BJK Cup: i playoff tra forfait e squalifiche. L’Ucraina senza il capitano, bloccato in guerra

Quello che sta per iniziare è un round di qualificazioni alle Billie Jean King Cup, l’odierna Fed Cup rivista a fine 2019, molto particolare. Gli eventi mondiali dell’ultimo periodo hanno in qualche modo inciso profondamente sul format.

La procedura di base vede 12 team presenti alla fase finale, dette ‘Finals’, con i team finalisti dell’edizione precedente qualificati in automatico, una wild-card (per la nazione ospitante o la miglior squadra non qualificata in base al ranking) e nove nazioni qualificate tramite i playoff di questo fine settimana.

LA SQUALIFICA DI RUSSIA E BIELORUSSIA

A causa dell’invasione dell’Ucraina cominciata il 24 febbraio dalla Russia, aiutata dall’amica Bielorussia, il CIO ha chiesto alle varie federazioni sportive affiliate di squalificare squadre russe e bielorusse, o di farle competere con bandiera neutrale e senza riferimento ai colori nazionali. ATP e WTA hanno deciso per la neutralità, mentre l’ITF ha scelto di escludere Russia e Bielorussia, con la prima che già competeva sotto il nome di RTF (Russian Tennis Federation) a causa della squalifica per doping di stato.

Nell’ultima edizione della Billie Jean King Cup la Russia, pardon RTF, aveva vinto il titolo battendo in finale la Svizzera. Con la squalifica, però, si è liberato uno slot che è finito all’Australia, prima squadra nell’ultimo ranking pubblicato dall’ITF. La stessa Australia, però, doveva giocare i playoff contro la Slovacchia a Brisbane, in quello che era inizialmente programmato come l’ultimo impegno di Ashleigh Barty prima del ritiro, un saluto finale davanti al pubblico di casa. A questo punto l’ITF ha deciso di portare automaticamente anche la Slovacchia alle Finals. Alle tre squadre qualificate se n’è aggiunta una quarta: il Belgio. La squadra europea doveva giocare ad Antalya, in campo neutro in Turchia, contro la Bielorussia, nazionale però squalificata.

Ricapitolando: Russia esclusa dalle Finals, Bielorussia esclusa dai playoff qualificazione. Svizzera già qualificata alle Finals a cui si aggiungono Australia, Slovacchia e Belgio. A queste quattro squadre se ne aggiungeranno sette dai playoff: dovevano essere nove, ma due partite non si giocheranno. Dopo questa tornata di partite rimarrà a disposizione un posto soltanto: quello che l’ITF vuole risevarsi per la nazionale di casa, nel caso in cui non si qualificherà (la sede della competizione, dall’8 al 13 novembre 2022, non è ancora stabilita) o la prima nazionale rimasta esclusa.

I 7 PLAYOFF

Italia – Francia, Alghero (terra rossa outdoor)

È una buona occasione, questa, per la nazionale di Tatiana Garbin che dopo essere passata per il Gruppo 1 nel 2020 ha ora la chance di staccare il biglietto tra le 12 migliori nazionali che si contenderanno la Billie Jean King Cup il prossimo novembre. La Francia non è più quella nazionale che ci fece malissimo a Genova nel 2015 quando venemmno rimontati dal 2-0 del sabato, e non è nemmeno quella del 4-1 inflittoci un anno dopo, partite che segnarono di fatto la fine della nostra era d’oro nel primo raggruppamento mondiale.

Con Caroline Garcia fuori, Kristina Mladenovic lontanissima dalla miglior condizione e la sola Alizé Cornet, nemmeno brillante nelle ultime uscite, del gruppo di allora, il capitano Julien Bennetteau dovrà cercare il modo per prendersi tre punti per nulla facili. L’Italia ha due giocatrici nella top-50: Camila Giorgi, attualmente numero 30 e Jasmine Paolini, numero 48. Al di là del ranking, i progressi recenti di giocatrici come Paolini e Lucia Bronzetti, alla prima chiamata in nazionale, e alla classica pericolosità di Giorgi, possono vedere la nazionale di casa favorita per 55-45. La terra rossa è forse la miglior superficie per entrambe, e forse gran parte della qualificazione sarà letta dalla presenza o meno di Giorgi che ha saltato i due ‘1000’ in Nord America per fastidi al polso.

USA – Ucraina, Asheville (cemento indoor)

La sfida tra USA e Ucraina partirà già con forti coinvolgimenti con la situazione che le ospiti stanno vivendo a casa. Sono riuscite ad avere un gruppo di giocatrici nemmeno da scartare, con Dayana Yastremska a guidare le europee accompagnata da Katarina Zavatska e le gemelle Kichenok (Nadiia e Lyudmyla, molto abili in doppio), ma sono senza il loro capitano e altri membri dello staff, rimasti bloccati proprio a causa della brutale e insensata invasione cominciata il 24 febbraio. Al posto di Mikhail Filima ci sarà l’ex tennista WTA Olga Savchuk. Non c’è Elina Svitolina che ha chiesto una pausa per lo stress accumulato dall’inizio dell’invasione e dai dolori alla schiena, come non ci sarà neanche Marta Kostyuk, uscita anche lei male dal doppio impegno tra Indian Wells e Miami.

Per le padrone di casa si parla per lo più della solita abbondanza. Delle tante giocatrici che potevano essere chiamate, Kathy Rinaldi ha avuto il “sì” inizialmente di Danielle Collins, Jessica Pegula, Sloane Stephens, Shelby Rogers e Desirate Krawczyk, alla prima chiamata della carriera. Negli ultimi giorni sono arrivati i forfait di Collins (ieri ad Austin a presentare il nuovo torneo WTA che vedrà il via nel febbraio 2023) e Stephens, e al loro posto sono state chiamate Alison Riske e la doppista Asia Muhammad. A questo punto sembra logico pensare a Muhammad e Krawczyk come doppiste, Pegula e una tra Riske e Rogers come seconda singolarista.

Sempre con uno sguardo malinconico al presente: nel 2012 le due nazionali si affrontarono la prima, e finora unica, volta in un resort a Karkhiv. Serena Williams era presente per ottenere il gettone qualificazione alle Olimpiadi di Londra. Tra le fila ucraine c’era anche una diciassettenne Svitolina. Si concluse con un 5-0 per la squadra ospite. In generale, tutt’intorno, c’era un gran contorno di festa. Ora ci sono solo detriti e morte.

Repubblica Ceca – Regno Unito, Praga (terra rossa outdoor)

Sfida sulla carta intrigante tra Repubblica Ceca e Regno Unito, nel playoff che potrebbe anche riservarsi fortunoso per la squadra sconfitta visto che si rumoreggia Londra e Praga siano due delle possibili candidate a ospitare le Finals a novembre. In caso di successo di una delle due, e la sconfitta sia la nazione scelta, la wild-card sarebbe automatica.

In ogni caso, si giocherà nel circolo tennis che ospita il torneo WTA 250 inizialmente sulla terra rossa a fine aprile e ora spostato sul cemento a inizio luglio. La Repubblica Ceca non ha più l’appoggio delle sue punte di diamante vere come Petra Kvitova e Karolina Pliskova, e non ha nemmeno Barbora Krejcikova, ma rimane una squadra di buonissimo valore e che ha presenti: Marketa Vondrousova, Katerina Siniakova, Karolina Muchova, Tereza Martincova e, anche se sembra solo chiamata come “sparring partner” Linda Fruhvirtova. L’abbondanza alla squadra di Petr Pala è qualcosa che non viene mai a meno e, per le caratteristiche da amante del rosso di Vondrousova (come anche di Muchova) la bilancia sembra pendere a loro favore.

Anne Keothavong ha chiamato un team piuttosto giovane con Emma Raducanu (classe 2002) a guidare le fila assieme a Katie Swan (1999), Harriet Dart (1996) e Sonay Kartal (2002). Dart, la “veterana”, è appena dentro le prime 100 del mondo. Raducanu, la prima singolarista, non ha mai giocato in vita sua sulla terra battuta. La sfida sembrerebbe abbastanza segnata.

Kazakhstan – Germania, Nur Sultan (terra rossa indoor)

Il Kazakhstan ha la possibilità di conquistare le prime Finals della sua storia, e in generale di qualificarsi per la prima volta al raggruppamento che le permetterà di giocare per il titolo della competizione tennistica a squadre femminile, ma la decisione di giocare sulla terra battuta (indoor) è forte sorprendente visto che la sua punta di diamante vera, Elena Rybakina, non è troppo a suo agio come poteva esserlo sul cemento.

È una sfida da decifrare. Rybakina, assieme a Yulia Putintseva, sono le sinoglariste che verranno scelte dal capitano Yaroslava Shvedova, mentre Rainer Schuettler dovrebbe puntare su Angelique Kerber e una tra Jule Niemeier, Anna Lena Friedsam e Laura Siegemund. L’ex numero 1 del mondo è giunta in aiuto del team ospite ed è rimasta come ultimo baluardo del periodo d’oro dopo che Andrea Petkovic ha dato forfait. Considerando la superficie, e il fatto che ha già vinto un titolo sul rosso indoor, la scelta di seconda singolarista potrebbe anche ricadere su Siegemund, che però è stata ferma tanto tempo per un intervento al ginocchio. Siegemund però è un jolly importante, sia in singolare che (più verosimilmente) in doppio dove farebbe coppia con Friedsam.

È un perfetto 50-50, qui.

Canada – Lettonia, Vancouver (cemento indoor)

Sfida falcidiata dalle assenze tra Canada e Lettonia, con le padrone di casa che hanno l’unica top-100 presente al via in Leylah Fernandez. Non ci sarà Bianca Andreescu, che però ha ricevuto una wild-card a Stoccarda e farà il suo rientro dopo sei mesi di pausa. Non ci sarà Eugenie Bouchard, assente ormai da un anno ma in procinto anche lei di rientrare dopo un intervento alla spalla. Non ci sarà Anastasija Sevastova, che circa due mesi fa ha annunciato di voler prendere una pausa dal tennis per i tanti problemi fisici. E se questi tre forfait erano in parte facili da immaginare, ieri sera è arrivato anche quello di Aljona Ostapenko che ha rinunciato a seguire la sua nazionale per un problema al polso.

La squadra baltica dunque non ha vere chance di ottenere tre punti, avendo come prima giocatrice Daniela Vismane, numero 267 del mondo. Potrebbero provare, in teoria, a giocare sulla seconda singolarista canadese (Rebecca Marino, numero 111 WTA) e sperare di arrivare al doppio.

Paesi Bassi – Spagna, ‘s-Hertogenbosch (terra rossa indoor)

La Spagna alla vigilia di questa settimana era vista come grande favorita per la presenza di almeno una tra Garbine Muguruza e Paula Badosa. Alla fine, però, nessuna delle due top-10 sarà presente. Muguruza si è presa almeno un mese di stop dopo Miami, Badosa è sembrata molto a corto di energie (soprattutto mentali) a Charleston.

Le ragazze di Anabel Medina Garrigues rimangono favorite, ma per le padrone di casa la distanza è forse minore rispetto a prima. Hanno però assoluto bisogno di un’Arantxa Rus che possa prendersi sulle spalle la squadra. In qualche occasione c’è riuscita, ma mai da prima singolarista e con una responsabilità forse maggiore. Rus, assieme a Lesley Pattinama Kerkhove, Arianne Hartono e la doppista Demi Schuurs proveranno a realizzare una piccola impresa contro Sara Sorribes Tormo, Nuria Parrizas Diaz, Rebeka Masarova e Aljona Bolsova, che partono comunque coi favori del pronostico per riportare la Spagna alle Finals.

Polonia – Romania, Radom (cemento indoor)

Doveva essere la vera sfida clou del fine settimana, con il picco nel match tra Iga Swiatek e Simona Halep, ma la sfortuna si è accanita pesantemente sulla squadra ospite.

Rimane il fatto dell’esordio da numero 1 del mondo di Swiatek in una cittadina a meno di 100 chilometri da casa sua, e con tutta l’enorme carica e attenzione che la Polonia intera ha riversato e riverserà su di lei ora che ha raggiunto la vetta del mondo, mentre la Romania si troverà a fare i conti con tante defezioni. Oltre ad Halep, che nel warm up di Miami si è procurata uno strappo muscolare nella coscia, saranno assenti anche Sorana Cirstea (non convocata), Jaqueline Christian (infortunata a fine febbraio e che ha appena ricominciato a camminare senza stampelle) e per ultima Elena Garbiela Ruse, vittima del covid-19 post Australian Open e che deve fermarsi per un po’ per guarire da un’infiammazione cardiaca.

La squadra di casa può contare su Swiatek, Magda Linette, Magdalena Frech, Alicja Rosolska come doppista e la rientrante Maja Chwalinska, coetanea di Iga che nel 2020 aveva cominciato un lungo periodo di sofferenza a causa di una depressione che per sua ammissione l’ha spinta talvolta a pensieri autolesionisti. Tornata a giocare a fine 2021 ha già ottenuti alcuni buoni piazzamenti nei tornei ITF, lei che sembrava destinata a entrare abbastanza rapidamente in top-100, dotata di un talento e una qualità nella mano sinistra da far invidia a tante.

Le rumene convocate sono: Irina Camelia Begu, vero baluardo del team, Monica Niculescu ormai relegata perlopiù a doppista, Mihaela Buzarnescu e la debuttante Andreea Prisacariu, chiamata a sostituire Raluca Olaru.

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