Nella nottata italiana è arrivata una notizia che di shock ha di fatto molto poco, perché era facilissima da prevedere già un mesetto fa, ma adesso anche gli ultimi dubbi sono stati fugati.
Ashleigh Barty non sarà al via delle WTA Finals di Guadalajara, rinunciando quindi alla difesa del titolo che aveva ottenuto nel 2019, a Shenzhen.
Le ragioni sono molte e condivisibili. La data, innanzitutto, collegata alla possibilità concreta di una quarantena al ritorno a casa: dopo essere stata in giro per il mondo per otto mesi Barty, che è una ragazza molto legata alla sua terra, era molto al limite dello sforzo soprattutto mentale e dopo lo US Open già le dichiarazioni facevano capire che aveva voglia di chiudere la stagione. È tornata a casa, nel Queensland, dove ha dovuto fare una quarantena di due settimane a causa della chiusura dei confini e ha impiegato queste prime settimane per staccare completamente dal tennis. Spostarsi di nuovo uscendo dal Queensland nella prima settimana di novembre voleva dire danneggiare la preparazione per l’Australian Open 2022, appuntamento che per forza di cose privilegia sopra tutto. Che tornasse a casa entro il 20 di novembre o che fosse chiamata a una seconda quarantena e quindi essere “libera” per i primi di dicembre era qualcosa di non praticabile.
Pagherà una multa, perché questo vogliono le regole, e viaggerà nel 2022 con uno “zero” che le darà un risultato in meno rispetto alle altre da aggiungere al ranking, ma questa decisione dimostra una volta di più come Barty abbia la mente lucida e segua quella che è la sua indole. Per la WTA è un colpo abbastanza pesante, perché salta la numero 1 del mondo e senza lei, Naomi Osaka ed Emma Raducanu questo porterà al via delle Finals soltanto Barbora Krejcikova come campionessa Slam. Pensare a qualcosa del genere a inizio anno era probabilmente da folli, ma il momento globale (nel caso di Barty) purtroppo impone decisioni brutali. È vero che alcuni stati in Australia come Victoria e New South Wales toglieranno la quarantena agli arrivi internazionali da inizio novembre ma il Queensland, lo stato più a nord nella fascia orientale del paese, ha deciso che non lo farà prima di metà dicembre. Il primo ministro locale ha infatti ricordato che il suo stato non ha mai vissuto vere crisi nel sistema sanitario e nei contagi da covid-19 perché ha gestito la questione dei confini in maniera molto rigida. A Brisbane e dintorni la vita non è stata sempre “normale”, però si sono evitati i problemi di Melbourne e Sydney. Così, con una campagna di vaccinazione un po’ più indietro, si prevede che la popolazione possa arrivare all’80% entro il 17 dicembre. Solo allora anche il Queensland può pensare di riaprire i confini.
Con la numero 1 che salta, l’ultima qualificata sarà dunque la numero 9. Con Barty assente, staccano ufficialmente il biglietto per Guadalajara Iga Swiatek, al primo show finale della carriera, e Garbine Muguruza, che ritorna dopo quattro anni. Le due si uniscono ad Aryna Sabalenka, Krejcikova, Karolina Pliskova e Maria Sakkari. Gli ultimi due posti sembrerebbero ad appannaggio di Paula Badosa (che nel frattempo si è cancellata dal WTA 250 di Cluj) e Ons Jabeur, col rischio però per entrambe di un riavvicinamento importante di Anett Kontaveit che domani giocherà la finale nel WTA 500 di Mosca. In caso di successo, l’estone sarebbe a circa 200 punti dalla qualificazione con ancora un 250 per lei da giocare, a Cluj.
[4] D. Medvedev b. [7] A. de Minaur 6-2 6-4 Quel diavolo di Medvedev oggi…
[4] D. Medvedev b. [7] A. de Minaur 6-2 6-4 Quel diavolo di Medvedev oggi…
[6] C. Ruud b, [3] C. Alcaraz 6-1 7-5 Pessima prestazione di Carlos Alcaraz, che…
Aryna Sabalenka è per la prima volta numero uno di fine anno. Il ranking WTA…
Jannik Sinner, ormai certo della posizione n. 1 a fine anno, inizia bene alle Nitto…
Di Alberto De Laurentis Pensieri e parole di Lorenzo Sonego, intervistato durante l’evento organizzato da…