L. Fernandez b. [3] N. Osaka 5-7 7-6(3) 6-4
È il primo vero botto del tabellone femminile dello US Open, ed è arrivato quando ormai la partita sembrava quasi del tutto indirizzata dalla parte di Naomi Osaka. La campionessa dell’edizione 2020 invece ha reagito malissimo quando si è trovata al servizio per chiudere la partita e da lì non si è più ripresa, mostrando in quei frangenti le scorie negative che si sta trascinando dietro ormai da almeno tre mesi.
Una partita persa, per lei, prima di tutto con la testa e con le emozioni, divenuti estrememanente negativi appena il braccio si è irrigidito. Dall’altra parte della rete, invece, gli applausi per Leylah Annie Fernandez sono tanti, perché la ragazzina classe 2002 ha compiuto un vero capolavoro tenendo salde le sue emozioni e prendendo in mano la partita proprio nei primissimi momenti in cui la giapponese si è mostrata debole, conducendo poi un terzo set maestoso nel frastuono di un Arthur Ashe Stadium che ribolliva di urla e persone e in certi momenti è sembrato volare anche dei fischi nei confronti di Osaka, che nelle prime fasi in cui ha perso il controllo di sé e del match ha cominciato a lasciar andare tutta la sua frustrazione in un’escalation di rabbia sfogata contro la propria racchetta. Ha ricevuto un warning, ma di fatto era in balia della parte più negativa di se stessa.
Per tutto il tempo, Naomi ha fatto fatica a leggere il servizio avversario. Il primo set è stato giocato costantemente sui rispettivi servizi ma Osaka sembrava non in grado di anticipare le intenzioni di Fernandez. Gestiva bene i suoi game, ma lasciava spesso andare molto velocemente quelli dell’avversaria. Non appena sul 5-5 ha indovinato i primi due colpi di inizio gioco, le si è aperta la strada per il break che l’ha portata poi a chiudere agevolmente il primo set. Un 7-5 con pochi reali momenti da sottolineare, se non una fiammata finale che sembrava aver indirizzato la strada della campionessa in carica. Nel secondo set però la situazione non cambiava e la canadese, classe 2002, continuava a tenere la battuta senza mai avere vera sofferenza. Entrambe facevano bene il loro compito e l’unico punto perso da chi serviva nei primi quattro game era arrivato sul 2-1 Fernandez. Naomi non sfruttava lo 0-30 sul 3-3 ma poi, come nel set d’apertura, sul 5-5 si faceva avanti indovinando un paio di risposte e dallo 0-40 approfittava della terza palla break per andare a servire per il match sul 6-5.
Aveva parlato anche nei giorni scorsi di come spesso sia quasi schifata di se stessa. Scriveva in una lunga nota pubblicata sui suoi profili social che quando sente dire da tanti che lei è umile per il genere di risposte che propone in realtà è soprattutto un modo suo di non ammettere quanto non si senta mai abbastanza capace, di quanto non si dica mai di aver fatto bene qualcosa ma sia sempre a rimarcare i momenti negativi (“internally I think I’m never good enough”). Sono tutti segnali che ripercorrono le brutte fasi degli ultimi mesi, ulteriori segnali delle grandi difficoltà che ha attraversato e che di fatto non si sono spente col rientro in campo. Noi, probabilmente, abbiamo avuto soltanto la superficie di quella crisi che ha manifestato al Roland Garros. Stasera, dal 7-5 6-5, è deragliata quasi subito. I primi dritti sbagliati sono stati un segnale che l’ansia e la fretta erano sopraggiunti. Palle fuori di metri, senza alcun controllo. Lei che accelerava i tempi e non cercava di fermarsi e smaltire il momento. Il viso che diventava sempre più corrucciato, il turno di battuta che volava via dopo non aver mai concesso palle break per tutto il match fino a quel momento e un tie-break perso, con la testa, già sul 2-0. Da lì, manifestazioni di rabbia sempre più frequenti e un’avversaria che ha continuato a giocare bene e che si è presa subito la scena, lei con un atteggiamento impeccabile.
Fernandez, giovanissimo prodotto del vivaio canadese, destinata a compiere 19 anni a dicembre e già vicina prima di questo torneo alla top-70, è destinata da tanti a diventare una da piani alti della classifica. Aggressiva ma moderata, aiutata dalla chela mancina, stasera ha spiccato soprattutto per non aver mai veramente voluto strafare ma per tenere spesso alta la pressione col dritto, giocato in controbalzo il più delle volte per togliere timing a Naomi, e abilissima col rovescio a due mani a giocare verso l’angolo non avendo timore di incocciare il dritto dell’avversaria. Era una sfida equilibrata, fino al 6-5 nel secondo set. Poi il black out di Osaka, il set perso, il break immediatamente ceduto, il 2-0 Fernandez e la doppia chance di andare 3-0 e servizio. Naomi si è salvata, ma non è più tornata a livelli di concentrazione e fiducia necessari per cercare una via per riaprire la partita. Leylah continuava a servire bene, raccoglieva spesso errori gratuiti ma aveva un ritmo abbastanza alto che impediva anche alla numero 3 del seeding di reagire. Indicativo come sul 3-5 Osaka non aspettasse nemmeno più di 5 secondi tra un punto e l’altro, quasi a volersi liberare del match. Sul 5-4, nel game più importante della sua carriera, Fernandez invece ha giocato alla perfezione inserendo anche un ace esterno a tre quarti velocità per il 30-0 che notavano lucidità e bravura nel leggere i momenti.
Ai primi ottavi di finale Slam, Leyah affronterà domenica Angelique Kerber che in precedenza aveva fatto la sua impresa battendo Sloane Stephens 5-7 6-2 6-4. È la prima vittoria per lei contro la statunitense dopo nove anni. L’unico successo prima di oggi era stato nel loro primo confronto, nel 2012, quando poi Stephens era avanti 6-2 5-1. Il match up in questo caso sarebbe completamente a favore di Sloane, che però dal 5-2 nel primo set ha perso il filo del suo gioco e rallentando un po’ i piedi, non colpendo più così bene e così pesantemente in palleggio verso il rovescio della tedesca che non indietreggiava più con quella frequenza delle prime battute. C’è voluto un po’, perché la ex numero 1 del mondo era spesso in difficoltà quando Stephens attaccava sul suo dritto, ma da metà del secondo parziale la campionessa dello US Open 2017 ha perso del tutto il controllo del campo e nel set decisivo non ha sfruttato tre palle break sul 3-2 per cedere poi alla quarta chance concessa sul 3-3. Alla fine, Kerber ha cacciato un urlo enorme. Sapeva anche lei quanto fosse difficile questo match e trovare questo successo ora, in un periodo così positivo, è un altro segnale che gira tutto a suo favore.
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