Naomi Osaka è tornata in campo dopo la pausa che ha voluto prendersi al termine dello US Open, il momento finale di un periodo molto negativo per lei dove a livello mentale era ormai in corso una pesante crisi nata dal periodo sulla terra battuta.
Le domande e i dubbi erano tanti, e non potevano dissiparsi dopo una partita, ma è bello (comunque la si voglia vedere) ritrovarla nel circuito. È stato anche un minimo simbolico averla di fronte ad Alizé Cornet, colei che aveva scosso l’attenzione mondiale sul caso di Peng Shuai.
Sarebbe stato un esordio abbastanza duro per la giapponese, e lo si immaginava da subito tra l’enorme spirito di sacrificio della francese e una condizione per lei tutta da scoprire. Finirà 6-4 3-6 6-3 e i punti su cui c’è da lavorare sono tanti, ma lo sa benissimo e per prima cosa col microfono davanti ha voluto pubblicamente ringraziare il suo team dicendo che è soprattutto grazie a loro che oggi è qui, per quanto hanno dimostrato disponibilità e attaccamento quando lei non voleva saperne di tornare e muovendosi nel momento in cui a Naomi cominciava a esserci quel formicolio alle mani che rivoleva la racchetta da impugnare.
I lati negativi sono perlopiù nel servizio. Appena un 27% di prime palle in campo nel set d’apertura, finirà con a malapena il 40%. Poi quando entrava era, come spesso le accade, ingiocabile, ma in generale cercava perlopiù di aggrapparsi al dritto. Il rovescio, soprattutto nei primi game, volava via e il movimento del corpo era molto rigido. Cornet cercava di difendersi al servizio scegliendo quella direzione ma più si andava avanti e più le era difficile proporsi sempre con soluzioni favorevoli. Ha salvato tre palle break servendo sempre sul lato sinistro o al corpo, ma sulla quarta (per la prima volta giocando una seconda più debole) Osaka si è girata per avere la palla sul dritto mettendolo però appena lungo. Sulla quinta, di nuovo chiamata alla seconda, Cornet non è riuscita a uscire dalla pressione e di nuovo ha messo una palla docile su cui Osaka si è avventata stavolta con più giudizio e con una serie di dritti pesanti ma relativamente profondi ha preso il vantaggio. Al servizio continuavano le difficoltà, ma ha allungato per il 5-3 e nel decimo game ha chiuso il set di apertura con un ace centrale.
A rimarcare ancor di più la situazione poco tranquilla, Naomi per tutta la partita non riusciva a imporsi nel numero di ace venendo sopraffatta per 5-3 da un’avversaria che non ha la sua potenza e non ha la sua qualità col colpo di inizio gioco mentre è franata nei doppi falli (8-6 per la giapponese). Così malgrado un break sull’1-1 e una situazione apparentemente più tranquilla, dal 3-1 sono cominciati i patemi. Nel momento più brutto della sua partita non incideva più e i punti volavano via troppo velocemente a favore di Cornet, che metteva insieme cinque game consecutivi per portare l’incontro al terzo set. Osaka sembrava un po’ improvvisare, tanto che nel primo game è scesa due volte a rete senza troppa certezza di chiudere il punto ma cavandosela in entrambi i casi. Sull’1-0 ha trovato poi il preziosissimo break di vantaggio che l’ha calmata e riproposta in una condizione di grande vantaggio, soprattutto perché il punto del 2-0 è arrivato dopo un grande scambio dove ha liberato uno dei suoi rovesci molto stretti dal centro del campo. Allungando sul 3-0, poi, aveva di nuovo la partita nelle sue mani.
Cornet si è sbloccata, ma si è soltanto avvicinata a quell’occasione che però non si è mai presentata. Sul 5-3, con la giapponese al servizio per chiudere, è salita 0-30 ma ha mancato la risposta su due seconde di Osaka che sul 30-30 ha messo in campo la prima e poi ha chiuso col dritto nei pressi della rete. Al prossimo turno la vincente della sfida tra Petra Martic e Maryna Zanevska.
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