B. Krejcikova b. [17] M. Sakkari 7-5 4-6 9-7
Quello che sta accadendo alla carriera, e alla vita, di Barbora Krejcikova è il miglioramento più importante di una giocatrice dietro le quinte dal momento in cui il tennis è ripartito dallo stop causato dalla pandemia. Era fuori dalle 100, a 24/25 anni, senza esserci mai entrata e con un morale a terra quasi pensando a lasciare e voler continuare solo in doppio, dove ha già messo in bacheca diversi titoli Slam assieme all’amica e connazionale Katerina Siniakova.
Dagli ottavi di finale del Roland Garros 2020, si è convinta che poteva ancora fare qualcosa. Aveva sfondato la barriera delle prime 100, aveva cominciato a guadagnarsi l’accesso ai primi grandi tornei senza più dover passare dalle qualificazioni e le varie assenze tra le big le hanno consentito di essere in tabellone a Dubai, dove ha raggiunto la finale tenendo Garbine Muguruza sotto pressione per oltre due ore. Ora, tre mesi più tardi, il clamoroso risultato al Roland Garros, torneo che da adesso a maggior ragione avrà un ruolo speciale nel suo cuore. Fino a questo momento è il luogo dove ha vinto il suo primo Slam in doppio, adesso è dove ha ottenuto la sua prima finale Slam in singolare.
Un match incredibile, rocambolesco, qualitativamente poco allettante e ricco di tanti errori soprattutto nelle prime due ore e mezza, ma che nel finale ha concentrato i momenti migliori e ha visto la ceca cancellare un match point sul 3-5 al terzo e sfruttare il quinto, sull’8-7, per il 7-5 4-6 9-7 che la manda a giocare per un trofeo che fino a pochi mesi fa poteva forse solo sognare.
Lascia la scena Maria Sakkari, arrivata “a tanto così” dal portare per la prima volta assoluta una tennista greca all’ultimo atto di un Major e che non può non avere un’enorme delusione addosso. Dopo tre ore e 18 minuti è uscita sfinita, distrutta e coi nervi a fior di pelle. Era probabilmente la migliore giocatrice in campo, ma non ha mai saputo trovare equilibrio tra la paura e l’esaltazione di uno spirito da guerriera che i greci hanno per natura. Quando era il momento di mettere il naso avanti e comandare, però, le difficoltà erano spesso evidenti ed era soprattutto un fattore mentale. Già a Madrid, sempre contro una ceca, aveva perso una partita incredibile: Muchova, malgrado fosse nettamente inferiore nell’intensità e avesse poco da proporre, era rientrata da 3-5 al terzo per chiudere poi 7-5 e qualificarsi ai quarti di finale.
Oggi i primi due set sono stati avvolti da grande paura. Il parziale di apertura si è chiuso con un 7-5 per Krejcikova che aveva cominciato malissimo prima di un buon parziale contrassegnato anche dal 12 a 3 nei punti che le ha dato la chance di servire per il primo parziale sul 5-3, fallendo però la prima occasione e concretizzando in risposta sul 6-5. Quasi 40 gratuiti tra le due, a testimonianza di quanto difficile fosse per entrambe scrollarsi di dosso l’idea di essere in una semifinale di questo valore e affrontare un’avversaria del proprio livello per accedere alla partita che può svoltare definitivamente la loro vita. Krejcikova partiva peggio nel secondo parziale, ma dallo 0-4 rientrava fino al 3-4, cedendo comunque il set al terzo set point.
Nel terzo Sakkari ha trovato un primo vantaggio sull’1-1, prendendo il break dal 30-0 e portandoselo fino al 5-3. Krejcikova stava vacillando, Sakkari cercava il colpo finale ma dopo essere arrivata al match point subiva l’apertura di campo dell’avversaria che poi avanzava e chiudeva con uno schiaffo al volo di rovescio. Nel momento della verità, Sakkari è franata. Un brutto inizio ha subito dato uno 0-30 alla ceca, che ha poi forzato altri errori e raccolto il 5-5 con uno scambio sulla diagonale sinistra fatta di grandi pallettoni prima di stringere l’angolo di rovescio e passare poi a condurre 6-5. Da lì è iniziata una nuova fase di nervi, ma stavolta c’erano più scambi e si vedeva qualche bella soluzione. Sakkari continuava a sembrare la giocatrice in grado di rompere l’equilibrio, ma faceva sempre a lotta tra il proprio gioco e un braccio che tremava. Sul 7-6 Krejcikova ha provocato altri errori della greca fino al 15-40, lì dove però Maria è risalita cancellando in tutto tre match point, uno con un ace e uno con rovescio vincente.
La ceca andava sull’8-7 e con un rovescio lungolinea si dava un’altra chance sul 30-30. Sakkari si metteva nei guai con un doppio fallo, ma sul 30-40 veniva salvata dall’arbitro che correggeva una chiamata “out” su un colpo profondo della greca. Krejcikova aveva già esultato e malgrado la forte contestazione ha dovuto riorganizzarsi per ricominciare, si è trovata 40-40 e qui un colpo di Sakkari ha creato una nuova polemica con l’arbitro che, dopo aver detto “no” a Krejcikova ora chiamava “out” anche questa palla lungo la linea laterale destra. La greca era furiosa, ma la decisione del giudice di sedia era irremovibile e sul match point successivo Krejcikova è riuscita a rigiocare un potente dritto della ceca mandandola fuori posizione, colpendo poi col più facile dei rovesci lungolinea per completare la sua impresa. Al quinto tabellone principale di uno Slam, in singolare, ha ottenuto la sua prima finale. La più inaspettata sorpresa degli ultimi anni.
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