[2] I. Swiatek b. V. Golubic 6-2 6-0
Per tanti aspetti il match di Iga Swiatek potrebbe essere un piccolo capolavoro. Un match quasi perfetto, il dodicesimo risultato utile consecutivo che prosegue la miglior serie della carriera e mantiene intatta la casistica per cui dal Roland Garros 2020 ha perso soltanto una volta all’esordio. Ma c’è di più, molto di più. La ragazzina polacca di appena 20 anni ha giocato una partita clamorosa, soprattutto perché aveva tutto da perdere dopo i due titoli consecutivi in altrettanti tornei ‘1000’ nel match che di colpo non doveva sbagliare perché poteva catapultarla già adesso nella storia.
Vinto Indian Wells diceva di cominciare a pensare al numero 1, di volerci provare. Allora però c’era ancora Ashleigh Barty al comando, salda e sicura, inscalfibile. Chi poteva immaginarsi la decisione del ritiro? Così Iga, all’improvviso, poteva vedere quel traguardo già a portata di mano. Uno stravolgimento importante dal giorno alla notte. Due titoli ‘1000’ che potevano essere magari cancellati dalla tensione di un primo match che diventava subito così tosto, mentalmente, da affrontare.
Invece, Swiatek si è superata. Lo si è intuito fin dal primo game della sua partita dominata contro Viktorija Golubic, un 6-2 6-0 che poteva forse essere anche più netto. Game a zero per cominciare e, sul 30-0, un dritto vincente già carico di spin e di intensità. Non ha nemmeno accettato una fase interlocutoria, di approccio. Ha dichiarato che non aveva mai provato lo stadio centrale del nuovo impianto di Miami, non aveva nemmeno potuto allenarsi qui in giornata, ma l’influsso positivo che ha avuto è stato a tratti dirompente. Break immediato per il 2-0 e salvataggio importantissimo da 15-40, con in tutto cinque chance di controbreak cancellate, per salire 3-0. La svizzera non aveva potuto fare granché nel turno di battuta perso, ma in risposta si stava comportando benissimo. La sua modalità di aggressione è piuttosto particolare, perché indietreggia a due metri dietro la linea di fondo per lasciar andare il braccio e trovare palle molto rapide e tese.
Swiatek non è sembrata adorare lo scenario, ma Golubic al di là dell’ultimo precedente di Doha era sempre stata una bella spina nel fianco. Iga soprattutto può patire se il rovescio dell’avversaria si dimostra molto efficace e la svizzera poteva giocarlo come voleva, portatrice sana di un colpo a una mano molto personale (nasce infatti bimane) ma veramente spettacolare. Cinque palle break cancellate con colpi vincenti, poi uno 0-40 salvato sul 3-1. Questi due game, alla lunga, hanno pesato tantissimo. Golubic non riusciva a mettere sufficienti prime palle di servizio e se già con quel colpo faceva fatica a difendersi ecco che con la seconda palla era costantemente in affanno e la pressione, tanta, che Swiatek apportava in risposta pagava col primo doppio fallo della rivale sulla chance di 5-1. Iga non ha giocato benissimo quando doveva chiudere il parziale, soprattutto quando ha voluto colpire al volo una palla che probabilmente sarebbe uscita e ha portato l’avversaria sul 15-40, ma malgrado il break subito si è rialzata benissimo dal cambio campo andando subito all’attacco e prendendosi il set alla prima occasione, attaccando col dritto.
Nel secondo parziale c’è stato, se possibile, ancor meno equilibrio. Swiatek è partita fortissimo, e negli ultimi game non ha mai trovato resistenza. 26 vincenti in un’ora di partita, una prova maiuscola per celebrare un traguardo storico. Oltre a essere la ventottesima donna che (dal 4 aprile) salirà in vetta al ranking WTA diventa ufficialmente la prima tennista, uomo o donna, del suo paese a tagliare questo traguardo nonché la prima giocatrice degli anni 2000 a raggiungere questo traguardo dopo essere stata la prima, nel novembre 2016, a vincere un titolo professionistico. Swiatek, uno Slam e tre titoli ‘1000’ alle spalle, raccoglierà la scomoda eredità di Ashleigh Barty.
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