[1] A. Barty b. A. Anisimova 6-4 6-3
Ashleigh Barty esce viva dall’ottavo “della morte” e lo fa rifilando un 6-4 6-3 ad Amanda Anisimova nell’ultima fatica di questo piccolo percorso che la riporta per il quarto anno consecutivo ai quarti di finale dell’Australian Open. Una partita condotta in maniera inappuntabile, ancora una volta, dalla numero 1 del mondo che fin dai primi punti ha messo in campo tattiche chiare e soluzioni di ottimo spessore per mettere in affanno la statunitense, mostrando in un certo senso quanto sia stato diverso il percorso tra le due da quella semifinale al Roland Garros 2019.
Quel giorno per entrambe era una prima volta a quel livello. Barty sulla superficie fin lì mai particolarmente amata. Fino a quel torneo parigino per lei una settimana di tornei sul rosso era “una settimana più vicina alla stagione su erba”. Poi successe qualcosa, e in un tabellone stravolto riuscì a navigare abbastanza bene fino a un passo dalla finale. Addirittura aveva detto al proprio mental coach di andare direttamente a Londra, a inizio di quel torneo, convinta che avrebbe perso in fretta e avrebbe raggiunto l’Inghilterra il prima possibile. Invece trovò belle vittorie e contro Anisimova aveva la grande chance di una finale Slam. Era una sfida, in quel momento, tra complete outsiders e per Barty fu molto emotiva. Andò avanti 5-0, perse 10 game dei successivi 11 game ma nel cambio campo sullo 0-3 nel secondo parziale, ha ricordato anche qui a Melbourne due giorni fa in conferenza stampa, fu in grado di dirsi alcune parole che ancora oggi ricorda sistematicamente e che la aiutarono tanto a rigenerarsi. Ashleigh ripartì, vinse secondo e terzo set e dominò la finale contro Marketa Vondrousova.
Il percorso, in ogni caso, sembrava tracciato e luminoso anche per Anisimova. Potevano crescere in parallalelo, magari a velocità diverse, ma quanto successo pochi mesi dopo avrebbe stravolto la vita di Amanda e dalla morte improvvisa del padre partirono due anni molto complicati. Ora è qui, è tornata su un campo e su un livello che già la riconosce di più, e riavere contro Barty può essere una piccola chiusura del cerchio. Dipenderà da come assorbirà questo momento, ma il suo torneo è stato veramente importante: battuta Belinda Bencic, Naomi Osaka e oggi capace di reggere fino al 6-4 3-3 contro una ragazza che in questi primi tornei stagionali sta sbagliando in maniera importante forse solo un paio di palla a set. Ed è riuscita, tra l’altro, a strapparle la battuta dopo 63 game consecutivi tenuti dalla numero 1 del mondo, dalla metà del secondo set contro Cori Gauff nel suo primo match stagionale ad Adelaide.
Il vero punto di forza, per Barty, è stato molto simile a quanto visto nel match contro Camila Giorgi. Palle basse, radenti, per mandare fuori posizione una grande colpitrice. “Textbook” direbbero gli angolofoni. Tutto molto chiaro e semplice, ma fatto dannatamente bene. Per tutta la partita Anisimova ha dovuto gestire palle scomode, e ce lo si aspettava, ma non è mai riuscita a trovare un rimedio alla palla molto profonda che non le dava angolo ma soprattutto la faceva indietreggiare. Malgrado questo, la partita sembrava piuttosto in equilibrio e per Amanda funzionava molto bene il servizio e quando riusciva a rispondere alle seconde palle era in grado di dar fastidio all’avversaria. Non ci riusciva sempre, e nei punti cruciali spesso sbagliava. L’esempio principe è stato probabilmente sul 2-1 per lei, quando Barty cadeva in due doppi falli e sul 30-30 subiva la risposta andando sotto nel punteggio. Sul 30-40, ancora con una seconda, ha cambiato angolo andando sul rovescio e buttando Anisimova fuori dal campo, con la statunitense a sparare troppo lungo.
Salvato bene quel turno di battuta, Barty è salita a sua volta 15-40 non riuscendo a scappare per una buona gestione al servizio dell’avversaria. Quando però Anisimova è andata al cambio campo avanti 3-2 ha guardato il suo angolo come se avesse sentito una fitta all’anca sinistra. Non è un caso che nel primo punto del sesto game Barty subito è andata a colpire sul suo lato sinistro vedendo che non c’erano appoggi saldi. Non si è capito quanto effettivamente fosse condizionata, a livello di fastidio, ma in campo per 10 minuti circa Anisimova non è stata più la stessa negli spostamenti e Barty, diabolica, si è lanciata nelle sue traiettorie più infide. Tenuto facilmente il game del 3-3, nel primo punto del settimo gioco ha mandato la palla in un angolo, poi nell’altro. Sullo 0-30 ha voluto farsi attaccare alzando la palla ma non dandole troppa profondità per cominciare poi a manovrare con lo slice di rovescio, corto, e far perdere tanto campo all’avversaria. Alla terza palla break, l’accelerazione di dritto incrociato.
Anisimova non ha risentito tanto da lì in avanti, ma quel momento ha spaccato il set chiuso molto agilmente dalla numero 1 del mondo sul 5-4 con un turno di battuta durato 64 secondi. Nel secondo set ha subito avuto un’altra chance, ma un dritto rimasto basso si è spento in rete. Anisimova si salvava e qui qualcosa cambiava. Lei ha cominciato a farsi un po’ più “vocale”, Barty di colpo perdeva più facilmente campo quando attaccata sul rovescio. Due punti persi così al servizio ed era 0-30, sul 15-30 Anisimova spingeva bene col dritto trovando ancora una Barty imperfetta in difesa. Ashleigh salvava la prima chance, ma sulla seconda Amanda colpiva, ancora col dritto. La striscia, incredibile, si era fermata a 63 game consecutivi tenuti. Eppure non è bastato. In breve Barty si è ricomposta e cominciando da un dritto molto stretto in risposta ha creato un nuovo 15-40 capitalizzando alla seconda chance per l’immediato controbreak raggiungendo poi il 2-2 con una nuova palla break salvata grazie al sesto ace della sua partita, giocato su una seconda palla.
Due game abbastanza tranquilli per entrambe e poi il fattaccio, sul 3-3. Anisimova era avanti 40-15, aveva attaccato bene col dritto e si era presa la rete, ma è stata lenta nella preparazione dello smash a campo vuoto, colpendo in completo ritardo e mandando la palla ampiamente fuori. Sul 40-30 Barty è entrata di nuovo col dritto sulla risposta e sul 40-40 un nuovo slice profondo di rovescio l’ha trovata impreparata, col break arrivato nel punto successivo grazie all’ennesimo scambio costruito su ogni angolo. Avanti 4-3, e con un facile turno di battuta per il 5-3, Barty si è trovata di colpo a un passo dalla vittoria e nel nono game ha costruito un nuovo break giocando sempre sulle imperfezioni della sua avversaria che sul 15-30 si è come fermata dopo il servizio, vedendo sfilare accanto a sé la risposta divenuta vincente dell’australiana che al primo match point ha chiuso raccogliendo l’ultimo errore gratuito dell’avversaria e facendo scoppiare di gioia il pubblico sugli spalti.
Altri risultati
Barty ha superato con buon agio una fase di tabellone durissima e adesso sfiderà Jessica Pegula, protagonista di una delle due sorprese di oggi col successo 7-6(0) 6-3 contro Maria Sakkari. Doveva essere una partita relativamente facile per la numero 5 del seeding anche perché Pegula, già ai quarti qui lo scorso anno, aveva giocato fin qui abbastanza sotto gli standard del 2021. Oggi invece la greca è caduta nei suoi errori che spesso hanno condizionato l’ascesa della scorsa stagione, mostrando le difficoltà dovute alla tensione che prova quando sente di essere favorita e il suo gioco molto fisico diventa ancor più rigido e irregolare.
L’altro quarto di finale vedrà di fronte Barbora Krejcikova e Madison Keys. La ceca ha passeggiato contro una Victoria Azarenka prima dominata e poi vittima di un problema al collo, uscita dal campo a testa molto bassa dopo un’altra chance mancata di andare molto avanti in uno Slam, con una sconfitta 6-2 6-2 che la lascia a bocca asciutta. Difficile capire quando sia emerso il problema fisico, ma nel primo set mostrava comunque enorme affanno nel gestire la profondità della numero 4 del seeding, che soprattutto col rovescio aveva enorme facilità nel vincere scambi di ritmo e trovava spesso una bielorussa che si faceva arrivare troppo addosso la palla e le permetteva di gestire quasi tutti gli scambi come voleva. Krejcikova che affronterà dunque Keys, devastante a suo modo contro Paula Badosa. Un numero di risposte vincenti che ha superato la doppia cifra, una spagnola presa a pallate da subito e che ha perso via via completamente fiducia col colpo di inizio gioco finendo addirittura con 10 doppi falli commessi e un 6-3 6-1 in 69 minuti che è una batosta per lei pesantissima, ma spesso non riusciva a trovare angolo negli scambi. Il palleggio centrale e senza grande profondità era una manna per la statunitense, che non chiedeva altro che colpire senza doversi spostare e sprigionare la potenza di un braccio che lo scorso anno ha avuto spesso le polveri bagnate (solo 11 vittorie nel 2021) ma che se in fiducia è sempre molto pericolo.
Risultati
[1] A. Barty b. A. Anisimova 6-4 6-3
[21] J. Pegula b. [5] M. Sakkari 7-6(0) 6-3
[4] B. Krejcikova b. [24] V. Azarenka 6-2 6-2
M. Keys b. [8] P. Badosa 6-3 6-1
[4] D. Medvedev b. [7] A. de Minaur 6-2 6-4 Quel diavolo di Medvedev oggi…
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