Alle 11.55 del 4 gennaio Novak Djokovic posta questo su Instagram. Il numero 1 del mondo ha dunque ottenuto un’esenzione medica da parte delle autorità sanitarie australiane per entrare nel Paese e disputare quindi gli Australian Open.
Passano pochi minuti e la notizia diventa virale, scatenando le reazioni più disparate e mandando in tendenza l’hashtag #Djokovic.
Molti criticano la decisione delle autorità australiane, giornalisti di settore e non, ma anche personalità extra sportive, come Milena Gabanelli e Carlo Cottarelli. Non poteva mancare il virologo più famoso della rete, ovvero Roberto Burioni.
Tra chi si dice deluso da questa decisione c’è anche qualche tifoso di Nole, altri invece sollevano dubbi sulla natura di questa esenzione: politica (economica?) e non sanitaria. Insomma, un Australian Open con Djokovic a ben altro appeal rispetto ad uno Slam privo del numero 1 del mondo e 9 volte campione a Melbourne.
In rete, si sa, ogni questione viene affrontata e commentata con l’approccio del tifoso: o si è pro o si è contro. Questo caso non fa eccezione e tanti utenti postano anche a sostegno di Djokovic (sotto alcuni esempi).
C’è poi chi prova a buttarla sul ridere, cercando di ironizzare e stemperare quel clima di livore che spesso va in crescendo nelle discussioni sul web.
Dopo una giornata di discussioni però parte un nuovo hashtag, virale non solo in Italia, tra chi condanna il permesso speciale per il serbo: #DjokovicOut
In qualunque modo la pensiate o abbiate twittato, pro o contro non importa, di sicuro la questione terrà banco ancora per giorni.
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