A 30 anni finisce la carriera di Johanna Konta che via social ha appena annunciato il proprio ritiro dal tennis professionistico.
L’ex numero 4 del mondo, di recente uscita dalla top-100 WTA, ha voluto ringraziare con un sentito messaggio le persone che più le sono state vicino e le hanno permesso di vivere quello che descrive come il suo sogno da bambina.
Nata a Sydney nel maggio 1991 da madre e padre di origine ungheresi, Konta ha trascorso la prima fase della carriera giocando per l’Australia prima di cambiare nazionalità nel 2012 volgendosi al Regno Unito, sfruttando il trasferimento dei suoi genitori. È solo nel 2015 però che la sua strada verso la top-100 trova lieto fine, ma da quel momento malgrado periodi negativi ha avuto picchi di livello molto importanti soprattutto perché a livello nazionale gli inglesi aspettavano una giocatrice di alto livello da ormai 30 anni.
La semifinale all’Australian Open del 2016 furono il vero trampolino di lancio che seguirono i primi exploit della seconda metà del 2015, ma di fatto Johanna divenne una delle più importanti mine vaganti fino a irrompere in top-10 e diventare la prima del proprio paese dai tempi di Jo Durie negli anni 80. Il termine “la prima del proprio paese da” con lei è qualcosa che ritorna spesso, visti risultati di grande valore come la vittoria nel WTA 1000 (Mandatory) di Miami, la semifinale a Wimbledon e al Roland Garros, i quarti di finale allo US Open.
Aveva forse un rendimento abbastanza altalenante, non è riuscita a rimanere abbastanza costante dal qualificarsi per esempio alle WTA Finals per due anni di fila (2016 e 2017) malgrado lunghi periodi doveva aveva un rendimento da top-5 per essere “fregata” sempre a un passo dal traguardo, prima da Svetlana Kuznetsova poi da Caroline Garcia, ma era una giocatrice che quando risultava in forma poteva davvero essere complicata da gestire. Il Roland Garros 2019 è probabilmente l’esempio più lampante: prima di allora non aveva mai vinto un match a Parigi, nemmeno nelle qualificazioni, e quando ha infranto quel tabù ha tratto una spinta che l’ha portata fino alla semifinale dove perse un match molto tirato contro Marketa Vondrousova.
Molte delle sue difficoltà negli ultimi anni sono derivate anche dai vari periodi in cui gli infortuni hanno minato la preparazione. Il piede sinistro è stato forse quello che più le ha dato noia, ma nel 2016 perse le Finals per un problema all’addome che la spinse a non rischiare l’ottavo nel WTA International di Hong Kong. Ha dato forfait, quel giorno, rinunciando a una possibile vittoria che alla fine sarebbe risultata decisiva. L’anno dopo, un fastidioso problema l’ha costretta a cinque sconfitte consecutive nel finale di stagione. Uscì con le ossa, metaforicamente, rotte da questo biennio e nella off season si rivelò con una crisi personale avuta proprio in concomitanza con il torneo di fine anno, ormai divenuto tabù. Scese in classifica quasi fuori dalle prime 50, si rialzò con la semifinale “a casa sua” sull’erba londinese, poi ancora un momento di calo prima di un nuovo rialzo a Roma e Parigi nel 2019 per seguire con una nuova flessione. Soffriva tanto la tensione, si percepiva grande differenza nel gioco e nella mente quando tutto girava bene e quando il braccio cominciava a irrigidirsi.
In generale, però, è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante almeno a livello nazionale. Ha lasciato il segno anche in un 2021 dove ha giocato pochissimo, vincendo il WTA 250 di Nottingham al terzo tentativo, dopo le finali perse nel 2017 e 2018. Le voci di un suo addio avevano cominciato a circolare fin da settembre quando non c’era segno di una eventuale ripresa degli allenamenti e da un mesto circa avevano trovato nuova forza perché la federazione britannica non sembrava intenzionata a chiedere la wild-card per lei ai prossimi Australian Open. Così, verso metà mese, il giornalista britannico Mike Dickson scriveva sul Daily Mail che stava per arrivare due importanti forfait all’esibizione ‘Battle of the Brits’: Kyle Edmund, fermo ormai da due anni per gravi problemi al ginocchio, e proprio Konta che, scriveva, “potrebbe anche aver già annunciato il ritiro per l’inizio della competizione”.
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