[1] I. Swiatek b. Q. Zheng 6-7(5) 6-0 6-2
Dopo un’ora e mezza di gioco, sul Philippe Chatrier, Qinwen Zheng vinceva il primo set contro Iga Swiatek. Un parziale durato quasi quanto la totalità delle partite della polacca nel 2022, un set durissimo e che sarà da oggi il biglietto da visita migliore della cinese, data di nascita 8 ottobre 2002, considerata già da qualche anno una potenziale giocatrice di vertice e ancora molto grezza ma da far paura a chi da quasi quattro mesi non riesce a far altro che vincere e con parziali netti.
Straordinario il primo set della cinese, e Swiatek aveva da subito capito che oggi era una giornata molto diversa. Lo aveva accennato due giorni fa in conferenza stampa: se la cinese davvero avesse messo in campo anche solo una parte di quanto bene le avevano raccontato, oggi sarebbe stata abbastanza dura. E lo si notava: passati i primi game dove è partita molto concentrata e aggressiva, ha cominciato a far sentire la propria voce al servizio come per dare quel qualcosa in più alla palla sul colpo che rimane non eccezionale. Sentiva che la palla della cinese aveva una pesantezza come non ne aveva “misurate” nell’ultimo periodo e, malgrado il 3-0,
Il primo segnale è arrivato proprio nel quinto game, quando è andata avanti 40-15 e da lì non solo non è riuscita a chiudere ma dopo quattro chance mancate ha perso la battuta. Zheng, “ragazzona” di quasi 1,90, ha qualcosa che tante delle giocatrici affrontate da Iga non hanno mai messo in campo. A cominciare dal dritto, che non solo è capace di giocarlo forte, piatto e pesante, ma di lavorarlo tanto e dare molto top spin alla palla. Detiene il record stagionale di ace in una partita WTA (19) e ha cominciato lo scorso gennaio nel circuito maggiore a Melbourne quando è partita dalle qualificazioni e ha subito fatto semifinale, perdendo solo di fronte a Simona Halep.
Swiatek, malgrado fosse subito tornata avanti di un break, si stava incagliando in una partita come quella contro Liudmila Samsonova a Stoccarda, se non addirittura contro Kaia Kanepi all’Australian Open. Non è un caso, anche qui, che alla fine quella di oggi risulterà la terza partita più lunga della sua stagione, dietro proprio alle due maratone che hanno sforato le tre ore di gioco. Il fattore veramente importante, per la numero 1 del mondo, è che non è mai stata presa dal panico. Queste partite sono molto scomode: un’avversaria completamente sconosciuta, sfacciata al punto giusto, molto talentuosa, lei reduce da 31 successi consecutivi e unico nome credibile per la vittoria del torneo, a maggior ragione dopo le tantissime uscite di questi giorni. Ha perso quel primo set in quasi 90 minuti, ma ha sempre reagito bene nei suoi frangenti. È riuscita ad allungare sul 5-2, sul 5-3 ha mancato ben tre set point ma sul 5-4 è ripartita giocando due splendidi dritti e sul 5-5 è risalita da 15-40 con altri punti di grande valore soprattutto per il momento.
Cosa è successo allora? Niente, Zheng è stata sistematicamente in grado di esaltarsi. Da metà del primo set ha cominciato a impostare lo scambio, almeno in risposta, partendo da una palla molto carica, pesante e profonda. Swiatek non aveva controllo del punto, non come le piace fare, e doveva aggrapparsi a qualche ancora di salvezza. Ha avuto quei tre set point e sul secondo ha avuto fretta col rovescio in una fase di palleggio, ma era un momento dove non aveva controllo della situazione. Era sfida aperta, bella, appassionante. Il miglior set fin qui nel tabellone femminile. E lo ha vinto la cinese, che è cresciuta ulteriormente a fine parziale aiutata tra servizio e dritto, ma esaltandosi anche in fase difensiva o con qualche interessantissima variazione alla sola potenza, rientrando da 2-5 nel tie-break e mettendo assieme cinque punti consecutivi per chiudere 7-5.
A quel punto, purtroppo, il ritmo è calato. La cinese non ha più retto quei picchi di rendimento clamorosi e ha cominciato a sbagliare un po’, trovare i primi errori in profondità, e ha accusato un fastidio alla coscia che ha lasciato Swiatek diretta al sedicesimo 6-0 della sua stagione. Il terzo set è cominciato con Zheng che pagava ancora al servizio e Iga si portava sul 2-0, ma non chiudeva. Sul 2-1 la giocatrice classe 2002 è riuscita a impostare nuovamente qualche scambio come nel primo parziale e, subito, arrivavano due palle break. La difficoltà di Iga era tutta nel non riuscire a colpire come piace a lei, con una palla che saltava tanto e non era controllabile, costretta spesso a colpire ben sopra la spalla sia col dritto che col rovescio. Per lei è stato un discreto patema, ma Qinwen ha buttato al vento la chance di 2-2 quando ha optato per la smorzata con la polacca due metri dietro la linea di fondo e la palla che non è arrivata nemmeno al nastro. Swiatek si è tirata su e sul 4-2 è rientrata da 40-0 per fare il break. A quel punto doveva solo raccogliere il successo consecutivo numero 32, forse il più duro di questa serie, forse secondo solo a quello contro Samsonova. Intanto, però, ha agguantato la miglior serie in carriera di Justine Henin ed è la terza degli anni 2000 dietro ora solo alle sorelle Williams: a 34 Serena, nel 2013, a 35 Venus, nel 2000.
Mercoledì tornerà in campo contro Jessica Pegula, che si è imposta 4-6 6-2 6-3 contro Irina Camelia Begu. Ci sarà tempo per recuperare, sarà la sua prima partita da ventunenne (martedì è il compleanno) e ora, tra lei e una possibile sesta finale consecutiva, sono rimaste solo due fatiche.
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