Quando si esce sconfitti da una partita d’amore l’unico rimedio è il conforto sincero di un amico. Ma quando la sconfitta nel tennis viene inflitta da un avversario che è anche l’amico del cuore chissà se al contrario funziona il sostegno consolatorio della persona amata. In uno sport che si basa su un agonismo individualista e una ambizione solitaria come il tennis, potrebbe sembrare un fenomeno inusuale il proliferare di rapporti di amicizia tra gli atleti del circuito ATP.
Invece il continuo ritrovarsi in giro per il mondo nei tornei, vagando in solitudine per circa trenta settimane l’anno, ha finito con l’avvicinare i giocatori, travalicando quella rete che solitamente li separa. In queste ultime settimane i due amici Jannik Sinner e Hubert Hurkacz si sono sfidati a distanza per conquistare l’ultimo biglietto disponibile per le ATP Finals, in un testa a testa al cardiopalma che ha visto prevalere il polacco dopo l’eliminazione di Jannik dal torneo di Bercy al primo turno, fermato dal giovanissimo e talentuoso spagnolo Alcaraz. Hubert invece ha proseguito il percorso fino alla semifinale, aggiudicandosi così quella manciata di punti che lo ha catapultato matematicamente verso Torino. Un assaggio della agguerrita competizione tra i due amici lo avevamo avuto lo scorso aprile a Miami dove si erano affrontati a sorpresa in finale, match conclusosi poi con la vittoria di Hurkacz. Ma Jannik e Hubert non sono gli unici amici ad essersi sfidati per la conquista di un trofeo.
Alexander Zverev si è fatto rimontare in finale agli US Open 2020 dall’amico del cuore Dominic Thiem, regalandogli il primo titolo Slam. Sono affiatatissimi Sasha e Domi, amici per la pelle e rivali solo in campo, due talenti cresciuti insieme e diventati grandi anche all’ombra dei Tre Big, i primi tra l’esercito dei giovani in grado di ritagliarsi il giusto spazio sulla scena tennistica mondiale dominata dai vecchi campioni. Il tedesco e l’austriaco in questo ultimo anno pare siano uniti anche da amare vicissitudini personali in una sorta di speculare simbiosi.
In una recente intervista Sasha si è definito dispiaciuto e preoccupato per il lento recupero dell’amico collega, assente da molti mesi per un serio infortunio al polso, spendendo belle parole di incoraggiamento per Dominic e descrivendone il valore come atleta. Ma di solito tra ventenni l’amicizia è fatta soprattutto di goliardia e pungenti frecciatine. Stefanos Tsitsipas e Nick Kyrgios sono due improbabili amici.
Il greco dai lunghi riccioli biondi rubati a un cherubino e l’estroso australiano che si atteggia a pecora nera del circuito, insieme sono davvero ben assortiti e si divertono a punzecchiarsi in continuazione. Per Stefanos l’amico di Canberra è unico e speciale proprio per quel carattere ingombrante che a molti non piace. Certo, quando Nick lo chiama nel cuore della notte, il greco deve sfoderare tutta la comprensione di cui è capace per non riattaccare stizzito ma di certo il fuso orario non aiuta a conciliare le tempistiche delle telefonate. Amici fin da quando erano due smilzi ragazzini anche Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego che hanno vissuto il medesimo percorso tennistico, allenandosi e lottando insieme nei difficili esordi della carriera professionistica.
Li unisce un legame solido sia dentro che fuori dal campo anche se a Lorenzo non va proprio giù quello che reputa il più grande difetto di Matteo: un servizio micidiale impossibile da “brekkare”!Incarnano invece la coppia di amici perfetta, almeno nell’immaginario dei tifosi, Roger Federer e Rafa Nadal legati da una grande complicità che è maturata negli anni e li ha resi artefici e soci di un magico binomio tennistico. Eppure i due, pur stimandosi reciprocamente, non si definiscono amici, anche se a vederli sembrano somigliarci molto. Legati invece da una evidente amicizia sono Medved e Rublev: i due tennisti russi si conoscono da quando erano bambini e gareggiavano nei tornei. Diversi nel gioco ma simili nel temperamento focoso, quando si trovano avversari in campo devono entrambi far fronte ad uno sforzo ulteriore: riuscire a tenere fuori dal match l’amicizia. Un rapporto in cui non mancano i battibecchi e che ha rischiato di incrinarsi quando agli ultimi Australian Open nello spogliatoio Danil ha salutato Andrej chiamandolo scherzosamente Jannik per via della somiglianza fisica: pare che alla battuta il rosso moscovita non abbia riso per niente. Involontario pomo della discordia tra i due russi, il nostro Jannik ha rinunciato alle Next Gen di Milano per provare a racimolare a Stoccolma ulteriori punti necessari per consolidare il posto di prima riserva alle Finals, che resta sempre e comunque un ottimo risultato per il giovane altoatesino. Anche perché in questo anno di incredibili successi per il mondo sportivo italiano la speranza che oltre a Matteo Berrettini un secondo atleta azzurro approdi alle Finals non è poi del tutto vana: Jannik ha lavorato molto in questo anno per trasformare i suoi idoli in rivali e per accedere al Torneo dei Maestri non guasterebbe un piccolo colpo di fortuna, per pareggiare quella che gli è invece mancata a Miami proprio nella sconfitta infertagli dall’amico Hubert, senza la quale oggi Jannik avrebbe già i punti per sedere tra gli otto Maestri. Ma si sa, la speranza è l’ultima dea e probabilmente, insieme a noi, anche Hubert sta incrociando le dita per l’amico Jannik.
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