Ieri sera a Flushing Meadows si è scritta una importante pagina di storia. Erano 22 anni che si attendeva una finale tra due teenagers, ma oltre a una particolare questione statistica c’è il termometro di quanto han fatto Emma Raducanu e Leylah Fernandez.
Uno spot bellissimo per il tennis, con due ragazzine spregiudicate, talentuose e molto sorridenti a esprimere un gioco di grande valore lungo due, tre settimane, battendo chiunque per arrivare a giocarsi il titolo.
Mai una qualificata si era spinta tanto in alto, da tantissimo probabilmente non si vedeva una ragazzina di 18 anni battere tre top-5 e una quarta (Angelique Kerber) che nell’ultimo periodo giocava tranquillamente da top-10. Una finale che han meritato entrambe e una capacità di prendere il pubblico che faceva crescere l’elettricità turno per turno, con tutti a volere quell’incrocio in finale che se al quarto turno sembrava quasi uno scherzo, volta per volta è divenuto sempre più reale.
La frase più banale in questi casi è: ha vinto Raducanu, non ha perso Fernandez. Leylah ha perso, e a conti fatti non è quasi mai riuscita a esprimere il gioco che voleva anche per merito del livello della sua avversaria, e ha finito rimuginando un po’ per quel medical time out che però era obbligatorio: da regolamento, se c’è sangue bisogna fermarsi. Non era abbastanza lucida da accorgersene, forse ha realizzato poco prima di salire sul palco per la premiazione, forse semplicemente ha messo l’amarezza da parte ed è riuscita in un discorso che ha conquistato il pubblico, rendendo anche un piccolo tributo al coraggio della città e dei suoi cittadini di rialzarsi dopo gli attentati dell’11 settembre del 2001. Ieri, nell’anniversario dei 20 anni dalla strage delle Torri Gemelle, Fernandez confessava alla stampa che non aveva mai veramente preso in interesse gli avvenimenti di quel giorno finché ieri ha chiesto a suo padre, Jorge, rimasto nel frattempo a Miami. Per la prima volta, probabilmente, realizzò molte cose che non potè vedere quel giorno perché non era ancora nata. Finita l’intervista ha voluto il microfono per dedicare un pensiero che l’ha ulteriormente unita a quei ventimila che l’hanno sempre sostenuta, accorgendosi probabilmente che anche nel suo caso stavano assistendo alla nascita della sua vera carriera e loro erano chi la rimpolpava di energie.
Raducanu invece da oggi prende il volo e, come vada vada, la sua vita non sarà più la stessa. Una marea eccezionale di commenti e congratulazioni da ogni genere di sportivo, un clamore in patria da far spavento con Channel 4 che ha pagato un assegno (molto) cospicuo ad Amazon Prime per la trasmissione del match in chiaro e con Prime che ha poi devoluto tutto l’incasso alla promozione del tennis femminile. Il risultato è stato clamoroso: 10 milioni di persone sintonizzati davanti alla tv nelle fasi finali, una media di oltre 7 milioni di persone, il 50% di questi tra i 18 e i 34 anni. Il tennis è stato lo sport di punta superando abbondantemente i numeri delle partite di Premier League, nelle giornate precedenti le pagine web sui siti britannici registravano volumi di traffico secondi soltanto alla finale di Euro 2020. E al dato dei 10 milioni manca tutta la parte Pay per View di Amazon Prime.
Sono arrivati messaggi da chiunque, persino dalla Regina Elisabetta. Dopo decine e decine di tenniste, è arrivato tutto il treno della Formula 1 che ha “adottato” Emma dopo la visita per il Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone e dopo che la stessa Raducanu si è proclamata grande fan della McLaren e Daniel Ricciardo oggi sono piovuti reazioni di del team inglese della Red Bull, di George Russell pilota Williams, di Lewis Hamilton della Mercedes. Persone che sui vari profili social hanno milioni e milioni di followers e hanno dato ancor più rilevanza allo sport e a Raducanu. Ricciardo prima della partenza aveva rivelato che è rimasto sveglio fin dopo mezzanotte per vedere la partita, la McLaren ha promesso di “andare a tutta” nel Gran Premio di Italia per lei. Risultato? Ricciardo ha vinto la prima gara dopo 3 anni, la McLaren ha vinto per la prima volta dal 2012 e ha fatto 1-2 per la prima volta dal 2010.
Sui social è scoppiata una Raducanu Mania che fa paura. Poco prima di Wimbledon aveva nemmeno 10.000 followers su Instagram, ora è arrivata al milione e mezzo. Una magnitudine di un successo che si misura anche in queste cose e che ricorda tanto quella di Naomi Osaka nel 2018. Uno di quei momenti che cambiano il corso degli eventi, che tirano una riga dove c’è un prima e un dopo. Per lei sarà così, e se il tennis sarà in grado di conservare sia lei come Fernandez allora potrà realmente fare uno step in avanti. Quattro ore dopo la fine della finale, ancora impegnata nelle interviste, Emma si è concessa al social Weibo, quello che “sostituisce” Facebook in Cina, esprimendosi con un mandarino perfetto alla terra natia di sua mamma aprendo le porte a tutto il mercato orientale. Leylah, di contro, riuscisse a confermarsi sarebbe un volto perfetto a livello sportivo per tutto il centro/Sud America e per le Filippine, nazione che difficilmente ha avuto sportivi di portata così internazionale.
Adesso servirà attenzione. Raducanu è proiettata verso assegni pesantissimi, verso il ciclone della grande fama, e non ci sarebbe nemmeno da stupirsi se nel giro di non molto . Wimbledon dal 2022 diventerà un luogo di grandissimo interesse nazionale per i britannici: ora tutti vogliono vederla, tutti la chiedono e tutti sono disposti a esserle accanto. Un fenomeno esploso in tre settimane folli, dove non ha ceduto set in 10 partite senza lasciare più di quattro game nelle partite del tabellone principale, meritando ogni successo con un gioco molto solido e un rovescio che sembra telecomandato, oltre ai grandi margini tra servizio e situazioni tattiche in generale. Servirà una grande mano dal suo manager, quel Max Eisenbud che ha costruito l’impero di Maria Sharapova e ha portato ai picchi massimi Na Li, la leggendaria giocatrice cinese che ha sfiorato la vetta del ranking mondiale vincendo 2 Slam e diventando eroina dei due mondi visto il carattere che abbracciava la sfera orientale ma anche occidentale. Raducanu non ha una unica collocazione, e l’Inghilterra è al centro del mondo. Il tennis può sfregarsi le mani, ma deve guardare avanti: bellissimo tutto ciò, anche perché la finale è stata qualitativamente molto elevata, ma questi sono i talenti da conservare e promuovere.
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