A. Cornet b. [3] G. Muguruza 6-3 6-3
Al sessantesimo Slam consecutivo, a caccia di un record (62) che appartiene ad Ai Sugiyama e che Francesca Schiavone nel 2016 ha soltanto sfiorato fermandosi a 61, Alizé Cornet è ancora in grado di recitare la parte della guastafeste. La francese, che ha annunciato in conferenza stampa di come questa molto probabilmente sarà la sua ultima stagione da professionista, ha eliminato dall’Australian Open Garbine Muguruza, terza favorita del seeding e la maggiore accreditata a raggiungere almeno la semifinale nella parte bassa del tabellone.
Un 6-3 6-3 netto e inappuntabile contro la finalista dell’edizione 2020, che rivelerà in conferenza stampa di qualche problema a livello di organizzazione con un focolaio di covid-19 che ha colpito il suo team e che l’ha lasciata senza per 14 giorni costretta ad allenarsi da sola. Non era la solita Muguruza, questo è sembrato chiaro fin dall’inizio. Gli errori gratuiti della spagnola, soprattutto col dritto, sono arrivati a valanga. Il primo set l’ha vista costretta a fronteggiare 11 palle break senza mai rendersi pericolosa in risposta.
Un break per Cornet sull’1-0 ha fatto la differenza, ma poteva arrivare un 6-0. Alizé è stata 0-40 nel primo game di risposta, 0-40 nel secondo, 30-40 nel terzo e 15-40 nel quarto. Si è spesso cavata d’impaccio, ma la partita non stava filando per i suoi piani. Cornet lavorava tanto la palla per non farsi aggredire, Muguruza non aveva quasi mai la profondità che sperava e i suoi colpi avevano zero efficacia. Nel secondo parziale il momento chiave è arrivato sul 2-2, dopo nuovi affanni della spagnola, e Cornet prendeva margine prima sul 4-2 e poi sul 5-3, riuscendo anche a evitare di dover servire per prendersi la partita.
È lo scossone più grande del tabellone, perché apre una voragine nella zona di tabellone che doveva vedere Garbine gestire abbastanza fino al possibile ottavo contro Simona Halep. La stessa Cornet rivelava nell’intervista a bordo campo che non sapeva nemmeno chi potesse trovarsi di fronte adesso perché al sorteggio si era fermata al secondo turno, convinta anche lei che Muguruza potesse sbarrarle la strada. Invece è lei ad avanzare e avrà ora Tamara Zidansek, che ha superato 7-6(4) 6-4 Heather Watson.
C. Tauson b. [6] A. Kontaveit 6-2 6-4
Primo, grande botto di Clara Tauson. L’attesissima danese classe 2002, un anno fa abbondantemente fuori dalla top-100 e ormai vicina alle prime 30 del mondo, ha colto il primo successo della carriera contro una top-20 e top10. La vittoria contro Anett Kontaveit è speciale per tanti motivi: vale il primo terzo turno Slam in carriera, su uno dei campi più importanti in cui ha mai giocato e con la soddisfazione di esserci riuscita sentendosi così bene in campo che a un certo punto ha pure smesso di pensare a quello che era il piano concordato con l’allenatore e ha giocato come a occhi chiusi, quasi in trance agonistica.
L’estone, per la prima volta numero 6 del seeding in un torneo di questa portata, è stata messa sotto fin dal primo game della partita. Il primo parziale è stato probabilmente il migliore per Tauson, che non solo spingeva ma lavorava bene la palla mostrando tutti i progressi che la vogliono portare a essere sì aggressiva ma anche una giocatrice più a tutto campo, con soluzioni tattiche diverse. Poi, logico, quel braccio è potenzialmente devastante e dopo un primo break confermato per il 2-0, sul 4-2 ne ha ottenuto un altro con tre risposte vincenti chiudendo abbastanza facilmente il parziale dopo il cambio campo.
Serve bene, si muove abbastanza bene, fa tanto male. L’ascesa continua di questi ultimi 16 mesi, dalla prima qualificazione Slam al Roland Garros 2020, è stata sempre più visibile. Lo scorso anno, alla prima stagione nel circuito WTA ha messo insieme due titoli e una finale, tutti indoor. Per Kontaveit era una partita divenuta da subito molto complicata. Non faceva indietreggiare la sua avversaria, era anzi lei a dover faticare tanto alla ricerca di una palla un po’ meno robusta da provare a lavorare. Era spesso in apnea, quasi sempre in svantaggio in tutti i braccio di ferro. Pochissimi spazi di manovra e sempre poco lucida quando provava a spingere. Tauson, 70% di prime in campo nel set d’apertura, sbagliava pochissimo. Lo si era visto anche nella finale del Lussemburgo vinta contro Aljona Ostapenko dove le statistiche ufficiali indicavano appena sei gratuiti. Il numero era verosimilmente maggiore, ma nella sua grande potenza sembra avere fin qui enorme controllo.
Ha avuto un momento nel secondo parziale dove ha perso ritmo, qualcosa si è inceppato. Kontaveit è riuscita per due volte a prendere un break di vantaggio ma mai a staccarsi. 3-1, poi 4-2, e sempre a perdere il servizio nel game successivo. Il nervosismo per lei stava aumentando, Tauson pareggiava i conti sul 4-4 e si lanciava nuovamente all’attacco in risposta con tre ottimi punti per un immediato 0-40. Alla terza chance arrivava un nuovo break e sul 5-4 la chiusura dell’incontro. Ora per lei Danielle Collins, che su questi campi sa esprimersi molto bene. Dopo la prestazione di oggi, però, occhio una volta di più al cammino in cui è impostata fin qui Clara, da sempre rinnegata da tanti addetti ai lavori, privata di wild-card dal livello minimo degli ITF fino ai tornei WTA. Un cammino che ricorda tanto per questo Iga Swiatek, che si è costruita da sola senza l’aiuto di nessuno, e alla fine la soddisfazione può essere doppia.
[2] A. Sabalenka b. X. Wang 1-6 6-4 6-2
Altra giornata di enorme sofferenza per Aryna Sabalenka, che è riuscita comunque a emergere malgrado i tantissimi doppi falli e un nervosismo da controllare per circa due ore contro un’ottima Xinyu Wang, tennista ancora ferma al numero 100 del mondo ma con ottime soluzioni nel suo bagaglio tecnico, solo ancora da collegare bene.
Un 1-6 6-4 6-2 condizionato da 19 doppi falli per la numero 2 del mondo, che ha vinto il primo game (in risposta) sullo 0-5 e ha tenuto il primo turno di battuta soltanto all’inizio del secondo parziale. Una fatica immane, soprattutto nel controllare l’ennesimo disastro stagionale alla battuta cominciato con sei doppi falli nel primo turno di battuta che diventeranno 12 già alla fine del set d’apertura. Disarmante nella facilità con cui finiva per sbagliare.
Cliff Drysdale su ESPN dichiarava che uno dei problemi che notava era quanto Sabalenka aprisse la faccia della racchetta nel momento in cui spingeva verso l’alto. Craig O’Shannessy invece dalle tribune della Rod Laver Arena fotografava quello che per lui era il vero problema: la piccola pausa che prende nel movimento a salire della racchetta, che la fa andare fuori tempo e da lì quando muove la racchetta per colpire la palla finisce spesso per essere troppo dietro.
La sua fortuna qui è stata che a inizio del secondo set, in maniera un po’ casuale, prendeva un break di vantaggio. Non è stato immediato, ma mano a mano che passavano i punti e i game sembrava un po’ più tranquilla. Vederla nel primo set sembrava sul punto del tracollo, ma anche nei numeri è stato evidente il cambio di passo: 12 doppi falli nel primo set, 3 nel secondo, 4 nel terzo. È un percorso a ostacoli reso ancor più difficile da questo momento di crisi che le è preso a novembre. Kaia Juvan ad Adelaide dopo averla battuta diceva che vedendo quelle difficoltà si aspettava non fosse qualcosa capace di passare nel giro di breve, perché quando si blocca un colpo così importante come il servizio c’è bisogno di tanto lavoro dietro.
Sabalenka, oggi, al microfono ha detto che è stato relativamente facile a un certo punto mettere da parte i problemi perché le è capitato diverse altre volte prima di allora di trovarsi senza l’aiuto del servizio e che per la classifica che si ritrova ha molto probabilmente i colpi per vincere anche senza il servizio. Un ragionamento più per tenersi su di morale, quello che le serviva quando game dopo game riemergeva dalle sabbie mobili. Non c’erano i movimenti impacciati dell’esordio contro Storm Sanders e sul 5-4 ha anche sfruttato il proprio servizio per rimontare da 15-30 e tenere il turno di battuta ai vantaggi portando la situazione sul set pari.
Nel parziale decisivo ha trovato il break sull’1-1 spingendo bene col dritto. Ha subito un immediato contro break, ma è tornata subito solo 0-40 per sfruttare la terza chance e colpire col dritto in risposta. Sul 3-2 ha cancellato a sua volta una nuova chance di break per la cinese con un ottimo dritto, poi uno smash e il 4-2 che le dava ulteriore fiducia che questa partita potesse realmente finire nelle sue mani. Il nuovo break per il 5-2 è stato il punto esclamativo con un bel passante per lo 0-40 e la smorzata delicata per chiudere il conto rientrando poi da 0-30 con due ace consecutivi, una prima seguita da un rovescio incrociato e il primo match point concretizzato.
In qualche modo, è ancora in piedi. Al terzo turno avrà Marketa Vondrousova, che ha battuto 6-2 7-5 Liudmila Samsonova. Le due non si affrontano dal 2018, quando la bielorussa vinse due volte su tre incontri giocati.
Altri incontri
Iga Swiatek è rimasta una delle due teste di serie comprese nelle prime 10 presenti nella parte bassa. La polacca ha dominato anche oggi, battendo 6-2 6-2 Rebecca Peterson e al terzo turno avrà la numero 25 del seeding Daria Kasatkina, che ha superato 6-2 6-3 l’altra polacca Magda Linette. In questa zona di tabellone c’è anche Anastasia Pavlycuhenkova, numero 10 del seeding, che ha battuto 6-2 6-2 Samantha Stosur nell’ultimo match della carriera in singolare dell’australiana.
Non ci sarà un eventuale ottavo di finale tra Garbine Muguruza e Simona Halep, ma non ci sarà nemmeno un terzo turno tra la rumena e la campionessa dello US Open 2021 Emma Raducanu. La britannica infatti è stata sconfitta 6-4 4-6 6-3 contro Danka Kovinic. A pesare purtroppo le vesciche alla mano che hanno condizionato pesantemente la prova della britannica, crollata da 3-0 e servizio nel primo set, riuscita in qualche modo a riequilibrare la situazione dei set nel secondo parziale pur servendo piano per non sentire dolore e costretta a giocare dritti in slice. Nel terzo ci ha provato, giocava più top spin pensando però solo a piazzare la palla e sul 3-2 Kovinic ha allungato definitivamente chiudendo al secondo match point col servizio a disposizione sul 5-3.
Tutto facile invece per Halep, che si è sbarazzata di Beatriz Haddad Maia con un 6-2 6-0 molto rapido. Adesso per lei sulla strada per i quarti di finale c’è Kovinic al terzo turno e poi la vincente tra Tamara Zidansek e Cornet. Tabellone completamente ribaltato rispetto alle aspettative.
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