[1] N. Djokovic b. [2] D. Medvedev 4-6 6-3 6-3
Bella vittoria di Novak Djokovic che si è preso una parziale rivincita dopo la sconfitta allo US Open, battendo Daniil Medvedev grazie ad un match di grnade intelligenza tattica. Troppo sicuro di se Medvedev, che soprattutto dopoa ver vinto il primo set ha forse creduto di avere il match in mano e non è riuscito a trovare una contromisura ad un Djokovic inedito giocatore di rete e capace di giocare scambi con complete variazioni.
Medvedev è partito subito forte, approfittando di un problema che si ripeterà per tutto il corso della partita, la seconda palla di Djokovic. Il serbo, se entrava nello scambio, non riusciva né a sfondare né a contenere Medvedev, e aveva quindi molto bisogno della prima per cercare di fare partita pari. Djokovic ha il mrito di aver capito rapidamente l’antifona e non si è intestardito a fare braccio di ferro da fondo campo, tirando fuori una partita molto anomala per lui, piena di variazioni e discese a rete. Aiutato da un turno di servizio insufficiente di Medvedev, il serbo riusciva pure a portarsi in parità ma durava poco perché nel settimo game il russo grazie ad una inelegante ma efficacissima controsmorzata tornava avanti di un break. Medvedev stavolta teneva il vantaggio e chiudeva senza particolari problemi il primo set.
Nel secondo set Djokovic accentuava in modo mai visto prima l’aggressività, soprattutto al servizio, fino a prodursi in ripetuti serve and volley che aiutati da una prima efficacissima riuscivano a procurargli numero si punti “facili”, cioè non troppo dispendiosi. Non solo, ma nel quarto game Medvedev perdeva pure il servizio da 40-15 dando fiducia al numero del mondo. Medvedev non riusicva ad organizzare contromisure adeguate alla prima di Djokovic e i due arrivavano al 5-3 con il serbo ormai pronto a scendere a rete ad ogni minima possibilità. Come spesso gli succede Medvedev nel momento più difficile riusciva a rispondere con maggiore efficacia e a tenere Djokovic maggiormente lontano dalla rete, procurandosi persino tre palle per rientrare nel set. Djokovic metteva solo prime e le annullava e non è certo un caso che a chiudere il set fosse un ace centrale, che rimandava la conclusione al terzo set.
Sorprendentemente, fino ad un certo punto, Medvedev perdeva completamente il bandolo della matassa, e Djokovic non doveva far altro che continuare nel leit-motiv che gli aveva permesso di rimettere in sesto il match: alta percentuale di prime e presa della rete ogni volta che fosse possibile. Medvedev rimaneva sempre più disorientato e, la cosa peggiore, si distraeva anche al servizio, facendosi brekkare due volte in modo decisamente banale. Una serie terribile di 9-0 procurava quello che sembrava lo strappo decisivo del match e Djokovic poteva servire una prima volta per il match sul 5-2. Forse rilassato, il serbo perdeva la prima di servizio, cosa che bastava a Medvedev per recuperare uno dei due break. Ma Medvedev perdeva anche questa piccola occasione e subiva il terzo break di fila dopo aver affossato un dritto in mezzo alla rete che dava a Djokovic il match point. Il numero 1 del mondo lo giocava con grande attenzione e chiudeva come ai vecchi tempi, con dritto alla fine di uno scambio di grande intensità, finalmente vinto.
Vittoria per certi versi sorprendente di Djokovic, che forse ha approfittato della distanza breve per provare a uscire da una ragnatela che ormai è diventata insostenibile anche per i suoi 34 anni. Ad un abbacchiato Medvedev la partita potrà servire per capire che nel tennis non vince sempre chi sta meglio fisicamente. A Torino probabilmente sarà un’altra storia.
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