Osaka per la sua crisi che ancora adesso mostra scorie, è uscita Serena Williams che si avvia ormai a fine carriera, è sparita Sofia Kenin tra problemi di varia natura.
Spariti alcuni nomi di peso, le debuttanti al loro posto si erano comportate anche abbastanza bene fino a inizio 2022 raggiungendo finali, accumulando punti e titoli. Anett Kontaveit, per citare un esempio, fino ad agosto 2021 aveva un solo titolo in carriera. Ne vincerà cinque nei successivi sei mesi, perdendo poi la finale delle Finals a Guadalajara. In una fase dove Barty guidava il gruppo, sembrava esserci una stabilità quasi sorprendente vista l’inesperienza di tante. Negli ultimi tre mesi, però, a poco poco sono venute a meno in tante. Soltanto Swiatek, delle prime 10, è approdata al quarto turno del Roland Garros. Le cinque teste di serie nelle 10 della parte bassa del tabellone sono uscite entro le prime due partite, solo Maria Sakkari ha passato l’esordio.
Per una polacca che avrebbe meritato un livello molto alto di ranking probabilmente in qualunque momento, già adesso è certa di finire il torneo con quasi 3000 punti di margine sulla neo numero 2, che sarà proprio Kontaveit o, al limite, Jessica Pegula. E per non rappresentare nemmeno una sorpresa raccontare di (quasi) tutte le top-10 sconfitte forse è il simbolo peggiore per tutto il resto del gruppo. L’unica su cui c’erano ambizioni vere di un cammino piuttosto lungo era Ons Jabeur. La tunisina ha compiuto la miglior stagione sulla terra battuta della carriera: finale a Charleston, quarti di finale a Stoccarda, vittoria a Madrid, finale a Roma. Poi, però, non è riuscita a venire a capo di un primo turno dove era grande favorita contro Magda Linette. Per tante delle altre c’era sempre un “però”. Kontaveit? Il covid le ha rovinato tutto l’ultimo mese. Contratto il virus a Stoccarda, non è mai riuscita a riprendersi fin qui. Ha saltato Madrid, subito una brutta stesa contro Petra Martic a Roma e sconfitta all’esordio anche a Parigi. In conferenza stampa, al portale estone Delfi, ha rivelato che il covid è stato abbastanza aggressivo con lei e dopo un mese ancora non riesce ad avere energie dopo un’ora di gioco, con la vista che a poco a poco diventava abbastanza appannata. E che dire di Barbora Krejcikova, numero 2 e campionessa in carica? La ceca era al rientro dopo tre mesi esatti di stop. Aveva sì un match sulla carta molto facile contro la wild-card Diane Parry, ma dopo un buon primo set l’assenza da competizioni è emersa brutalmente e, il giorno dopo, la scoperta di aver contratto il covid.
Alibi o meno, il momento di questa top-10 è pessimo. Karolina Pliskova, sul rosso, ha sempre fatto abbastanza fatica. Se poi la prendiamo in una fase dove non riesce a sbloccarsi post infortunio al polso tutto diventa ancor più brutto da vedere, perché perdere con soli quattro game raccolti contro la wild-card francese Leolia Jeanjean è disarmante. Garbine Muguruza che aveva concluso il 2021 trionfando alle Finals non sembra trovar pace e continuità in cinque mesi di 2022 dove tra infortuni e battute d’arresto pesanti ha visto sfumare enormi occasioni. Prendiamo l’esempio, ancora, di Krejcikova. Quando lei si infortunava a fine febbraio era numero 2 al mondo dietro soltanto a Barty. Quando è rientrata, era ancora al numero 2 dietro solo a Swiatek. In tre mesi nessuna è stata in grado di passarla tranne la polacca e, per un torneo, Maria Sakkari di una decina di punti. E la distanza tra la ceca e il resto del gruppo era minima: all’inizio di Indian Wells tra la seconda e la settima della classifica c’erano sugli 800 punti. Tolta Iga e, per un attimo, Maria nessuna è stata in grado di raccogliere quel gruzzolo che poteva bastare.
La stessa Sakkari, oltretutto, è arrivata fino al numero 3 del mondo con una continuità molto importante piazzandosi in semifinale in nove tornei su 18, andando tre volte in finale, ma i titoli le sono sempre sfuggiti tanto che a oggi il suo unico alloro risale al WTA 250 di Rabat del maggio 2019. Qui a Parigi, dove un anno fa perse con match point a favore una semifinale dove era grande favorita contro Krejcikova, il cammino si è interrotto al secondo turno. Poteva fare meglio? certo, ma senza girarci attorno Karolina Muchova è un cliente pessimo per tutte. Il problema è che sono occasioni su occasioni che si sommano e si ripetono con grande insistenza.
Swiatek sta portando sulle sue spalle un carrozzone che a ora fa veramente fatica a trovare aiuto. È così “isolata” e allo stesso tempo al centro dell’attenzione che un’eventuale sconfitta a Parigi potrebbe sollevare critiche anche sul suo conto, eppure ha vinto qualsiasi cosa potesse vincere da dopo l’Australian Open all’inizio di questo Slam, con un percorso dove ha alternato match dominati ad altri in cui ha messo in campo un livello molto più basso. Tornando a Melbourne, lei vinse due partite in serie contro Sorana Cirstea e Kaia Kanepi dal peso specifico enorme e che l’hanno aiutata probabilmente in tanti momenti fin qui. Lei sembra in una categoria tutta sua, in questo momento, ma il resto delle coinquiline in top-10 stanno facendo di tutto per accentuare ulteriormente la distanza.
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