La sessione serale sull’Arthur Ashe ha regalato sensazioni completamente opposte.
Il match maschile tra Novak Djokovic e Tallon Griekspoor ha offerto abbastanza poco in termini di equilibrio, ed era abbastanza prevedibile considerata la distanza tra i due giocatori nel ranking, nel palmares e nelle aspettative. Il match femminile, invece, è stato qualcosa di sorprendente, probabilmente, perché era da tantissimo tempo che Amanda Anisimova non sfoderava una prestazione così.
La statunitense è stata a un punto dal battere Karolina Pliskova, numero 4 del tabellone, a cui si è arresa soltanto 7-5 6-7(5) 7-6(7) vedendosi cancellare un match point in un tiratissimo tie-break del terzo set dove però era avanti anche 5-2 e servizio. Col pensiero del papà, suo coach fino ai 18 anni e morto improvvisamente a fine agosto del 2019, nella sua testa ha cercato una vittoria che poteva anche svoltare la sua stagione.
È stata vicinissima, Amanda. Il suo terzo set è stato eccellente fino a quel 5-2 e servizio al tie-break finale. Pliskova cercava di contenere in risposta, ha chiesto tantissimo al servizio per evitare una risposta molto potente e profonda. Già sul 2-3, nel set decisivo, si è completamente salvata grazie a tre ace in una fase dove il rovescio della giocatrice di casa faceva i buchi nel terreno e il pubblico rimasto era ormai completamente dalla sua parte, anche in maniera molto rumorosa tra un punto e l’altro. Una scena da Fed Cup, lì dove Karolina ha comunque costruito alcune delle imprese più belle della sua carriera come nella finale del 2016 a Strasburgo quando in casa della Francia vinse 6-3 3-6 16-14 il primo singolare del sabato contro Kristina Mladenovic e poi, con 6 ore di tennis in meno di 24 ore, tornò in campo per il doppio decisivo vinto assieme a Barbora Strycova.
La scena sull’Arthur Ashe era identica. Lei da sola contro tutti, a reggere pallate su pallate e, soprattutto, mettendo a segno 24 ace: nuovo record assoluto di un match femminile allo US Open. Nel tie-break decisivo, poi, ha colpito un gran dritto a uscire sul 2-5 che ha preso la riga esterna e ha approfittato del calo di concentrazione della statunitense che, dopo aver mancato una prima palla nel punto successivo, si è fermata un attimo a chiedere informazioni all’arbitro in un momento dove con hawkeye live non era il caso di avere alcuna reale conferma. Da lì, Anisimova è stata più contratta e altalenante. Ha salvato benissimo il match point sul 5-6 scendendo a rete, ma sul 7-6 ha potuto abbastanza poco se non cercare una improbabile uscita col rovescio lungolinea. Da lì, 7-7, il match è tornato tra le mani della ceca che al secondo match point ha chiuso una gran partita.
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