Il momento, a livello globale, è molto delicato.
Dopo due anni di pandemia, comunque ancora non del tutto superata, sembra ora sempre più vicino uno scontro su larga scala nell’est Europa, con la Russia che da diverse settimane ormai ha ammassato truppe militari lungo il confine con l’Ucraina.
A inizio settimana, la miccia che ha reso ulteriormente incendiaria la situazione: Vladimir Putin accoglieva positivamente la richiesta di indipendenza delle province autonomi sudorientali di Donetsk e Luhansk, occupate da separatisti filo russi, primo passo per una sempre più probabile annessione al territorio russo, inviando poi truppe militari con l’obiettivo, a parole, di mantenere la pace sul territorio.
Un pretesto, di fatto, per giustificare quello che potrebbe essere l’inizio di un’invasione vera e propria.
In mezzo alle tanti voci di protesta e paura, da parte della grande maggioranza del popolo all’interno del confine ucraino, si è inserita Marta Kostyuk. Non deve essere un momento facile, per lei come per colleghe e colleghi che vivono un po’ in apprensione giornate in cui da un momento all’altro l’escalation potrebbe aggravarsi ulteriormente.
L’ucraina si è espressa così tramite un post pubblicato tra le sue storie Instagram che riprende un thread abbastanza lungo ma, nel caso specifico, basta poco per condividere il pensiero comune. La frase ripresa dalla giocatrice classe 2002: “L’Ucraina ha la sua storia. L’Ucraina ha la sua cultura. L’Ucraina ha la sua lingua. L’Ucraina ha la sua nazione. L’Ucraina ha il suo territorio. L’Ucraina è uno stato sovrano. L’Ucraina non è “parte della Russia” (citando le parole usate da Putin per annunciare le nuove mosse politiche e militari in programma), non lo è stata e mai lo sarà”.
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