La WTA, per voce del suo chairman e CEO Steve Simon, continua a opporsi al silenzio che arriva dalla Cina in merito alla questione sulla sparizione di Shuai Peng.
In questi giorni la notizia sta di fatto prendendo sempre più spazio nei vari media a livello globale, trovando quella spinta che la stessa WTA sta probabilmente cercando per portare all’attenzione di tutti una vicenda che da ormai troppo tempo ha superato la soglia di guardia.
In un’intervista alla CNN, Simon ha ripreso concetti già accennati durante quella rilasciata pochi giorni fa al New York Times: la WTA, malgrado tutti gli interessi commerciali che ha con la Cina, non è disposta ad accettare compromessi su questa situazione e non cambierà posizione finché non avrà l’assoluta certezza che Peng stia bene ed è al sicuro dopo le accuse di molestie sessuali e la successiva sparizione.
Se qualche giorno fa definiva la mail ricevuta come “molto difficile da credere fosse scritta da Peng”, adesso Simon ha detto proprio che non può corrispondere alla verità: “ho risposto a quella mail, ma non ho più ricevuto nulla. Quando poi la mail è stata divulgata dalla tv di stato cinese in quel modo è divenuto chiaro a noi che fosse una mail finta, sia che lei fosse stata costretta a farla o che qualcuno l’avesse scritta per lei. Non lo sappiamo, ma a questo punto non crediamo ci sia alcun cenno di verità. Noi non saremo a posto finché non avremo la possibilità di parlarle direttamente e farle sapere che siamo preoccupati per lei, che siamo pronti a fornirle aiuti in ogni modo in cui possa averne bisogno e che queste accuse devono essere investigate pienamente e senza alcun livello di censura”.
L’altro passaggio chiave è quando parla, appunto, dei tanti interessi che la WTA ha instaurato in questi anni con la Cina fino ad arrivare ad avere una decina di eventi del circuito maggiore tra cui le WTA Finals a Shenzhen. A specifica domanda della giornalista su quanto fosse seria la minaccia di interrompere i rapporti, Simon ha risposto: “Se qualcuno vuole provare a questionare la forma dietro al nostro comunicato, lo faccia pure. Noi siamo a un bivio nella nostra relazione con la Cina e nel nostro lavoro lì, non c’è dubbio. È qualcosa di molto triste, perché abbiamo instaurato relazioni molto importanti lì e sviluppato numerosi programmi che hanno portato tante ragazzine ad affacciarsi a questo sport col desiderio di diventare la nuova Li Na o la nuova Shuai Peng. Quando però guardi a tutto ciò, troppe volte nel mondo odierno quando ci sono questi problemi noi facciamo in modo che i soldi, la politica e gli affari siano a decidere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. E come riflettevamo prima, quando hai una ragazza che è disposta a fare quelle accuse sapendo perfettamente a che cosa sarebbe andata incontro, per noi non supportarla e chiedere giustizia proseguendo da qui… Noi dobbiamo cominciare, come comunità, a prendere decisioni basate su cosa è giusto e sbagliato. Punto. Non possiamo scendere a compromessi, e siamo pronti a chiudere i nostri rapporti con la Cina e fronteggiare le conseguenze che ne verranno. Questo fatto è superiore ai nostri affari di lavoro”.
Come ultima cosa, Simon spiega che non è ancora stato in grado di mettersi in contatto con nessuno di vicino a lei: “Non siamo stati in grado di sentire nessuno, ed è un problema. Sono certo che lei sia veramente spaventata, spaventata per la sua famiglia e i suoi amici e siano tante le emozioni che la stiano attraversando. Troppe volte le persone che affrontano queste situazioni cominciano a sentirsi delle vittime e questo è di nuovo parte del motivo per cui siamo preoccupati per lei”.
Sempre alla CNN, si è esposta anche Pam Shriver che a specifica domanda quando si potrà eventualmente assistere alla chiusura dei rapporti con la Cina, la ex tennista ha dichiarato: “Non sono in grado di parlare delle questioni economiche, ma so che Steve Simon ha già avuto riunioni importanti con i vari direttori dei tornei a livello globale anche durante le ultime WTA Finals in Guadalajara che hanno sostituito la Cina per quest anno. Ci sono state continue riunioni a riguardo ma circa i dettagli della questione economica o quando si potrebbe dire ‘basta’ non so le risposte ma mi fido di Steve Simon quando dice che non puoi essere partner di qualcuno che non tratta un’atleta con rispetto, libertà e dignità che merita”.
Alizé Cornet, la giocatrice che ha dato il via all’hashtag #WhereIsPengShuai, ha raccontato a L’Equipe che la WTA deve avere la forza di staccarsi se questi sono i comportamenti della Cina: “Ci sono in palio somme enormi, ma non possiamo tacere di fronte a un essere umano”. Infine, è stata indetta per questa domenica a New York City una marcia per Shuai Peng.
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