Mezzo miracolo di Matteo Berrettini che al cospetto del numero 1 del mondo ha subito una dura lezione per due ore e passa e poi è riuscito a trscinare, con l’aiuto del numero 1 del mondo, il match al quarto set. Berrettini potrebbe avere qualche rimpianto per come ha giocato la palla break che lo avrebbe portato sul 3-4 nel primo set, recuperando male una palla corta di Djokovic non certo irresistibile ma la sensazione è che la cosa sia stata ampiamente compensata dall’inaspettata vittoria di un terzo set giocato interamente in apnea. Si attendeva solo il break di Djokovic, che aveva perso solo 3 punti al servizio, e invece sul 5-4 e due servizi a disposizione – dopo che Berrettini aveva regalato il 4 pari e dopo che il serbo aveva fatto una prodezza in risposta – Djokovic ha pensato bene di premiare la buona creanza di Matteo commettendo gli unici due errori gratuiti del set. Un ringalluzzito Berrettini ha chiuso con violenza il set e ha anche aperto il quarto con un discreto cipiglio, arrivando a 40, due volte nei primi tre game. L’interruzione intorno alle 23 per permettere alle persone di lasciare lo stadio – una stupidaggine criminale che si continua a perpetuare – durava una mezz’oretta e al ritorno in campo Matteo era costretto a fronteggiare una palla break, risolta con un dritto molto coraggioso dopo il servizio. Purtroppo il problema era che Djokovic tornava a servire con buona efficacia, mettendo Matteo sempre nella condizione di inseguire. Berrettini provava ad arrivare al secondo tiebreak, salvava anche due match point in modo straordinario, prima con uno splendido servizio esterno da sinistra, e poi chiudendo uno scambio durissimo con una fucilata di dritto, ma il terzo era quello decisivo, stavolta Nole non arretrava di un millimetro e Berrettini spediva in rete il rovescio finale.
Inutile dire che Berrettini ha davvero fatto il massimo, cavando il sangue di un set dalla rapa di un confronto davvero impari. È davvero difficile capire cosa mai potrebbe fare l’italiano contro un giocatore forte come Djokovic. I due colpi pregiati di Matteo – il servizio e il dritto – a Djokovic hanno fatto il solletico, perché il serbo trova sempre dei riflessi straordinari in risposta e perché dopo un po’ lo sventaglio di Matteo diventa troppo prevedibile e Djokovic è troppo sveglio per non capirlo con una certa rapidità. Se poi si toccano gli altri aspetti del gioco – la risposta, il rovescio, le variazioni – il divario tra i due è talmente ampio da risultare impietoso. Con questi presupposti non si può che ribadire che Berrettini ha fatto un mezzo miracolo portando a casa un set, ma insomma anche se erano di fronte il numero 9 e il numero 1 è stato abbastanza evidente che i due concorrono per obiettivi diversi.
Nel pomeriggio Rafa Nadal ha regalato cinque minuti di emozioni cedendo in modo un po’ così il suo primo set del torneo, chissà se ce ne sarà un altro. Schwartzman, che è apparso sin troppo lamentoso, ne ha approfittato per restare in partita per un altro po’ ma non riuscendo più a giocare sul servizio di Rafa era troppo dura. Nadal con pazienza ha atteso un calo di Schwartzman che è arrivato puntuale nel game “caldo”, il nono, giocato molto male dall’argentino. Break e partita finita lì, con un parziale al servizio dello spagnolo di 22-1.
Semifinale contro Djokovic dunque, per quello che sarà il cinquantottesimo incontro della loro infinita carriera. Il serbo è avanti 29-28 ma Nadal ha vinto gli ultimi due incontri sulla terra, il penultimo era la finale di ottobre e Nole ha vinto appena sette game. Al Roland Garros si sono incontrati 8 volte e solo nel 2015 ha vinto il serbo. Infine, sulla terra Nadal è avanti 19-7. Fate i vostri conti.
Quarti di finale
[1] N. Djokovic b. [9] M. Berrettini 6-3 6-2 6-7(5)
[3] R. Nadal b. [10] D. Schwartzman 6-3 4-6 6-4 6-0
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