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Australian Open: Halep sul velluto. Swiatek lotta, Sabalenka cresce. Collins ruggisce ancora a Melbourne

[14] S. Halep b. D. Kovinic 6-2 6-1

Simona Halep supera la prima settimana dell’Australian Open con buon agio, sfruttando anche un tabellone molto agevole, il che non è nemmeno male in vista di impegni possibilmente più dispendiosi. La differenza tra la sua caratura e le tre avversarie affrontate fin qui è tutta in un dato: 12, i game lasciati per strada in tre partite. Dopo un esordio un po’ balbettante, la rumena ha ingranato ed è per il quinto anno consecutivo alla seconda settimana del primo Slam stagionale.

La partita odierna contro Danka Kovinic non presentava vere problematiche, perché il tennis della montenegrina è piuttosto docile per il peso specifico della ex numero 1 del mondo. La palla non ha molta spinta. Lei gioca in maniera pulita, ma senza qualcosa che possa scardinare la grande copertura di campo di Simona. Così c’è voluto un’ora circa alla rumena per imporsi col netto punteggio di 6-2 6-1. Lei che in conferenza stampa ha poi rivelato che in questo momento di sentirsi molto rilassata rispetto all’inizio del 2021, quando però era afflitta da tanti problemi fisici, guarda agli ottavi con ottimismo.

Sarà ancora grande favorita. Non ci sarà Garbine Muguruza ma c’è la sua carnefice: Alizé Cornet. Allo Slam numero 63 della carriera, uno degli ultimi se confermerà la volontà di chiudere la carriera a fine anno, la francese si è imposta con una rimonta delle sue contro Tamara Zidansek, che era avanti 6-4 4-1 e 30-0 sul proprio servizio prima di bloccarsi anche a causa di un warning per perdita di tempo subito sul 30-30, subito dopo un doppio fallo. Perderà in tutto otto punti consecutivi facendo risalire Cornet fino al 3-4 e perdendo poi un sanguinosissimo turno di battuta di 22 punti per cedere infine 4-6 6-4 6-2.

[2] A. Sabalenka b. [31] M. Vondrousova 4-6 6-3 6-1

Alla fine, malgrado il set perso, questa è stata la miglior versione di Aryna Sabalenka al servizio da ormai diverso tempo. Con il secondo e il terzo set odierni contro Marketa Vondrousova, poi, la bielorussa probabilmente ha avuto i dati più incoraggianti almeno dallo scorso US Open. Un cantiere aperto che ora vede la luce della seconda settimana, e molto di tutto ciò è dovuto alla sua testa perché si è convinta, è consapevole, che il suo tennis è sempre “lì” e che anche senza il servizio può essere una giocatrice difficilissima da battere. Lo dice la sua classifica, lo dicono i tanti trofei già ottenuti. Così dopo il mezzo shock del primo turno contro Storm Sanders e la dura partita al secondo contro Xinyu Wang, la numero 2 del mondo si è imposta 4-6 6-3 6-1 contro Vondrousova nel primo vero banco di prova del suo Slam.

Una partita nata ancora nel segno dei suoi doppi falli, con due dei 10 complessivi segnati nel primo game al servizio, ma che da lì in avanti è stata abbastanza regolare per i suoi standard. Ha fatto fatica a gestire alcuni momenti nel primo parziale dove sembrava avere tanta foga e Vondrousova la calma e il controllo necessario per disinnescarla con buon agio, ma dal secondo set in avanti è nata un’altra partita. La terza rimonta del suo Australian Open è nata col colpo del 2-0 dopo aver annullato a sua volta una chance di break per la ceca grazie a un dritto in lungolinea. Proprio questo era il colpo che più di tutti stava aiutando la tennista di Minsk. Il rendimento da quel lato era di altissimo valore, liberando tutta la sua potenza per il 3-0 e conquistando addirittura una chance di 4-0.

Marketa aveva già perso tutto quanto di buono costruito nel primo parziale, riusciva a sbloccarsi nel punteggio ma era in balia della sua avversaria sperando in un nuovo calo. Questo non è arrivato e sul 4-2 Sabalenka ha trovato ottimi servizi in serie per chiudere il game e sul 5-3 tra servizio e dritto ha incartato il 6-3 che pareggiava i conti. Nel parziale decisivo Vondrousova vinceva il primo game, ma rimaneva un fuoco di paglia. Sabalenka teneva facilmente il suo primo turno di battuta e sull’1-1 era già 15-40 frutto di un’ottima risposta di rovescio e nel punto successivo compiva una gran difesa per prendere vantaggio e rimontare poi da 0-30 con una pesante seconda di servizio e un dritto molto pesante a spaccare la diagonale. Sul 30-40 cancellava la chance di break con una seconda seguita da un dritto lungolinea e pur incartandosi un po’ e tornando a commettere due doppi falli in un game alla fine teneva per il 3-1 e un’importante ipoteca sul match. Nel game successivo è arrivato un secondo break e, sul 5-1, un terzo a chiudere la pratica.

Agli ottavi avrà di fronte Kaia Kanepi che a quasi 37 anni raggiunge per la prima volta a Melbourne gli ottavi di finale grazie al 2-6 6-2 6-0 contro Maddison Inglis. Le due si sono affrontate su questi campi un anno fa, con Sabalenka che veniva da una serie di 15 vittorie consecutive ma venne sconfitta in tre set dall’estone.

[27] D. Collins b. C. Tauson 4-6 6-4 7-5

Danielle Collins a Melbourne, ma in generale nei vari tornei della stagione australiana, si è sempre trovata molto bene. Un feeling forse anche aumentato da quando ha il fidanzato australiano. Lo scorso anno lei rimase a lungo a Melbourne dopo l’Australian Open, saltando una buona parte di tornei prima di rivelare del suo problema di endometriosi. Melbourne è anche il luogo dove per la prima volta arrivò in alto in un torneo Slam, raggiungendo la semifinale nel 2019. Questa volta il cammino è arrivato agli ottavi dopo la grande vittoria in un match durissimo contro Clara Tauson.

La danese, classe 2002, ha mostrato anche oggi i segni di una crescita costante e che la vede ormai prossima alla top-30. Non ha ripetuto nella qualità di gioco i livelli veramente alti mostrati contro Anett Kontaveit, ma è stata vicina a una nuova piccola impresa. Perché Collins è una delle peggiori avversarie in termini di pressione e sfida accesa, dove lei stessa cerca un po’ il confronto sfruttando la sua indole da giocatrice di college USA dove l’incoraggiamento continuo e il confronto è abbastanza di moda nelle varie squadre. Qui è da sola, e come spesso dice deve essere la prima tifosa di se stessa.

Oggi Danielle aveva cominciato benissimo contro una Tauson un po’ spenta nel footwork. Solo sullo 0-3 15-40 la danese è riuscita a far partire le gambe e a cominciare una progressiva crescita. Ha evitato il doppio break di ritardo e dall’1-4 ha messo insieme cinque game fatti di grande gioco e costante pressione sulla seconda della statunitense. Nel secondo continuava il bel momento con un break sull’1-1 ed è arrivata fino al 4-3 15-0, lì dove il match ha svoltato. Collins cercava di imporre maggiore pressione in risposta, ma il miracolo è arrivato in uno scambio dove era tre metri dietro la linea di fondo e Tauson in spinta negli ultimi centimetri di campo. Ha corso ovunque e alla fine ha trovato un angolo strettissimo di rovescio dove la danese non ha potuto far nulla. Un 15-15 che ha pesato tantissimo, soprattutto per Collins, che ha subito attaccato una seconda di servizio con un rovescio lungolinea e sul 15-30 catturava una palla corta e giocava il passante vincente. Una nuova risposta profonda le dava il punto del 4-4 prima del sorpasso rientrando da 0-30 e cancellando due palle break.

Tauson, che per tutta la partita ha faticato a imporre la prima palla rimanendo sempre sotto il 50%, ha subito tre risposte consecutive importanti della sua avversaria nel decimo game, scivolando sotto 0-40. Ha salvato due set point, ma sul terzo ancora una risposta di rovescio non le ha dato scampo. Il set decisivo è nato con una statunitense molto carica e una danese un po’ scossa. Collins ha alzato enormemente il livello della sua risposta ma anche del rendimento personale con la seconda palla, rimasto al 30% nei primi due parziali e schizzato di colpo all’80% nei primi game del terzo set. Tauson era costretta a superarsi: due palle break salvate nel primo game davano il là a una rincorsa continua e, da metà parziale, è sembrata quella più in affanno con il proprio serbatoio di energie.

Non ci sono stati break, ma Collins era sempre la più pericolosa finché sul 5-4 ha cominciato ancora fortissimo per salire 0-30. Sul 15-30 la danese non chiudeva un punto a rete lasciando il passante di dritto in corsa della sua avversaria, convinta uscisse, ma da due match point sotto è risalita giocando splendidamente soprattutto il secondo, dove è stata cacciata fuori dal campo e ha giocato un miracoloso rovescio lungolinea. Ha cancellato anche un terzo match point prima di impattare sul 5-5, ma tra questa spinta e un’ultima rincorsa sul 5-5 15-15 per una palla a rete (a cui è seguito un brutto errore di tocco, soprattutto per quanto fatto vedere fin lì) le gambe si sono abbastanza fermate. Collins ha tenuto con agio quel game e sul 6-5 ha raccolto due gratuiti della danese col dritto, fatto abbastanza raro fin lì, e sullo 0-30 ha trovato l’ennesima risposta incisiva della sua partita appoggiando di là un comodo rovescio lungolinea nel colpo successivo e sullo 0-40 ha chiuso con un’altra risposta vincente di rovescio.

Collins ha speso fiumi di parole per complimentarsi con la sua avversaria odierna, mentre Tauson ha detto se non altro di essere felice per il livello avuto durante le 2h40 di partita pur con grandi difficoltà a mettere in campo la prima palla. Danielle al prossimo turno affronterà Elise Mertens, che si è imposta con un doppio 6-2 contro Shuai Zhang.

[7] I. Swiatek b. [25] D. Kasatkina 6-2 6-3

Il match tra Iga Swiatek e Daria Kasatkina si candida a essere uno dei 6-2 6-3 più fasulli della stagione femminile. Se il punteggio fa pensare a qualcosa di netto, sul campo in realtà i game lottati e chiusi ai vantaggi sono stati tanti, perlopiù però a favore della polacca che per il terzo anno consecutivo torna negli ottavi di finale dell’Australian Open.

Una sfida che si presentava anche in maniera intrigante per la mano di entrambe le giocatrici e la loro capacità di costruire punti con traiettorie dettate dai loro top spin abbastanza estremi, per i livelli del circuito femminile, dal lato del dritto. Sembrava quasi una sfida a specchio, in partenza, e probabilmente anche per questo malgrado ci fosse una favorita abbastanza chiara sulla carta la lotta è stata abbastanza serrata.

Non sempre la qualità ha rispecchiato le attese, però come ha ripetuto più volte Swiatek tra l’intervista a bordo campo e il collegamento negli studi di Eurosport oggi era perlopiù una questione tattica di una partita che si annunciava molto intensa e dove non c’era da andare troppo per il sottile. Aveva perso la scorsa estate a Eastbourne, però era su erba, superficie che non adora particolarmente. Qui su cemento ha sofferto abbastanza sulla diagonale di dritto perché le arrivava una palla molto complicata da gestire e solo nel primo parziale i suoi gratuiti sono stati 13 con quel colpo. Riusciva però ad approfittare di una Kasatkina troppo rinunciataria nei momenti davvero importanti, che retrocedeva tanto rispetto alla linea di fondo e di fatto le garantiva di rimanere in posizione offensiva a decidere i punti.

L’inizio era tutt’altro che agevole, ma Swiatek ha ben giocato ogni palla break fronteggiata prendevo poi margine alla terza chance sul 2-1 in suo favore e capitalizzando un importante vantaggio per il 4-1, raddoppiato poi sul 5-2. Il momento positivo continuava a inizio secondo set, ma la russa stava cominciando a cambiare mentalità. Più vicina alla linea di fondo, con più grinta e spinta sul dritto, cominciavano a essere molte più le circostanze dove era lei a comandare per puntare al lato di campo del dritto dell’avversaria. Ha perso un brutto game al servizio, ma si è subito rifatta approfittando di un paio di brutti errori di Iga per agganciare il punteggio sul 2-2 e arrivare a due palle break per il 3-2 e servizio in un game dove la numero 7 del seeding era avanti 40-0. Swiatek è riuscita a evitare guai e sul 3-2 ha strappato la battuta allungando poi col primo turno di battuta chiuso a zero della partita. Sul 5-3, c’è stata anche un po’ di fortuna sullo 0-15 con un rovescio steccato finito negli ultimi millimetri di riga e, dal 30-30, il match si è concluso con due dritti di Kasatkina finiti sotto il nastro.

Diego Barbiani

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