C’era un tempo non troppo lontano in cui era la norma che il giovane fuoriclasse, dopo un paio di sconfitte, prendesse il sopravvento sul vecchio campione, suprandolo anche abbastanza nettamente. Il decennio – ventennio? – che ci stiamo faticosamente lasciando alle spalle ci ha invece indotti a ritenere che se Carlos Alcaraz supera Rafael Nadal in tre set, siamo di fronte ad una mezza sorpresa. Sulla terra poi, quasi un delitto di lesa maestà, verso il “King of clay”, anche se reduce da in millemila battaglie e persino da un infortunio. Ma se torniamo per un momento agli inizi di questo secolo ebbene allora tutto assume una luce diversa, quella fra l’altro di un giocatore che ieri ha compiuto 19 anni e che è il vero favorito non solo del Roland Garros ma persino della vetta del ranking entro l’anno. Carlitos, come ci abitueremo a chiamarlo, non è soltanto dotato di un’esplosività spaventosa e di una forza fisica terribile, ma ha persino la manina delicata, se vogliamo dar retta ai tanti dropshot o al meraviglioso modo con cui ha chiuso il terzo game del terzo set, un chop che di solito fa Federer, se vi ricordate chi era. E al di là di tutto, Alcaraz non ha certo concluso il suo percorso di crescita. A volte è talmente preda dell’esuberanza giovanile che tende a strafare, come ieri con Norrie ad esempio, cosa che gli costa qualche decina di minuti in più in campo e che potrebbe rivelarsi determinante contro avversari più giovani del Nadal reduce delle tre ore contro Goffin.Ad ogni modo oggi non c’è stata tanta partita, anche se Nadal un set l’ha portato a casa, ma solo perché prima Alcaraz si è fatto male e poi c’è stata una lunga pausa per via del malore che ha colpito uno del pubblico. alcaraz in fondo ha approfittato anche di questo, guadagnando il tempo necessario per tranquillizzarsi sugli effetti della caduta. Se a tutto si aggiunge che il murciano è persono baciato dalla fortuna, come nel caso del nastro che ha chiuso il settimo game del terzo set, ne abbiamo abbastanza per essere preoccupati per i prossimi tempi. Certo, adesso diranno che è meglio attendere quando Nadal avrà più partite sulle gambe e di aspettare la lunga distanza. Che possiamo dire? Speriamo abbiano ragione gli esperti.
Prima dell’attesissimo derby Novak Djokovic aveva superato in maniera troppo semplice Herbert Hurkacz, in una partita che nessuno ricorderà. Il serbo non ha faticato più di tanto perché dall’altra parte ha trovato un avversario che definire svogliato è poco. Anche i palleggi a ritmi bassi erano un rompicapo per Hurkacz, che è andato sotto subito 3-0 e poi non ha mai impensierito il numero 1 del mondo. Nel secondo set stessa storai, Djokovic ha giocato sul servizio del polacco giusto fino al break e poi si è limitato a controllare. Hurkacz ha avuto uno scatto di orgoglio giusto nel nono game, per evitare il doppio break, ha salvato due match point ma poi nel game successivo è tornato normale. Male, davvero molto male.
L’altra semifinale la giocheranno Tsitsipas, che ha superato un ottimo Rublev in tre set, con un game finale nel cui il russo ha buttato al vento la possibilità di giocarsela al tiebreak decisivo, e Zverev, che ha battuto Auger Aliassime dopo essersi complicato un po’ la vita nel secondo set. Stessa semifinale di Monte Carlo, ma le condizioni di gioco sono molto diverse, non è detto che finisca allo stesso modo.
Quarti di finale
[1] N. Djokovic b. [12] H. Hurkacz 6-3 6-4
[7] C. Alcaraz b. [3] R. Nadal 6-2 1-6 6-3
[4] S. Tsitsipas b. [6] A. Rublev 6-3 2-6 6-4
[2] A. Zverev b. [8] F. Auger Aliassime 6-3 7-5
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