Dopo i patemi di una parte alta che si sta piano piano sgretolando, la parte bassa del tabellone femminile di Wimbledon sta regalando sempre più curiosità.
Tre delle quattro teste di serie rimaste tra le prime 10 sono ancora in gara, e ognuna di loro ha ottenuto il passaggio agli ottavi con prestazioni piuttosto convincenti. Poi c’è la grande vittoria di Ons Jabeur, numero 21 del seeding, che ha scritto una nuova pagina storica per la tunisina e tutto l’universo del tennis arabo battendo la numero 11 è Garbine Muguruza, vincitrice qui nel 2017, nella sua prima uscita sul Centre Court.
[7] I. Swiatek b. I. C. Begu 6-1 6-0
[21] O. Jabeur b. [11] G. Muguruza 5-7 6-3 6-2
Ons Jabeur fa la storia, una volta di più. Spettacolare partita della tunisina, che con tanto coraggio ed estro, manifestatosi nelle decine e decine di smorzate, è venuta a capo di una delle partite più belle della sua carriera battendo sul campo centrale di Wimbledon Garbine Muguruza. Una vittoria che a casa sua e in tutta la sfera araba avrà un impatto pesantissimo dopo che già negli ultimi 18 mesi ha abbattuto barriere su barriere e si è mostrata al mondo per quel talento che le si era sempre riconosciuto ma che per tante ragioni non era mai riuscita a far fruttare. Ha una mano fatata, un tocco di palla quando riesce a impostare gli scambi di istinto puro che strappa applausi e oggi ha mandato in tilt un’altra big dopo Venus Williams, solo che questa vittoria contro la spagnola ha un peso specifico enorme.
Ha creato di più, ma doveva far fronte a un dritto che sotto pressione non era sempre presente e in generale aveva meno potenza di Garbine, ma vederla spendere punti su punti con solo l’intento di smorzare la palla e chiamare a rete l’avversaria, anche per evidenziare forse la vera falla del gioco di Muguruza, era una trama molto coinvolgente e che prendeva il pubblico. Recuperava un break nel primo set, lo perdeva sul 4-4, veniva a capo di un game molto complicato per un controbreak sul 5-5 ma le accelerazioni e la spinta dell’avversaria la ricacciavano indietro sul 6-5. Perdeva il set ma di testa ha reagito in maniera splendida, non calando e anzi rinforzando la propria azione d’attacco, migliorando la continuità e non perdendo mai l’attenzione.
L’inizio del secondo set è stato forse cruciale, perché Muguruza non era perfetta ma aveva scavato un solco importante e poteva al minimo calo prendere vantaggio e involarsi. Invece, Jabeur al servizio non stava più soffrendo e in risposta continuava a proporsi e approfittare del calo che piano piano la numero 11 del seeding stava patendo. Ha resistito molto bene alle due palle break concesse sul 2-2 e sul 4-3 ha fatto il break, con il capolavoro poi di uno 0-40 cancellato in una serie di 16 punti consecutivi vinti dal 5-3 0-40 al 2-0 e 0-40 nel set decisivo. Sprecava tanto in termini di palle break, ma nella sua testa ormai c’era la convinzione di star facendo tutto bene e di dover solo continuare così. Sono state sei le chance mancate in quel game, altre quattro sul 3-1 prima di concretizzare la quinta occasione e a quel punto essere veramente vicina al traguardo. Muguruza se non altro ha fermato la serie negativa salendo 2-5, ma non c’è stato nulla da fare. Per dire di come era alta la tensione anche per Jabeur, sul primo match point la tunisina si è accovacciata in un angolo, vomitando. Non è un fatto isolato, è successo spesso da Miami in avanti seppure lei fisicamente non abbia mai avuto problemi. La tensione però era tanta una volta trovatasi così vicina al sogno di vincere una partita del genere e sul primo match point il braccio l’ha un po’ tradita, ma sul secondo ha fatto partire l’ultimo vincente (di dritto) per poi lasciarsi andare a terra, sfinita.
Dunque lunedì ci sarà la sfida a Iga Swiatek. La polacca, arrivata soprattutto per fare esperienza e capire un po’ di più del gioco sull’erba, è ora tra le migliori 16 per la prima volta dopo vittorie in due set contro Su Wei Hsieh, Vera Zvonareva e oggi Irina Camelia Begu, superata 6-1 6-0.
Come diceva Wojtchek Fibak alla stampa polacca poco prima dell’inizio di Wimbledon, ci sono buone probabilità che Swiatek si adatti bene a questa superficie, ma di non attendersi troppo adesso perché è un luogo per lei quasi completamente sconosciuto. È vero che ha vinto il titolo junior nel 2018, ma non ha veri punti in comune con il torneo di Wimbledon delle grandi. Iga, numero 7 del seeding, oggi non ha neanche avuto bisogno di toccare livelli alti di rendimento perché il risultato è stato così largo, ma determinato soprattutto dalla poca difesa che Begu riusciva a opporre nella diagonale dritto contro dritto. La palla di Swiatek pesa tanto, ha molto spin e tende a uscire e lei, con un colpo più macchinoso, perdeva continuamente campo e commetteva tanti gratuiti andando spesso in ritardo. Lunedì, nell’ultimo Manic Monday della storia, cercherà un nuovo quarto di finale Slam, il primo della carriera sul verde, e sarebbe qualcosa di clamoroso. Sia per lei, che per Jabeur.
Altri risultati
Prima volta agli ottavi a Wimbledon anche per Aryna Sabalenka ed Elena Rybakina, che ora si ritroveranno l’una contro l’altra. I precedenti dicono 2-0 per la bielorussa, con due partite però chiuse al terzo set. Oggi il match più difficile è stato forse quello della numero 2 del seeding, malgrado il punteggio contro Maria Camila Osorio Serrano alla fine dica 6-0 6-3.
Nessun dominio, però. Anzi, la colombiana ha avuto almeno 15 palle per vincere i game, sia al servizio che in risposta. Per cinque game nel primo set è arrivata ad avere la chance, e ancora in altri cinque nel secondo, concretizzando troppo poco anche perché nel momento chiave Sabalenka prendeva più rischi e creava un grande divario tra la sua potenza e la leggerezza dell’avversaria, passata dalle qualificazioni.
Eppure, Osorio Serrano era 40-30 nel primo game, 40-15 nel secondo, addirittura 40-0 nel terzo, poi 40-30 nel quinto e nel sesto. Che ci sia stato un 6-0, alla fine del set d’apertura, era quasi un’ingiustizia per quanto la sudamericana cercasse di fare il suo gioco, con tanto animo e difesa, alla ricerca degli errori di Aryna. Si è sbloccata nel secondo set, ma Sabalenka ha recuperato il break di ritardo e in qualche modo, salvando diverse chance, si è portata sul 5-1. Non ha immediatamente chiuso e sul 5-3 si è vista recuperare da 30-0 a 30-30, ma alla fine è arrivato un ace che le ha tolto un grande peso. Giustissimo, da questo punto di vista, l’enorme applauso che il pubblico a rincuorare la ragazzina di diciannove anni, che non aveva lo sguardo molto rattristato e si è rivolta a loro con un enorme sorriso e ringraziandoli calorosamente.
Rybakina invece si è imposta 6-1 6-4 contro Shelby Rogers, mentre continua ancora il cammino di Liudmila Samsonova, giunta ora alla decima vittoria consecutiva dopo l’ottimo 6-2 2-6 6-4 contro Sloane Stephens. Per lei agli ottavi ci sarà Karolina Pliskova, impostasi 6-3 6-2 contro la connazionale Tereza Martincova.
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