[1] A. Barty b. [Q] L. Bronzetti 6-1 6-1
La missione per Lucia Bronzetti era ben oltre l’impossibile, oggi. Si potevano coltivare speranze che magari una Ashleigh Barty non troppo centrata le concedesse qualcosa, ma la differenza in campo era enorme. La riminese ha visto sulla Rod Laver Arena cosa è il tennis di altissimo livello e l’australiana è quasi diabolica per lei al di là dell’essere la prima giocatrice del mondo, ma perché ha un tennis che lei non ha mai trovato di fronte a sé. Non così stilisticamente e geometricamente perfetto, mai con una qualità così elevata nello slice di rovescio che nel circuito femminile è usato abbastanza poco e soprattutto in fase difensiva. Barty in questo è maestra e ha reso una soluzione di contenimento uno dei colpi più belli da vedere sul campo.
Il pomeriggio di gloria per Lucia è durato meno di un’ora, ha racimolato solo due game, è fuori dall’Australian Open, ma è riuscita a fare quello che veramente le si chiedeva: godersela. Tenendo sempre bene in mente da dove è partita dodici mesi fa, sui campi di un ITF da 15.000 dollari, il livello minimo del tennis professionistico, e che oggi è entrata in uno degli stadi più belli e più grandi del mondo fianco a fianco della numero 1 del mondo, ultima campionessa a Wimbledon. C’è stato quasi un sussulto nel primissimo game, perché Barty al servizio era ancora appannata e un paio di soluzioni in lungolinea sono finite larghe. L’azzurra è stata 15-30, è arrivata poi al 40-40, ma c’erano già i segnali di una partita che non avrebbe avuto storia.
Bronzetti, completamente inesperta, stava troppo dietro sul servizio dell’australiana. Concedeva almeno due metri rispetto alla linea di fondo, uno spazio enorme per un cecchino che ha trovato il primo ace della partita servendo piatto e strettissimo rispetto alla rete, con una traiettoria quasi impossibile. È stato uno show, quello dell’australiana, che ha quasi sempre fatto la mossa giusta e che si divertiva a sfruttare l’enorme porzione di campo a disposizione.
Lucia cercava di resistere quanto più poteva, ma la maggior pesantezza di palla e un ritmo che ancora non le appartiene la vedevano sempre in enorme affanno già solo nel colpire e rigiocare la sfera oltre la rete. Si è sbloccata sul 5-0 per la sua avversaria, ha avuto qualche momento più propositivo come quando ha intercettato col rovescio una seconda della sua avversaria trovando il miglior vincente della sua giornata. È finita con un netto 6-1 6-1 per la numero 1 del seeding, ma il bel momento a rete tra le due ha racchiuso la giornata che sarà frutto di grande esperienza e un bel ricordo in attesa della prossima occasione quando ci arriverà, si spera, tra le prime 100 del mondo e con un bagaglio più ampio a cui attingere.
Un ultimo pensiero invece è un piccolo ringraziamento per Casey Dellacqua, storica compagna di doppio di Barty nella prima parte della sua carriera e ora intervistatrice a bordo campo per il torneo che come primo commento ha chiesto alla connazionale di raccontare cosa è stata la partita citando espressamente Lucia e invogliando Ashleigh a citarla dopo che l’azzurra uscendo dal campo ha ricevuto gli applausi della stessa Barty: “Non era facile per lei, ma il pubblico ha risposto molto bene e alla fine mi ha detto che si è divertita tanto. È stato bello dividere il campo con lei”. Tra l’altro questa è per Ashleigh una giornata speciale, perché si celebra l’orgoglio aborigeno. Avrebbe dovuto esserci la sua mentore Evonne Goolagong che non è potuta però arrivare, ma Barty ha comunque tributato un lungo pensiero per lei raccontando di quanto ormai siano collegate, non ultimo grazie al bel gesto di indossare per lo scorso Wimbledon quel vestito che ricordava quello di Goolagong di 50 anni prima. Entrambe hanno poi vinto quell’edizione (1971 Goolagong, 2021 Barty).
Altri incontri
Verso la fine dell’intervista Barty ha poi fatto un commento sulla prossima avversaria, Camila Giorgi: “Una colpitrice fantastica, una delle più atletiche del circuito, una che mi farà correre come una dannata se vorrò riprendere i suoi colpi”. Le aspetta un impegno non da poco, anche se i precedenti sono praticamente tutti a suo favore (3) e uno di questi si è giocato proprio sulla Rod Laver Arena nel 2018 quando Barty vinse in tre set anche grazie a un problema fisico che l’azzurra accusò verso la fine del secondo set.
Oggi Camila, numero 30 del seeding, ha vissuto una partita completamente divisa in due contro Tereza Martincova, numero 47 del mondo. Fino al 6-2 5-2 sembrava non solo inattaccabile ma totalmente padrona del campo tanto da stare spesso un metro dentro e avere tutto il tempo e il modo possibile per lasciar andare il braccio in maniera superba. Un tennis aggressivo che funzionava quasi in ogni dettaglio. Poi quando era ora di chiudere sono sopraggiunte le prime incertezze. Un improvviso break ha tenuto Martincova in vita, capace poi di accorciare sul 4-5. A questo punto è cominciato un parziale da brividi per l’azzurra: nel decimo game ha aperto con un doppio fallo e un rovescio che quasi colpiva le gambe della ceca, piazzata ben dietro la linea di fondo. Sullo 0-30 un nuovo rovescio si fermava stavolta sotto al nastro. Si era parecchio irrigidita e alla seconda palla break ha commesso un errore abbastanza solito, con un dritto non controllato in lunghezza su una palla molto bassa e corta. Sul 5-5 il dritto ha continuato a perdersi tra lunghezza e larghezza e la sua avversaria di colpo si trovava 6-5.
Di nuovo al servizio, il momento di confusione continuava fino allo 0-30. Ha accorciato le distanze con un buon scambio chiuso da una voleè di rovescio e poi, sul 15-30, il vero punto di svolta con Martincova che commetteva un grave errore di dritto su una seconda nemmeno profonda o potente dell’azzurra. Sul 30-30 Camila ha poi giocato un super dritto sulla riga laterale portando infine il set al tie-break dove è volata subito sul 4-0 e ha chiuso al secondo match point.
Giorgi diventa così l’ultima tennista azzurra rimasta in gara, perché nemmeno Martina Trevisan ha potuto compiere l’exploit venendo anzi travolta da Paula Badosa, numero 8 del seeding e ora grande candidata almeno a un posto nei quarti di finale. 6-0 6-3 il punteggio di una partita dove alla toscana è riuscito ben poco, coi primi game volati via dove cercava di essere molto aggressiva ma spesso perdendo le misure del campo. Il primo parziale è volato via in breve tempo, nel secondo ha cominciato con un’importante reazione cancellando quattro palle break e salvando la battuta da 0-40. È rimasta un po’ a condurre ma sul 3-3 Badosa ha ottenuto un nuovo break confermato poi per l’allungo sul 5-3 chiudendo con un ulteriore game vinto in risposta. Per la spagnola al terzo turno ci sarà Marta Kostyuk, che ha sconfitto 7-6(4) 6-3 Sara Sorribes Tormo, testa di serie numero 32.
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