[7] I. Swiatek b. F. Ferro 3-6 7-6(3) 6-0
Iga Swiatek e New York: è un rapporto ancora da costruire. È il terzo US Open della carriera della polacca, ultimo Major rimasto dove ancora non ha raggiunto la seconda settimana, e in tutti gli anni al secondo turno ha avuto una partita molto spinosa da affrontare. Nel 2019 Anastasija Sevastova le rimontò un set di vantaggio confondendola con le sue variazioni di ritmo, nel 2020 uscì vincente da un match brutto contro Sachia Vickery, oggi si è trovata molto vicina alla doccia e ai suoi pensieri prima di trovare una reazione e aver placato la grande frustrazione che stava avendo per rientrare e imporsi contro Fiona Ferro.
Volendo giocare un po’, verrebbe da dire che è il perfetto prototipo della fan di Rafael Nadal, che a inizio carriera aveva ugualmente problemi ad adattarsi allo US Open anche per la stanchezza con cui arrivava ai tornei finali del grande tour de force che inizia con la terra battuta tra aprile e maggio. Swiatek, quest anno, sembra patire uno sforzo non tanto fisico quanto mentale. Prima stagione ai vertici, pressioni e attese a questo punto molto più alte e qualche delusione di troppo probabilmente tra Parigi, Wimbledon e le Olimpiadi. Non è in un momento negativo, ma non sembra brillante come nei primi mesi del 2021. Al Roland Garros era comunque arrivata ai quarti prima di franare contro Maria Sakkari, a Wimbledon aveva vinto le prime partite della carriera arrendendosi a una grande Ons Jabeur, a Tokyo ha perso contro Paula Badosa che è tra le più in crescita in stagione. Sconfitte che sulla carta si possono accettare, ma a pesare sono le aspettative che lei stessa può porsi e tutto lo stress che ne deriva, come i 10 minuti dopo la stretta di mano con la spagnola in Giappone quando è crollata sulla propria panchina lasciandosi andare a un pianto ininterrotto con Daria Abramowicz che è entrata in campo per parlarle e lei che sembrava non reagire.
Ha staccato, da allora, per qualche settimana ma per quanto fisicamente sembri abbastanza pronta, mentalmente sta faticando. Oggi dal 3-3 nel primo set è partito un parziale di cinque game consecutivi persi con Ferro che la faceva sbagliare semplicemente rigiocando una palla abbastanza alta, nella zona centrale del campo. Swiatek in quel frangente era una macchina di errori gratuiti, sparacchiando via i propri colpi a occhi chiusi e abbandonandosi a un risultato che sembrava quasi scritto. Eppure, per talento e qualità di gioco, la polacca ha molto vantaggio e le è bastato poco per rimettersi in carreggiata. Lottando soprattutto contro se stessa è riuscita anzitutto a trovare il controbreak che l’ha riportata in vita, poi a scuotersi e placare la voglia di perdere il più velocemente possibile.
Non è stata una bella partita, ma da quando Swiatek ha cominciato a tenere con relativo agio i propri turni di battuta l’inerzia ha cominciato a cambiare. Nelle fasi finali del set Iga ha avuto più spinta, soprattutto dal lato del dritto, allungando fino al 5-2 e servizio nel tie-break e chiudendo al primo set point per il 7-3 che ha messo il punteggio in parità e riportato la numero 7 del seeding in uno stato di calma e concentrazione, con un terzo set dominato forse con un punteggio anche eccessivo, perché quel 6-0 sembra tanto scollegato rispetto a quanto visto. Adesso, per lei, ci sarà di nuovo Anett Kontaveit. È la quarta volta che le due si affrontano e tutte sono state a livello Slam: la estone ha vinto le prime due (Wimbledon 2019 e Australian Open 2020) mentre la polacca ha vinto l’ultimo (Roland Garros 2021).
Altri incontri
Ashleigh Barty approda al terzo turno dello US Open con una partita molto simile a quella dell’esordio contro Vera Zvonareva. In quell’occasione fu un 6-1 7-6, oggi contro Clara Tauson è finita 6-1 7-5 e l’australiana, ancora, è parsa perfetta per un 80% del match. Manca ancora la parte più importante, probabilmente, perché sia contro la russa che contro la danese non è riuscita a chiudere con facilità.
Se l’altra volta poteva apparire un incidente di percorso, oggi si è ripetuto lo stesso identico copione. Primo set dominato, break a inizio del secondo immediatamente restituito e poi al servizio sul 5-4 per chiudere. Come contro Zvonareva, anche oggi ha avuto match point e ha poi perso la battuta, cominciando in quei frangenti a perdere fluidità nel braccio e sbagliare dei dritti non da lei, anche perché finiva per perdere campo e timing sulla palla con tutto il resto del gioco.
È riuscita nell’undicesimo game a prendersi ancora un break di vantaggio, ma sul 6-5 i problemi(ni?) continuavano: dritto contratto in rete sul primo punto, dritto che cedeva sulla diagonale per il 30-30, slice di rovescio in ritardo per il 30-40. Si è salvata sulla palla del controbreak, ma sul match point ha mandato un altro dritto a metà rete a campo spalancato con Tauson che si era arresa. Sulla parità successiva, un dritto in controbalzo è rimasto dentro di pochi millimetri e, sul nuovo match point, finalmente per lei l’avversaria ha mandato lungo l’ultimo colpo in difesa e si è evitata quella che stava diventando una situazione abbastanza scomoda.
Nulla da fare invece per Martina Trevisan, che contro Belinda Bencic non è riuscita a racimolare più di quattro game (6-3 6-1 per la campionessa olimpica) a testimonianza anche dell’ottimo momento della svizzera. Buona partita anche per Petra Kvitova, che si è imposta 7-6(3) 6-2 contro Kristyna Pliskova.
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