Nell’estate a tinte sportive più azzurre del recente passato, anche l’ital-tennis femminile vuole provare a dire la sua.
Nel periodo più arido degli anni 2000, dove facciamo fatica ad avere giocatrici in top-70, arriva una incredibile finale in un WTA 1000 per opera di quella giocatrice che è da sempre vera mina vagante per eccellenza: Camila Giorgi.
Per dovere di cronaca è bene ricordare che malgrado la classificazione, quello canadese è un evento inferiore ai quattro massimi sistemi del tour WTA (Indian Wells, Miami, Madrid, Pechino) malgrado siano tutti intesi come eventi “1000”, perché Montreal (o Toronto) non impone l’obbligo di partecipazione alle big pena uno zero in classifica, ma cambia abbastanza poco della sostanza. Camila, alla soglia dei 30 anni, giocherà la finale più importante della carriera. Fin qui, le otto volte erano state tutte nei tornei 250 e l’ultimo titolo risale al torneo di Linz del 2018. Adesso, la chance di portare a casa un trofeo pesantissimo per lei stessa e per la sua stagione, perché al di là di quello che sarà il suo ranking dopo questa settimana nella Race sarà vicina ai 2000 punti, traguardo che normalmente consente di chiudere l’anno tra 30 e 40 del mondo, con ancora diversi tornei da disputare per migliorarsi.
Nella nottata italiana, Giorgi si è imposta 6-3 3-6 6-1 contro Jessica Pegula, crollata alla distanza dopo le diverse maratone di queste giornate (era la quarta partita al terzo set del suo torneo su cinque disputate). Per Camila, invece, l’ennesima prova di grande valore della sua settimana, con buona sicurezza e dando spesso la sensazione di un sostanziale controllo del match attaccando ma facendo bene anzitutto coi piedi e tremando poco col dritto, colpo che può essere il vero ago della bilancia nelle sue partite. E adesso, in finale, di nuovo Karolina Pliskova. Sarà la terza sfida nel giro di due mesi contro la tennista ceca, con la consapevolezza di aver vinto le ultime due (2-6 6-2 6-1 a Eastbourne, 6-4 6-2 a Tokyo) e aver riequilibrato un po’ il computo dei confronti diretti che ora vede Karolina avanti soltanto 5-3 e nell’unica finale in cui si sono trovate di fronte (Linz 2014), Pliskova si è imposta 6-7(4) 6-3 7-6(4).
È un’avversaria, questa, che dopo le tante difficoltà dei primi mesi del 2021 è riuscita a ingranare. I timidi segnali incoraggianti di Roma sono poi continuati nella sorprendente finale a Wimbledon e adesso in un’altra settimana di valore in un torneo di alto valore come quello canadese: set vinti nettamente contro buone giocatrici (Amanda Anisimova e Sara Sorribes Tormo) e vittoria tenace contro Aryna Sabalenka in semifinale. Era la seconda volta in un mese che si trovavano contro in una partita di questo livello, dopo Wimbledon, e per la seconda volta Karolina è sembrata migliore partendo soprattutto dall’aspetto mentale. Il 6-3 6-4 finale ha ricalcato abbastanza il secondo e terzo set della semifinale di Wimbledon, quando al servizio era quasi ingiocabile perché toglieva Sabalenka dalla sua zona d’impatto con velocità diverse e traiettorie fastidiose, sfruttando il suo grande punto di forza per far colpire male l’avversaria e farla innervosire parecchio fino a costringerla ad affanni ed errori e allo sfogo finale quando dopo il match point ha lanciato la racchetta verso il suo angolo e si è portata a una stretta di mano molto fugace, scusandosi poi con Pliskova.
Domenica 15 agosto, ferragosto, può essere l’ennesima giornata di gloria dello sport italiano in questa estate 2021.
Risultati
[4] Ka. Pliskova b. [1] A. Sabalenka 6-3 6-4
C. Giorgi b. J. Pegula 6-3 3-6 6-1
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