Caso Peng: imbarazzante difesa del CIO alla CNN sulla video chiamata, silenzio dal governo cinese

Dopo quattro giorni in cui sono piovute critiche su critiche per la video chiamata tra una delegazione del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e Shuai Peng, un loro rappresentante è andato in onda sulla CNN con una breve intervista dove Dick Pound cercava di spiegare i motivi di quanto sta accadendo.

Il risultato, però, si può descrivere con un termine molto chiaro: imbarazzante.

Si dice ‘molto perplesso’ circa le forti critiche piovute dal CIO per il pronto intervento nel caso, per essere stati gli unici che sono riusciti a contattare la giocatrice e a rivelarne la buona salute e lo spirito molto allegro, ma non fornisce alcuna spiegazione per cui il CIO non ha tutt’ora voluto rilasciare il video della video chiamata: “Credo non l’abbiano fatto perché ci sono informazioni private” ha dichiarato, come se il caso non avesse purtroppo assunto interesse globale, “nessun segno di confinamento, lei voleva passare del tempo con la famiglia e gli amici” e si ritorna dunque alla narrativa del governo cinese.

Non solo, ma in quei quattro minuti Round continua a balbettare, quasi non riuscendo a unire più di poche parole. Sembra confuso, ammette di non aver visto il video e quasi non se ne interessa confidando sulle sensazioni emerse dai vari protagonisti. Per lui non fa alcun problema che Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico, abbia invitato Peng Shuai fuori a cena (sebbene lui dica “lunch”, “pranzo”) dopo che la stessa ha accusato un uomo di pochi anni più grande, Zhang Gaoli, di molestie sessuali, entrambi gli uomini di potere con il doppio degli anni di Peng. Oltre alla scoperta fatta nei giorni scorsi che Bach e Zhang hanno avuto diversi rapporti negli ultimi quattro anni circa l’organizzazione delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022.

A specifica domanda della giornalista sul perché abbiano deciso di mettersi in una posizione comunque scomoda, perché di fatto quanto fatto emergere dalla video chiamata non ha soddisfatto ne la WTA ne le varie organizzazioni umanitarie che da domenica hanno ne contestato i contenuti, Pound sembra andare ancor più in confusione balbettando in maniera importante su che sport pratichi Peng Shuai: “Se non altro potete vedere con buona fiducia che lei sarà in condizione per… fino a Pechino”. Per Dick Pound sembra che Peng Shuai parteciperà alle Olimpiadi invernali.

Non è tutto, però, perché malgrado la conduttrice dell’intervista pronunci espressamente la parola “WTA”, Pound parte in quarta citando l’ATP: “L’ATP potrebbe avere i suoi punti di vista (su come operare sul caso, nda), non credo abbiano messo molta attenzione su quanto è successo con calcio e basket minacciando i cinesi con questioni economiche. Non è così che funziona”. No, ma di fatto nemmeno dimenticandosi completamente di pesantissime accuse di molestie sessuali mosse dalla stessa persona che, come vuole il governo cinese, sta bene ed è solo vogliosa di privacy. E continua: “Forse questo è anche uno dei motivi per cui loro (la WTA, nda) non sono riusciti a mettersi in contatto. E questo è il suo sport, forse a lei non è piaciuto il loro modo di porsi”.

Rigirare le parti. Le vittime diventano in realtà i colpevoli, i colpevoli sono in realtà vittime. Questo è puro manuale Trumpiano, come testimoniava il documentario della BBC di un anno fa sull’ascesa politica dell’ex presidente statunitense. E nel frattempo la Cina continua col suo muro di omertà con i pochi (due) esponenti politici che in questi giorni si sono espressi sulla questione a dire che è tutta una forzatura dei media occidentali che vogliono attaccare la Cina.

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