[12] S. Halep b. [19] E. Rybakina 7-6(11) 4-6 6-3
Non sappiamo bene quanta energia abbia Simona Halep, praticamente ferma da metà maggio e alle prime vere affermazioni nel circuito WTA dopo il grave infortunio di Roma. Il problema fisico maturato nelle ultime settimane poi l’aveva un po’ messa in dubbio per lo US Open, e ancora oggi è scesa in campo con una fasciatura vistosa alla coscia destra, ma la forza e la determinazione di prendersi battaglie come quella odierna è qualcosa che le è sempre stato naturale.
L’unico precedente della rumena contro Elena Rybakina coincideva anche con il match dell’anno della stagione femminile 2020: il 3-6 6-3 7-6(5) di Dubai, in finale, in una partita dalle mille emozioni e capovolgimenti soprattutto nel tie-break decisivo, con la kazaka che non aveva più spinta nelle gambe e dal 5-4 e servizio non è riuscita a prendersi il titolo. Il match-up è perfetto per creare questa contrapposizione netta tra le due: una maestra negli spostamenti e nel gioco di contrattacco e contenimento, l’altra stilisticamente inappuntabile e costantemente in spinta, con una verve ritrovata tra giugno e luglio dopo diversi mesi difficili nel 2021.
È venuta fuori un’altra durissima partita, con entrambe probabilmente non al meglio fisicamente e con un cambio campo a metà del secondo set dove hanno ricevuto visita dalle fisioterapiste: Rybakina per il piede destro, Halep per la spalla destra. Simona correva e cercava di rigirare l’inerzia a proprio favore, Elena doveva evitare il più possibile di fissarsi nel palleggio centrale, spingendo dal servizio e cercando di non incartarsi in scambi laboriosi. Un classico tema in una sfida tra queste due filosofie, ma che almeno per due set e mezzo oggi ha creato enorme incertezza.
Rybakina probabilmente rimpiangerà il finale di primo set. Lì è dove doveva prendersi la partita. Era partita fortissimo sul 3-0 ma appena Halep ha inquadrato il suo gioco ha cominciato a rispondere alto e profondo, ma centrale, per sfruttare la poca rapidità dell’avversaria in uscita dal servizio. Malgrado questo, un brutto game della rumena sul 3-4 ha dato il nuovo vantaggio alla kazaka che però, dopo due gran dritti vincenti, sciupava il terzo sul 40-30, sparando a metà rete sbilanciandosi all’indietro. Halep, salvata, ha indovinato altre due risposte e sfruttato il momento per andare al servizio sul 6-5. Non ha chiuso e allora si sono portate in un tie-break di enormi emozioni. Simona sembrava averlo fatto suo sul 6-2, ma Rybakina è risalita martellando molto bene col proprio dritto. Quattro set point cancellati, cinque, set. Al suo secondo e terzo set point, però, non ha mai veramente trovato campo su cui colpire. Halep c’era sempre, pur magari spinta in grande allungo difensivo: la sua palla tornava e lei recuperava terreno rapidamente, mantenendo sotto pressione l’avversaria che, al settimo set point concesso, commetteva un brutale doppio fallo.
Dopo oltre un’ora così, l’inizio di secondo set era completamente ad appannaggio della numero 19 del seeding che saliva 3-0 e doppio break. Subito perso. In questi momenti, poi, ci sono state le fisioterapiste in campo e il livello per la prima volta era sceso per entrambe e, sul 4-4, Halep di nuovo giocava un brutto game al servizio e sul 5-4 non poteva nulla per la precisione al servizio dell’avversaria che, a inizio del terzo, prendeva anche un nuovo break ma il nastro le diceva no sulla palla del 2-0. Simona, salvatasi nuovamente, è riuscita con altri ottimi recuperi nell’aggancio e nel sorpasso decisivo per il 4-1, chiudendo senza troppi patemi sul 5-3. Adesso però c’è da pensare al recupero fisico perché lo sforzo oggi per due set e mezzo è stato pesante e molto probabilmente al quarto turno (prima volta a New York dal 2016) ci sarà Elina Svitolina, grande favorita contro Daria Kasatkina.
Altri incontri
Garbine Muguruza si è aggiudicata la battaglia tra ex numero 1 del mondo contro Victoria Azarenka, finalista da queste parti 12 mesi fa e che crollerà in classifica ai margini della top-30. Una grande affermazione per la spagnola, con un 6-4 3-6 6-2 dove ha cancellato i disastri al servizio del secondo set per riprendere il comando nel parziale decisivo e chiudere dominando. In questo Slam non aveva mai fatto particolarmente bene, e il recente periodo sembrava voltarle le spalle soprattutto pensando anche all’ottimo inizio di stagione. Invece, fin dal primo match contro Donna Vekic s è vista una spagnola molto determinata ed efficace e che adesso se la vedrà per la terza volta nel 2021 contro Barbora Krejcikova.
La ceca, al primo US Open della carriera, si è sbarazzata della lucky loser Kamilla Rakhimova per 6-4 6-2. Sembra tutto facile per lei, che 12 mesi non era nemmeno top-100 e ora si ritrova con la testa di serie numero 8 e che viaggia con ritmi forsennati ormai da Roma e sole tre sconfitte da allora a fronte di 30 partite disputate. Due settimane fa, a Cincinnati, Krejcikova si era imposta 6-1 6-7(5) 6-2 contro Muguruza.
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