Quando si ha tra le mani una squadra così forte, con così tante giocatrici al vertice o che si alternano regolarmente in top-30, è probabile il rischio di avere tra le mani una situazione spinosa quando arriva il momento di scegliere la squadra che competerà alle Olimpiadi.
Nel 2008, per i giochi di Pechino, la Russia a livello femminile dovette inizialmente escludere Dinara Safina malgrado fosse numero 9 del mondo. Era la quinta atleta del proprio paese, tanto per rimarcare quanto in quegli anni la squadra fosse una potenza nel panorama internazionale, e per regola non poteva partecipare al tabellone di singolare.
Due settimane dopo, però, Anna Chakvetadze (numero 8) annunciò che non avrebbe preso parte alla manifestazione per uno scarso periodo di forma dovuto a ricorrenti problemi fisici. Safina entrò, e la sesta (Vera Zvonareva) era soltanto numero 13 del mondo, venendo nominata quando Maria Sharapova (numero 2) a inizio agosto annunciò che a causa dell’infortunio alla spalla, che l’avrebbe poi portata all’operazione e all’anno di stop, non poteva partecipare. Safina vinse poi l’argento, Zvonareva il bronzo, nel podio tutto russo completato da Elena Dementieva (numero 5).
Se in quel caso però ci fu una mera questione di ranking per risultati di fatto validi e ottenuti nei 12 mesi di tempo che l’ITF ha concesso, stavolta il problema è più importante. La Repubblica Ceca ha dovuto escludere quella che probabilmente è la miglior giocatrice come rendimento complessivo degli ultimi due anni perché un cavillo del regolamento ITF modificato a causa della pandemia di covid-19 ha portato Marketa Vondrousova a sfruttare un protect ranking che di fatto non le è mai servito.
Riavvolgiamo il nastro. Prima che scoprissimo, ahinoi, cosa fosse il covid-19, la Race Olimpica cominciava a fine del Roland Garros 2019 per protrarsi fino al termine del Roland Garros 2020. Vondrousova aveva raggiunto la finale a Parigi, veniva da quattro mesi dove aveva un rendimento almeno da top-10 e meritatamente sfondava il muro della top-20. Purtroppo per lei, due settimane dopo la finale più importante della carriera subì un grave infortunio al polso che la portò a fermarsi e a decidere poi per un intervento chirurgico. Dovette dire addio al 2019 per rientrare a inizio 2020 con sei mesi di stop che attivarono la possibilità di richiedere un “protect ranking” per entrare ai tornei. Racimolò un paio di vittorie, qualche sconfitta causata anche dalla scarsa preparazione e tutti i problemi di ripresa da un intervento così pesante, e il circuito si fermò.
L’ITF spostò la data per la fine della Race olimpica alla fine del Roland Garros 2021, Vondrousova di fatto non ha più ottenuto alcun risultato di rilievo se non un ottavo di finale all’Australian Open e al Roland Garros 2021, ma in questi due anni per sfortuna e forma fisica il valore non rispecchiava la classifica. Avrebbe chiesto aiuto al protect ranking per alcuni tornei ma il covid ha congelato anche il ranking e ha così goduto di un anno dove sarebbe rimasta in zona top-20. Nel frattempo Muchova cresceva e raccoglieva vittorie contro le big, faceva quarti di finale a Wimbledon, semifinale all’Australian Open, ottavi allo US Open, quarti di finale a Madrid, semifinale a Zhuhai, con un primo titolo WTA in bacheca. È mancato forse l’exploit vero, ma in un periodo dove il ranking è comunque volubile a causa del blocco che c’è stato il suo valore sarebbe tranquillamente da prime 20 del mondo, e “in casa” ha comunque dimostrato migliori risultati rispetto a Karolina Pliskova che si è spenta da dopo la pausa e pure Petra Kvitova che ha trascorso due anni senza vincere un titolo e faticando molto di più al di là delle occasioni dove riesce a toccare picchi che tantissime non raggiungeranno mai.
Così, aggrappandosi a un protect ranking che di fatto non le è mai servito e che probabilmente scadrà tra un paio di settimane, Vondrousova ha soffiato il posto a Muchova. Le giocatrici che andranno a Tokyo per la Repubblica Ceca sono: Pliskova, Kvitova, Krejcikova e Vondrousova (in singolare) con Pliskova e Vondrousova che faranno anche coppia in doppio mentre l’altra è quella ben collaudata con Krejcikova e Katerina Siniakova. A rimarcare come la chiamata di Vondrousova abbia sconquassato la situazione, di recente Muchova aveva anche giocato i primi doppi con Pliskova. Al di là di un rapporto di amicizia emerso durante il primo lockdown della scorsa primavera, c’era probabilmente l’obiettivo di far coppia poi nella competizione a cinque cerchi.
Muchova, attualmente numero 22, lascia dunque il posto a Vondrousova, che ha fallito per due volte la difesa della maggior parte (almeno) dei punti in uscita da Parigi e da due settimane è finita ai margini della top-40, con le prime cambiali che iniziano a scadere e che a metà settembre perderà in automatico altri 349 punti vedendo svanire la semifinale di Roma 2020 (quest anno è uscita al primo turno, sconfitta in due set contro Ajla Tomljanovic) e che virtualmente si trova ora ai margini delle prime 60 del mondo. Karolina, con un breve commento affidato ai propri profili social, non ha nascosto l’enorme delusione. Non è persona di grandi parole, ma ha fatto trasparire il proprio stato d’animo: “Sono dispiaciuta di non poter prendere parte alle Olimpiadi, era qualcosa a cui tenevo tanto. Devo però accettare le regole dell’ITF, e farò il tifo per le ceche da casa”.
La federazione ceca, tra l’altro, sembra sia stata intenzionata fino alla fine a cercare un modo per modificare la lista di partecipanti in campo femminile per avere Muchova, ma un portavoce ha comunicato che non è stato possibile perché l’ITF in questi casi da priorità al ranking protetto. Vondrousova, dunque, sfrutta quello che di fatto è un suo diritto. Non c’è infrazione da parte sua. Rimane però il fatto che per i risultati raccolti anche solo dal rientro non avrebbe mai ottenuto quel posto, e l’infortunio prende anche un valore marginale se si considera come anche il 2021 di Muchova sia stato fortemente condizionato da uno strappo all’addome patito all’Australian Open che le ha fatto saltare circa tre mesi, e il suo ranking attuale vive anche della condizione per cui giocatrici come Vondrousova e Pliskova pur non rendendo come avrebbero potuto non calavano mai grazie al ranking congelato.
È difficile entrare veramente in questi discorsi, perché congelare il ranking nel marzo 2020 era l’unico modo per avere ancora un ranking vero e proprio all’inizio del 2021 e non far sparire centinaia di giocatrici nella fascia medio-bassa, però tra i fattori negativi si può tranquillamente inserire questa vicenda, con Muchova che di fatto si vede negare una convocazione olimpica che avrebbe enormemente meritato.
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